Skype: nuovo blackout [BREAKING NEWS]

Skype ha annunciato su Twitter il terzo blackout degli ultimi mesi. A differenza di quanto comunicato “Un piccolo numero di voi potrebbe avere problemi di accesso a Skype”, il problema è stato riscontrato da molti utenti in diverse parti del mondo (anche da me), comprese le versioni mobili di Skype.

Stando agli ultimi aggiornamenti pare che sia stato individuato il problema in un errore di configurazione e che la situazione stia iniziando a migliorare.

Skype comunica che gli utenti non dovranno far nulla per ripristinare il collegamento, che il sistema dovrebbe connettersi automaticamente non appena risolto il problema (a me è ripartito proprio ora, da solo).

Numerose ovviamente le lamentele degli utenti e le supposizioni sulla causa del nuovo blackout, dall’attacco di pirati informatici anti-Microsoft all’auto sabotaggio per far tornare in auge Messenger.

Pop culture e ironia nelle illustrazioni di Glennz

Glennz

Glenn Jones aka Glennz è un graphic designer e illustratore freelance di Auckland, Nuova Zelanda. Lavora nel settore design da oltre 18 anni, in particolare si è specializzato in packaging, corporate identity e illustration. Dopo il successo con Threadless.com nella creazione di grafiche per t-shirts, ha deciso di concentrarsi esclusivamente nella progettazione di una propria gamma di tee design (design per T-shirt, NDR) lavorando insieme agli amici di Despair.com. Così è nata Glennz Tees, con base ad Austin-Texas.

Qui di seguito vi presentiamo alcuni tra i lavori più interessanti, divertenti, simpatici e ironici di Glennz, che ha scelto come protagonisti delle sue opere tv series, film, food, video games e tanti altri simboli della pop-culture.

Vi piacerebbe indossare delle t-shirts con queste grafiche? Potete farlo ordinandole direttamente dal suo sito. Enjoy 😉

 

Per guardare tutti i lavori di Glennz, qui in basso trovate i link.

Appartamento LAGO: il marketing che reinterpreta l'abitazione [INTERVISTA]

Quando ci viene chiesto di pensare al nostro spazio più privato, personale ed intimo, è molto probabile che l’immaginazione vaghi sino a vedere la nostra casa, un nido che abbiamo voluto costruire -possibilità permettendo- a nostra immagine, dove rifugiarci dal resto del mondo, o portandone con noi solo un piccolo pezzetto, quello che più ci va.

Cosa succede però quando un’abitazione viene pensata e costruita proprio per aprirsi al mondo, rivisitarlo,  stravolgere  ruoli e relazioni in una specie di grande showroom condiviso? Il più classico degli “Home, sweet home” sta forse cambiando significato?

Ne abbiamo parlato la settimana scorsa con Memethic Lab: la casa come luogo aperto è un concetto sempre più diffuso, qualcosa che probabilmente trascende la semplice moda. Nella casa si produce senso, sensi sempre nuovi e diversi, diventa un palcoscenico in cui mettere in scena sè stessi, conoscere persone ma soprattutto personaggi, scambiare esperienze, idee: arricchirsi.

Il “living showroom” è il concetto alla base dell’Appartamento Lago. Lago è un’azienda che produce arredamento e mobili di design, la cui mission è mettere l’uomo al centro delle proprie intuizioni, ed è convinta che il design sia uno strumento per consentirgli di vivere appieno la propria abitazione, sentirla propria, migliorare quindi la sua vita. “Un uomo che crea è un uomo che usa”: grazie a questo concetto, ha voluto rivisitare l’idea di esposizione dei mobili, spesso fredda e sterile, invitando i potenziali clienti ad entrare -letteralmente- nel mondo Lago, arredando e aprendo al pubblico svariati appartamenti in varie città del Nord Italia: Milano, Bologna, Venezia, Torino, Bergamo.

Appartamenti di -e con- persone aperte a nuove idee, creative, amanti del design, che hanno sposato la causa del brand e si sono calati nel ruolo di Tenant, accettando che la loro casa fosse ripensata – arredata con i mobili Lago – e aperta a nuove esperienze.  “Il tenant ha il compito di organizzare eventi, conoscere chi fa innovazione nella sua città e sviluppare occasioni di networking, far conoscere a quante più persone possibili il luogo dove vive“.

Un progetto ambizioso, che abbiamo voluto spiegarvi meglio con l’ausilio del Tenant dell’appartamento Milano-Brera, Vito Gionatan Lassandro, in questa intervista.

Che cos’è esattamente un “appartamento Lago”? Puoi spiegarci come funziona?

