Un'infografica che ci mostra come è cambiato il sistema dell'advertising negli obiettivi, nei formati e nelle priorità.

'>

Come si è evoluto l'Advertising negli ultimi anni [INFOGRAFICA]

Vi proponiamo un’interessante infografica elaborata da MDG Advertising, intitolata “The Changing Scope of Advertising“:

“Nell’advertising, come nella vita, l’unica costante sembra il cambiamento. Formati innovativi, nuove tecnologie e cambiamenti delle priorità sono solo alcune delle novità che incontriamo durante la ricerca mirata a comunicare al meglio con i consumatori. MDG ha compilato quest’infografica ricercando intensamente quelli che sono i trend di oggi e di domani con il risultato di fornire un quadro abbastanza chiaro dell’evoluzione dell’Advertising negli ultimi anni.”

MDG Advertising

Il caos controproducente intorno all’università italiana

Università italiane, mondo del lavoro: due parole che richiamano scenari non proprio idilliaci, soprattutto negli ultimi anni.

Presente e futuro si fondono spesso nello stesso triste colore, virante al  grigio-temporalesco, nelle stesse paure, nelle stesse ansie.

Ma è davvero tutto così negativo?

Oggi lasciamo la parola ad una voce fuori dal coro, quella di F.C., felicemente neolaureato all’Università di Urbino ed altrettanto felicemente approdato alla realtà lavorativa.

Gironzolando qua e la nella rete mi sono trovato a leggere diverse critiche sulle università italiane, polemiche che si riferiscono ad una sempre più crescente diminuzione di iscritti ed una qualità dei corsi, definita dai criticoni come “pessima”. Non essendo per nulla d’accordo con queste parole, istintivamente mi sono trovato a curiosare sul sito dell’Ateneo, che mi ha formato durante il mio percorso di studi, e, nella sezione “blog”, mi sono imbattuto in un interessantissimo articolo pubblicato da una persona, che ho avuto il piacere di conoscere non troppo tempo fa. Mi riferisco a Stefano Pivato, rettore dell’Università degli Studi di Urbino, e il titolo del post, L’identità sprecata, ha richiamato decisamente la mia attenzione.

L’articolo ci vuole mettere di fronte alla dura verità di come la cultura italiana stia rischiando di finire in pezzi e di come, ai giorni d’oggi, l’italiano sembra più preoccupato di “avere” che di “essere”.

Colmare l’essere con l’avere sembra ormai una pratica comune, come altrettanto comune, poveri noi, è divenuto paradigmare questo principio di esistenza anche in ambito scolastico/educativo. Se aggiungiamo questa osservazione alle recenti critiche sulle università italiane, una domanda mi è sorta spontanea: se già oggi assistiamo all’abbandono che conosciamo, che ci riserverà il futuro? Capiranno mai che nella scuola sarebbe ora di aggiungere quattro ore di una materia piuttosto che toglierne due di un’altra?

Dal mio punto di vista, la “ripresa” (se mai possiamo definirla così) delle Università Italiane è possibile, senza inutili critiche e senza alzare polveroni inutili che rallentano quella che è la grande macchina dell’istruzione.

Gli strumenti formativi che vengono offerti alle future menti ed il costante livello d’innovazione che le università offrono, sono elementi già presenti nella quotidianità del mondo accademico e ai quali gli studenti si appoggiano per essere stimolati e sentirsi valorizzati. Le moderne tecniche di insegnamento, che coinvolgono da vicino gli studenti, sono un ottimo punto di partenza per vedere con maggiore ottimismo le opinioni sull’università e spazzare via tutte quelle polemiche che fanno più male che bene.

Vorrei, allora, condividere con voi la mia storia, brevemente perché non vorrei annoiare nessuno. 😉

Io sono uno dei tantissimi neolaureati all’università di Urbino, iscritto “per caso” al corso di laurea in Marketing e Comunicazione d’Azienda. Dico per caso, perché come la maggior parte degli studenti appena usciti dalle superiori, non avevo minimamente le idee chiare sul mio futuro.

Fortunatamente la scelta si è rivelata subito ottima, infatti, durante gli anni della laurea triennale ho vissuto la mia esperienza universitaria come meglio non avrei potuto desiderare. Urbino è una città fantastica, a misura di studente, nella quale è molto facile condividere esperienze di vita e di formazione, crescendo così professionalmente ed umanamente.

La Facoltà di Economia mi ha letteralmente accolto tra le sue braccia, facendo così innamorare quello che era un liceale appena arrivato in città di una materia a lui totalmente sconosciuta. Sono stati tre anni molto coinvolgenti, attraverso i quali ho conosciuto figure che si sono rivelate fondamentali per la creazione continua di stimoli e ambizioni personali; docenti come Giancarlo Ferrero, Marco Cioppi e Fabio Musso (… giusto per citarne alcuni) mi hanno costantemente seguito attraverso i miei anni di carriera universitaria. Con la loro supervisione ho integrato il lavoro e la preparazione teorica con le parti pratiche attraverso la partecipazione a seminari coinvolgenti e dinamici, a concorsi a carattere nazionale e non per ultimo all’organizzazione di eventi e convegni per la Facoltà, facendo parte del gruppo studentesco “Insieme X Economia” (ancora attivissimo e sempre in prima fila nelle iniziative a favore degli studenti).

Una volta conclusa la triennale, mi sono ritagliato del tempo per la mia crescita professionale prima dell’iscrizione al corso di laurea magistrale: ho pensato fosse il caso di fare un’esperienza all’estero per migliorare la conoscenza della lingua inglese. È stato un anno incredibile in cui ho raggiunto l’obiettivo che mi ero preposto (l’inglese è ormai un “must” in ambito professionale) e che mi ha aiutato a crescere molto come individuo.

Al mio ritorno ero già iscritto alla laurea magistrale e una volta dato qualche esame nella sessione estiva ho deciso di intraprendere un’altra avventura estera, stavolta in Finlandia, partecipando al progetto Erasmus per 5 mesi.

Durante questa esperienza mi sono reso conto di come le università italiane ci diano una preparazione di gran lunga superiore, almeno per quel che riguarda l’aspetto teorico, di quelle estere. Non mi limito esclusivamente alla Finlandia, ma parlo di Francia, Spagna, Portogallo, Germania, Belgio, … ecc

La convivenza, sia in ambito casalingo che universitario, con ragazzi di tutto il mondo mi ha fatto capire che in Italia dovremo sicuramente migliorare da un punto di vista pratico, ma anche che, per conoscenze teoriche e preparazione delle materie, siamo di gran lunga avanti. Basta essere propositivi e, una volta che si hanno ottime basi teoriche, passare all’aspetto operativo diventa davvero quasi automatico.

Una volta tornato a Urbino ho continuato a seguire i corsi e ho notato come l’approccio alle lezioni fosse decisamente diverso da quello della triennale, allineandosi a quello che è lo standard europeo. I docenti avevano aggiornato il loro modus operandi affiancando alla parte teorica un continuo e costante lavoro pratico attraverso Case History, presentazioni e lavori di gruppo.

In questo periodo ho conosciuto anche Alex Giordano, uno dei fondatori di Ninjamarketing, che in quel periodo era docente per la cattedra di Comunicazione Aziendale. Lezioni attive, partecipazione continua e scambio d’idee tra docente e studenti erano all’ordine del giorno; accanto alle lezioni in stile accademico c’era sempre un po’ di spazio per una chiacchierata  che permetteva di capire al meglio quegli aspetti della materia che in una lezione unidirezionale non sarebbero recepiti così chiaramente. Questo è il contesto che fa da scenario alle lezioni nel corso di specializzazione. Un corso che propone, quindi, un approccio più dinamico e coinvolgente, con docenti “open minded” che affrontano anche argomenti di frontiera, innovativi e sperimentali. È proprio così che si cercano di creare quegli stimoli che serviranno poi a sviluppare ricerche di tesi sperimentali per mettere alla prova le proprie conoscenze personali sulla materia scelta.

La tesi, infatti, è un momento fondamentale durante la propria carriera universitaria, un momento in cui senti tuo un lavoro di mesi, un lavoro che parte da zero, che crei man mano insieme al docente e che vedi prima “nascere” e poi “crescere”, un progetto che ti fa passare le notti insonni e ti tiene sveglio fino a quando non hai finito quel concetto che hai nella testa e che devi rendere più chiaro possibile per iscritto. Sembra un lavoro da pazzi, ma vi assicuro che una tesi ben fatta, sperimentale e innovativa, è una grandissima soddisfazione personale, nonché un ottimo biglietto da visita quando si va a fare un colloquio di lavoro… e vi assicuro che chiedono sempre di parlare del proprio progetto di tesi! 😉

A questo punto, secondo quello che si dice in giro, essendo l’Italia un Paese di criticoni, potreste benissimo chiedervi: si, io mi faccio un mazzo così in 5-6 anni di università, ma se poi il lavoro non c’è, tutti questi stimoli resteranno inespressi?! E allora a cosa mi è servito studiare e impegnarmi così tanto?