Provo a dare una risposta anche personale. L’Appartamento LAGO è sia un progetto di marketing sociale che un esperimento di vita in cui si esplorano le possibilità sociali degli spazi privati e intimi. Alla base c’è un feeling con LAGO e soprattutto con le persone che la rappresentano. Il primo approccio avviene sempre perché un amico entusiasta ti presenta dicendo che saresti matto abbastanza per infilarti in questa “cosa” degli Appartamenti. In realtà sarebbe difficile descrivere quello che si intende per “cosa” senza tirare in mezzo la sociologia e l’economia.

Si tratta di ricevere una spinta in avanti nell’aprire la propria casa alle persone sulla base dei propri interessi. Al proprietario interessa sviluppare nuovi rapporti sociali, scovare nuove economie, raccogliere contatti interessanti e portare avanti i suoi interessi. Alla LAGO interessa entrare nelle case della gente e nella loro vita senza aspettare che la si venga a cercare nelle vetrine degli showroom. Interessa capire come stanno cambiando ed evolvendo gli stili di vita e i rapporti con le persone, partecipare a questo cambiamento e promuoverlo.

Dopodiché, se si riscontrano interessi e volontà comuni, si comincia la progettazione degli spazi. Il proprietario di casa, assistito dai tecnici e dai designer di LAGO, pensano gli spazi al meglio e una volta che l’Appartamento è pronto si diventa Tenant.

Come ti sei avvicinato al progetto e hai deciso di diventare Tenant? Cosa significa per te questa figura?

Nel 2009, durante l’apertura del primo Appartamento LAGO in zona Tortona a Milano, mi sono offerto come cuoco per una serie di cene cui partecipavano giornalisti e alcuni guru dell’innovazione internazionale, in vari ambiti. All’epoca facevo l’art director per una agenzia di comunicazione e stavo provando a portare avanti la mia passione per il cibo. In quelle serate non ho fatto il mio dovere fino in fondo: cucinavo poco e discutevo molto. Ero affascinato dalla intimità che si riusciva a stabilire con persone e personaggi che fino al giorno prima non avrei saputo come incontrare. Alla fine di quelle serate uno dei responsabili dell’azienda mi ha chiesto se mi sarebbe interessato essere il primo Tenant di un Appartamento LAGO. Dopo un anno la proposta è divenuta reale. Ora ci vivo con mia moglie Gloria Lancia. L’appartamento di Via Brera 30 è anche sede di Nu Bureau, uno studio di comunicazione fondato con Marco Bravo e Michele Gasparoli, e di FOODA | Food Design Association.

FOODA vuole coniugare estetica, design e cibo: in che modo riesci a realizzare concretamente questo dialogo “estetico e gastronomico” con le persone?

Ho cominciato a interessarmi di cibo perché ho sempre pensato fosse uno strumento straordinario per comprendere l’uomo e il mondo. Mi sono accorto subito di stare entrando in un mondo enormemente complesso e affascinante. Ci sono voluti anni, e non ho mai smesso, di studiare sia in campo umanistico che progettuale.

Oggi sono contento di potere comprendere le relazioni che intercorrono tra un dato governo e l’uso di piatti pronti, tra l’energia rinnovabile e gli orti in città, tra una espressione di disgusto e la personalità una persona. Per me il cibo è un linguaggio ed è il modo migliore con cui riesco a dialogare.

Come associazione abbiamo vari progetti in ballo. Uno di questi lo abbiamo chiamato FOODAM | Food Design & Art Museum e lo abbiamo presentato durante il Salone del Mobile 2011 con una mostra intitolata FOODforFUTURE. Puntiamo a costruire il primo museo al mondo che coniughi arte, design e cibo.

Nel vostro appartamento si tengono sempre interessanti iniziative ed eventi che puntano alla condivisione di esperienze. Cos’avete in progetto nei prossimi mesi? Puoi anticiparci qualcosa?

Sempre a proposito di cibo stiamo organizzando dei corsi di cucina su vari temi e con vari tagli. Dai più divertenti ai più tecnici. Abbiamo in programma mostre di fotografia e di arte, conferenze sull’urbanistica milanese, workshop sul design più tutto quello che le persone vengono a proporci. Per questo non c’è un vero e proprio calendario. Teniamo però un blog su cui riportiamo tutte le iniziative in programma.