È proprio qui che vi voglio… 😉

Molti vi risponderebbero: “si, ma lo fai per te stesso…per una cultura personale!”

Mah.. io non sono il tipo che vi darebbe una risposta del genere.

Preferisco dirvi che il futuro non è così grigio come lo si racconta.

Una volta laureato ho subito avuto alcune offerte di lavoro nel pesarese e, senza affrettare i tempi, ho aspettato di avere qualcosa di molto interessante tra le mani. Ecco che da Gennaio mi è capitata una buona occasione ed ho iniziato a lavorare nell’ufficio marketing di una grossa azienda di mobili vicino Urbino; mi sono trovato decisamente bene e mi hanno anche dato molte prospettive di crescita. Sono rimasto lì fino a quando ho ricevuto una chiamata da Saatchi&Saatchi X (Milano) ed una da eBuzzing (Roma), chi è del settore conoscerà molto bene entrambe! 😉

Ho lasciato tutto e mi sono rituffato in un’altra avventura, stavolta a Roma, seguendo nuovi stimoli e nuove ambizioni per il mio futuro e cercando di mettere in pratica quelle conoscenze della comunicazione sui social media, insegnatemi dal Prof. Cioppi , da Alex Giordano e da tutto il gruppo di Ninjamarketing.

Ora vivo e lavoro a Roma, in un’agenzia di comunicazione internazionale giovane e dinamica, l’ambiente migliore per fare esperienza e imparare tutto quello che il mondo del lavoro ha da insegnarmi.

Tutti si lamentano dei problemi dell’università, io invece vorrei spezzare una lancia a suo favore.

Se lavoro nel settore per cui ho studiato è anche grazie anche alla struttura che mi ha messo in condizione di farlo. E’ stata proprio l’università a farmi innamorare della materia con cui oggi ho costantemente a che fare nel mio lavoro, dandomi la possibilità di crearmi una base solida, attraverso iniziative sia in sede che all’estero, su cui costruire il mio futuro.

Penso proprio di non essere l’unica mosca bianca ad aver avuto fortuna, sarebbe troppo facile nonché sminuitivo, affermare il contrario.

Il consiglio che mi sento di dare a chi si accinge ad affrontare gli anni universitari, è quello di vestire gli stessi panni che ho indossato io qualche anno fa. L’impegno accademico sarà anche duro, ma attraverso la partecipazione attiva volta a uno sviluppo comune con la facoltà, gli anni passeranno quasi senza neanche accorgervene. Una volta laureati sarà solo questione di tempo prima che l’occasione giusta bussi alla vostra porta.

Un in bocca al lupo a tutti.

F.C.

In bocca al lupo a te a nome di noi Ninja, e grazie per questa testimonianza, preziosa per chi -nonostante tutto- ci crede ancora!

Se non… godi solo a metà: crea tu il claim Fonzies!

Fonzies, della Kraft Foods, si sbizzarrisce online con la campagna web “You Party by Fonzies” e lancia il concorso “Se non….” che prevede la creazione del claim da parte del cliente!
La campagna 2011 (www.fonzies.it/senon) invita gli utenti a divertirsi e ad accendere la propria creatività per raccontare il loro momento di massimo godimento e completare così il nuovo claim Fonzies.

Il concorso prevede estrazioni giornaliere e settimanali con cui si potranno vincere tantissimi premi tra cui un Samsung MP4 YP-Q3 al giorno e un Samsung Galaxy S 4GB alla settimana.

Il vincitore assoluto, quindi creatore del claim con più voti, sarà premiato inoltre con uno speciale kit per realizzare una mega festa che prevede:

  • Una location dove fare la festa (fino a 300 invitati)
  • Un Dj che suonerà per 6 ore
  • Un Sound System a disposizione del Dj
  • Un Bus per riaccompagnare a casa gli amici
  • Un Video blogger che filmerà il divertimento;
  • 300 pacchetti di Fonzies per dare più gusto alla festa.

Tutta l’iniziativa, creata dalla Hibo – Digital Company, è ovviamente supportata dalla diffusione sui social Facebook, Twitter e YouTube per incrementare la diffusione virale del concorso.

Giovani esploratori del web 2.0…partecipate e non godete solo a metà 😀 !

Trovato qui.

E se anche la confezione del latte avesse un cuore? [VIRAL VIDEO]

E se anche gli oggetti avessero un’anima? Di sicuro hanno una vita che può non esaurirsi con il loro uso.

E’ questo il tema  dell’originale spot realizzato da Catsnake per Friends of the hearth al fine di sensibilizzare i cittadini britannici alla corretta differenziazione dei rifiuti e al connesso problema del riscaldamento globale.

Una romantica storia d’amore tra due confezioni di latte nata sui nastri trasportatori della fabbrica in cui nascono,  con tanto di matrimonio celebrato all’interno di un frigorifero, ma che non si concluderà con il classico happy end. Infatti, seppur uniti magicamente dal destino, verranno separati per un fatale errore: lui cadrà dal secchio dei rifiuti riciclabili che avrebbe visto continuare la loro felice storia insieme finendo, invece,nel bidone dei rifiuti indifferenziati, per poi essere tristemente gettato in una discarica.

Ma un messaggio finale apre forse uno spiraglio di speranza per la toccante storia d’amore, attraverso il richiamo alla responsabilità che ognuno di noi può avere:

“If you’d love to see a happier ending tell the Government you want less rubbish and more recycling”

Costo dei Social Media? Strategie, Benefici, ROI messi a confronto [INFOGRAFICA]

Il Costo dei New Media: Dai Social Media al Mobile

Sono molte le aziende e i professionisti che vorrebbero avere maggiori informazioni sui costi dei new media, che siano social o mobile. In questa infografica si tenta di far luce sul costo dei mezzi di comunicazione dei social media, sul loro peso e di creare un rapporto costi/benefici potenziali. E’ interessante notare diverse cose:

  • Un buon brand americano Spende in media 210.000 dollari. A definire questa stima di costo ci sono lo staff dei professionisti, la pubblicità collegata ai nuovi media e altri costi collegati.
  • L’interesse da parte dei responsabili marketing: coinvolgimento clienti, comunicazione diretta, velocità e esclusività del canale, basso costo e attività di brand-building.
  • Il costo principale dei social media è direttamente collegata alla tipologia d’utenti di Facebook come accade per brand come McDonald’s, Coca-Cola, Starbucks, Nike, e Victoria’s Secret e tanti altri. Un utente fidelizzato su Facebook spende rispetto ad altri utenti +78,81 dollari, gli utenti Facebook raccomandano del 41% in più i prodotto graditi ai loro amici.
  • Il ROI stimato per un account Twitter con 33.000 seguaci è del 43%. L’esempio di OldSpice ha fatto rilevare un aumento del 2.700% seguaci su Twitter e dell’800% sulla pagina fan di Facebook (incremento del traffico sul sito del marchio del 300%)

Ne consegue che quando un marchio investe con costanza, coerenza e impegno su i new media, i benefici superano i costi rispetto alle tradizionali forme d’investimento in comunicazione 1.0!

Tutto quello che apparentemente costa zero, non prevede sempre il coinvolgimento di staff professionale.

Investimenti Social Media con Case Study di Brand Internazionali

Infografica sul costo dei Social Media e delle Mobile Apps

seguite questo link per accedere alla Ricerca di FOCUS

Come creare un Brand Character: dal logo Ninja Marketing al fumetto (Ep. 4)

Come creare un Brand Character: dal logo Ninja Marketing al fumetto (episodio 4)

Cari guerrieri, grazie ancora tutti per il sostegno caloroso, Pataniello vorrebbe abbracciare ognuno di voi, uno per uno! 🙂

Ci eravamo lasciati la scorsa settimana con il terzo episodio, in cui abbiamo iniziato a mettere un punto alla definizione del nostro personaggio, ovvero al character design.

Ora, invece, è giunto il momento di capire com’è fatto il mondo di Pataniello, per farvi entrare nella vita ninja, farvi conoscere e abitare i suoi posti preferiti, gli ambienti, i luoghi, insomma… il suo universo. In un fumetto i luoghi di ambientazione sono importantissimi. Attraverso una realizzazione grafica efficace delle ambientazioni si può riuscire a far “esplorare” la storia ai nostri lettori, entrarci dentro invece che guardarla a distanza.

Come si fa a raccontarvi tutto questo? Per prima cosa, come sa bene ogni ninja, ho iniziato a scrivere partendo dalla migliore fonte di informazione a disposizione…cioè ho chiesto direttamente a Pataniello!

Come creare un Brand Character: dal logo Ninja Marketing al fumetto (episodio 4)

Quello che ne è venuto fuori è una specie di “programma” di  una sua giornata tipo…guardate un pò!

Ore 5.30

E’ l’alba. Meditazione.

Come creare un Brand Character: dal logo Ninja Marketing al fumetto (episodio 4)

Ore 7.30

Un pò di esercizio in palestra.

Come creare un Brand Character: dal logo Ninja Marketing al fumetto (episodio 4)

Ore 9,30

Dopo una doccia e la colazione arrivo in ufficio. Iniziamo a controllare la posta!

Come creare un Brand Character: dal logo Ninja Marketing al fumetto (episodio 4)

Ore 11,00

Sono totalmente immerso nella rete.

Come creare un Brand Character: dal logo Ninja Marketing al fumetto (episodio 4)

Ore 13,00

Approfitto della pausa pranzo per tornare a casa e dare da mangiare al mio animale domestico. Poi torno al lavoro.

Come creare un Brand Character: dal logo Ninja Marketing al fumetto (episodio 4)

Ore 18,00

La giornata in ufficio è conclusa, ma uscendo sbrigo le ultime telefonate.

Come creare un Brand Character: dal logo Ninja Marketing al fumetto (episodio 4)

Ore 22,00

Dopo una cena veloce ed un cambio d’abito scendo in pista per un party esclusivo fino a tarda notte. I ninja sono sempre all’opera!

Come creare un Brand Character: dal logo Ninja Marketing al fumetto (episodio 4)

Niente male per un ninjetto ancora alle prime armi vero?
Ma cosa ne pensate del suo “mondo”? Preferite osservare i momenti di pace e meditazione o entrare nei training di allenamento intensivo?
Vi piace pensare a Pataniello in un ufficio proprio come il vostro o che naviga “dentro” internet?
E nel tempo libero? Amici degli animali o animali da palcoscenico?
Scriveteci le vostre opinioni i vostri commenti e vedremo cosa succederà nei prossimi episodi!

Vi aspetto ancora il prossimo giovedì, sempre qui nella sezione Design di Ninja Marketing.

Saluti da Odri aka Kikyo!

Dieci cose da fare prima di investire in una startup

Bill Clark tenta di fornirci una guida agevole di accorgimenti, senza alcuna pretesa di esaustività, dai quali non possiamo prescindere prima di investire in una startup. Clark è CEO di Microventures, società di crowdfunding statunitense che permette agli investitori di impegnare piccole somme di capitale per finanziare startup del settore ICT. Il suo articolo, apparso su Mashable pochi giorni fa, è stato tradotto con l’aiuto di due semplici web tool Investopedia e Investor Words, utilissimi per la traduzione e la comprensione di termini tecnici di pertinenza del mondo finanziario statunitense. Iniziamo subito a vedere cosa Bill ci consiglia di fare.

1. Conoscere il settore dove investi

Quando stai cercando di investire su una startup, assicurati di farlo in un settore di tua conoscenza. Se sei un esperto del mercato ICT, non farti coinvolgere dall’ultima affascinante idea del settore biotech. Non lasciarti influenzare dal colloquio di vendita ma fa si che sia la tua esperienza e la tua conoscenza del settore a farti prendere la decisione prima di un eventuale investimento.

2. Scegliere il team giusto

Investire in una startup significa soprattutto investire nel team. Quando nel processo di sviluppo di una startup qualcosa non sta funzionando e si avverte la necessità di un cambio di direzione, avere un buon team può fare la differenza tra successo e fallimento. Assicurati inoltre che i fondatori abbiano esperienza della materia di ciò che stanno per creare. Hanno avuto successo nello sviluppo di altre startup oppure sono al loro primo business venture? Quanto bene funzionano insieme? Hai approfondito le loro storie personali? E ricorda un cattivo team può costruire un cattivo business.

3. Valutare la strategia di monetizzazione

La startup in questione ha già una strategia su come andrà a fare soldi? In certi casi difatti, alcune startup si sono preoccupate prima di allargare il numero degli utenti e poi delle strategie su come diventare profittevoli. Prima di investire in una startup ti occorre individuare quali strade seguire per far pagare il servizio, ad un prezzo ragionevole, ai tuoi futuri utenti. Ricorda quindi, che a prescindere dalla stadio di sviluppo della startup, è necessaria la presenza di una strategia di monetizzazione del servizio verrà offerto agli utenti.

4. Studiare i tuoi competitor

Cerca di capire quali attori sul mercato sono in competizione con la tua startup e se le caratteristiche del servizio offerto sono già presenti. Quanto velocemente la competizione sul mercato può creare qualcosa di simile a ciò che tu stai offrendo? E cosa succederebbe qualora ciò accadesse?

5. Esaminare la lista dei consulenti

Se la startup si avvale di un supporto consulenziale capisci in che modo stanno aiutando il processo di sviluppo. Le consulenze sono mirate? La startup ne ha davvero bisogno oppure sono solo un nome su una slide? Controlla bene quanto sarà lungo il periodo di consulenza. E ricorda non è la fine del mondo se la startup non si avvale di una consulenza specializzata ma se i nomi dei consulenti sono presenti sul pitch assicurati del loro supporto attivo.

6. Controllare il cap table

Controlla il cap table e verifica quanto capitale è stato già emesso e a quali investitori. Verifica inoltre la presenza di option pool ed in che modo queste possono influenzare gli azionisti. In questo modo potrai farti un’idea di quanto vale la startup.

7. Analizzare la situazione finanziaria

E’ importante analizzare la situazione finanziaria in quanto essa ci permetterà di comprendere a fondo la situazione patrimoniale, il passivo che può essere stato trascurato e ogni potenziale fonte di reddito. Bisogna inoltre comprendere in che modo sono stati spesi i soldi ricevuti dai precedenti round di finanziamento. Ogni startup ha una sua storia finanziaria, leggila, comprendila e assicurati di aver capito ciò che essa racconta.

8. Pianificare i futuri round di finanziamento

In che modo verranno adoperati i futuri round di finanziamento? Una startup deve avere la certezza di cosa e come andrà a spendere in futuro. E’importante acquisire ulteriori dettagli sulle spese che verranno sostenute per finanziare lo sviluppo, il marketing e la progettazione. Osserva in che modo viene consumata la maggior parte dei soldi e comprendi quale settore necessita di una maggiore spesa. C’è bisogno di assumere un altro programmatore? Quanto ci costa? Esiste veramente un piano di marketing? Oppure si tratta solo di numeri buttati a caso perchè suonavano bene.

9. Prendere nota del burn rate

Assicurati di capire quanto tempo durerà il capitale raccolto dai round di finanziamento. L’ideale sarebbe di farlo durare per più di 15 mesi in modo tale da non preoccuparsi del prossimo round e di concentrarsi sullo sviluppo della startup.

10. Guardare oltre i documenti legali

Imparare a guardare oltre la forma societaria, lo statuto e le riunioni degli azionisti e assicurati che la startup stia rispettando tutte le prescrizioni etiche e legali in modo tale da avere la certezza di non investire in loschi affari.

In chiusura del suo articolo Bill Clark ci fa notare come questi 10 punti rappresentino solo una base di partenza per analizzare la salute di una startup e che ogni investitore dovrebbe affidarsi ad un suo set di criteri per scegliere dove investire i propri soldi. Inoltre consiglia vivamente a chi dovesse affrontare il suo primo investimento, di farlo in partnership con altri business angels in modo da acquisire escperienza e competenze per affrontare in autonomia i futuri investimenti.
La redazione Ninja Startup si augura di aver reso un buon servizio a tutti coloro che in futuro avessero voglia di intraprendere la via del venture capital. Stay tuned!

Renault per la nuova Laguna: la street art si trasforma in guerrilla

Renault ha recentemente lanciato una campagna stickers per la nuova Laguna, un’auto a 4 ruote sterzanti capace di ridurre l’angolo di curvatura quasi come se le auto riuscissero a fare angoli retti. Il sogno della guida comoda e precisa, senza sorprese di andatura.

Publicis Conseil, l’agenzia pubblicitaria francese che ha inventato la campagna, è partita da un’idea cara alla street art, attaccando in giro per la città, su angoli retti di edifici di tutti i generi, adesivi del nuovo veicolo, che appunto curvano a 90 gradi colorando i palazzi delle città.

Questa idea ricorda proprio un artista di strada, Shepard Fairy che ha piazzato un’immagine, André the Giant, omaggio ad un vecchio wrestler, sulle mura di molte città in giro per gli Stati Uniti. Nel corso del tempo l’opera d’arte è stata frutto di riappropriazioni , imitazioni ed utilizzi in vari modi ed è diventata famosa in tutto il mondo, seguendo le orme lontane del graffito comparso sulle mura inglesi durante la prima guerra mondiale: l’icona “Kilroy Wаѕ here” che testimoniava lo spirito di condivisione di resistenza al nemico bellico.

Insomma una tecnica di fruizione collettiva di icone, di loghi, che viene da molto lontano e che vuole portare la Laguna vicina a tutti, condivisa nelle strade.

I collages adesivi sono colorati, sulle mura brilla il blu dell’auto contraddistinta da anni da questo colore, lo slogan recita “4 ruote sterzanti, un angolo di sterzo più breve”.

L’agenzia Publicis Conseil ha creato inoltre uno spot molto divertente che descrive ed accompagna la campagna.

Un giorno di vita sul pianeta Terra [VIRAL VIDEO]

Chi potrebbero essere i migliori testimoni di un giorno sul pianeta Terra, se non noi che lo viviamo direttamente? Questa considerazione è il punto di partenza di questo video, che si propone come trailer (ma se vogliamo anche come teaser) di un film che ha già impressionato coloro che hanno avuto la fortuna di vederlo al Sundance Film Festival, al Festival del Cinema di Berlino e al SXSW Film Festival.
Il 24 luglio 2010 migliaia di utenti di YouTube hanno aderito al progetto “Life in a day“, caricando un video che raccontasse la loro giornata. Amore, in tutte le sue declinazioni, paura e speranza sono i fili conduttori del film scaturito dall’unione di questi video amatoriali.

Al progetto “Life in a day” hanno collaborato anche YouTube e la National Geographics Entertainment. Il film che ne è scaturito, prodotto nientemeno che da Ridley Scott e diretto dal premio Oscar Kevin McDonald, documenta in maniera più che reale un giorno di vita sulla Terra.
Se, come me, siete curiosi di vedere il film, l’attesa non sarà lunga: il film arriverà nelle sale italiane quest’estate e direi proprio che sarà un appuntamento da non perdere!

FRU 2011: Festival delle Radio Universitarie

Chiude i battenti il Festival delle webradio universitarie che quest’anno si è svolto a Unical, Università della Calabria, Cosenza, organizzato da PonteRadio e da RadUni, l’associazione che riunisce più di 20 radio universitarie italiane.

Tre giorni di musica con main sponsor Telecom e Radio Deejay, contest per premiare le band emergenti e i format più graditi dagli ascoltatori. Tante dirette radiofoniche dagli stand in giro per il Campus.

Il tema di quest’anno è stato il web e la PA, con Gioia Lovison, presidente di RadUni e responsabile delle relazioni istituzionali dell’Università di Padova e Daniele Gambarara, delegato per la webradio di Unical, ne hanno discusso Marco Camisani Calzolari, docente di comunicazione aziendale e linguaggi digitali all’università IULM, Daniela Vellutino, docente di comunicazione pubblica e linguaggi istituzionali all’università di Salerno, Andrea Ciani, presidente Aicun, l’associazione che riunisce i comunicatori degli atenei italiani.

I tagli alla comunicazione della PA fatti dalle ultime leggi finanziarie mettono in crisi anche le strutture che si occupano di comunicazione nelle Università” per Andrea Ciani dell’Aicun. “La legge 150/00 sull’informazione istituzionale e la comunicazione pubblica è inapplicata e questo ha due effetti negativi congiunti: la PA italiana è lontana dagli obiettivi fissati dalla Ue nel programma Agenda digitale e non avrà la leva per un’innovazione bottom up che i nostri laureati, ormai nativi digitali, potrebbero apportare” per Daniela Vellutino, docente di Comunicazione pubblica di Unisa. “Non esistono ancora strumenti di rilevazione degli ascolti dei media digitali e questo non facilita le revenue pubblicitarie” per Marco Camisani Calzolari, docente di linguaggi digitali allo IULM.

I Ninja si sono divertiti molto a sentire le tante e diverse voci degli spekears webradio ed hanno apprezzato l’ospitalità delle Relazioni Esterne e Comunicazione di Unical,  ringraziano per questo il capo ufficio stampa Francesco Kostner. 😉