Grazie Vito, a nome di tutti i Ninja…credo proprio che qualcuno di noi verrà a trovarti al più presto! 😉

Al via Kultur Convivio tra cultura della rete e piacere di stare insieme

Al via Kultur Convivio: tra cultura della rete e piacere di stare insieme [EVENTO]

Al via Kultur Convivio tra cultura della rete e piacere di stare insiemeManca ormai pochissimo al Kultur Convivio, l’ottimo evento organizzato da Grafo Ventures. L’evento nasce come l’evento italiano che mira a coinvolgere la comunità imprenditoriale italiana offrendole un appuntamento fisso d’aggregazione.

Per chi non potrà partecipare c’è una bella notizia!

Sempre Grafo Ventures organizza di tanto in tanto degli incontri ad ingresso gratuito. L’iniziativa si chiama “Kultur Experience“. L’obiettivo è simile a quello del Kultur Convivio:

Vogliamo far emergere e raccontare le storie degli imprenditori che, dall’Italia, sono riusciti a creare un progetto distintivo nel campo degli Online & Digital Media.

Gli incontri si svolgono sempre a Milano e durano circa un’ora e mezza. Il prossimo appuntamento è con Vito Lomele, founder & CEO di Jobrapido.net e si svolgerà il giorno 14 Giugno 2011, 18.30 all’Halldis Gallery di Milano!

Per chi parteciperà al Kultur Convivio il programma!

Si inizia alle 12. Verosimilmente la maggior parte dei partecipanti arriverà tra le 11.45 e le 12.15.

Aperitivo e Pranzo: uno spazio libero dedicato al networking

Niente tavoli e niente posti assegnati, sarà un momento libero e ideale per fare networking con tutti i protagonisti dell’evento. Mi raccomando occhi aperti e orecchie spalancate. I migliori incontri si fanno davanti a dell’ottimo cibo. A quanto pare il pranzo è stato preparato con la massima cura per accontentare anche gli ospiti più esigenti. Qui sotto qualche dettaglio:

Il menu è a cura dell’Osteria del Treno (ristorante SlowFood).
Si parte con un aperitivo a base di cocktail tipici della tradizione milanese (es. Rabarbaro Zucca, Campari, ecc. – ci sono anche bevande analcoliche) e poi si prosegue con le altre portate.
Ci abbiamo messo molta cura e si dovrebbe proprio mangiare bene!

Quanti e chi sono i partecipanti del Kultur Convivio

Ci saranno in totale 130 partecipanti. Oltre ai nomi presenti sul sito, ci sono altre 50 persone circa, tra imprenditori, investitori, manager e giornalisti del settore. Probabilmente incontrerete persone che conoscete già almeno di nome, ma avere l’occasione per approfondire la conoscenza è impagabile! I responsabili del Kultur Convivio saranno a disposizione per facilitare le relazioni e per non far sentire nessuno come un pesce fuor d’acqua.

Le Tavole rotonde: Il momento “strutturato”

Si inizia verso le 14.15. Le tavole rotonde partiranno tutte in contemporanea e si svolgeranno in parallelo. Consiglio a chi ci sarà di arrivare preparati e scegliere già da casa a quale interessa partecipare. Ogni tavola rotonda avrà una quindicina di persone in totale, tra moderatore, relatori e un piccolo gruppo di spettatori e avrà una durata di circa due ore! Non immaginatevi una cosa undirezionale perchè sarà tutto molto interattivo e divertente!

La discussione si svolgerà come un confronto informale tra i partecipanti, che bene o male operano tutti in un medesimo contesto (anche se da prospettive differenti).

Sul sito internet dell’evento trovi maggiori informazioni sul formato nella sezione “Programma Dettagliato”.

Luogo di svolgimento del Kultur Convivio

L’evento si svolgerà in una sala Liberty di fine ‘800 che si trova in via San Gregorio 46 (tra Repubblica e Stazione Centrale, una traversa di via Vittor Pisani). E’ consigliato di venire con i mezzi. Sia che si venga in treno, che in metro, tram, taxi, è molto comodo.

Per chi decidesse di venire In macchina quasi sicuramente troverà parcheggio in uno degli autosilo presenti in zona (un paio sono proprio nelle vie adiacenti, a meno di 100m dal posto).

L'omaggio di Google per i 150 anni d'Italia

Da sempre Google dimostra di essere un brand capace di prendere posizione nella società, avviando iniziative legate ai più importanti eventi mondiali.

A pochi mesi dal lancio di Google for Nonprofits, la multinazionale ha pensato a un nuovo progetto  Continua a leggere

Twitter ora fotografa il mondo [VIDEO]

Una foto vale più di mille parole, un hashtag vale più di mille immagini: una buona ricerca può portarti ovunque.

Potremmo considerarla la nuova filosofia di Twitter, che recentemente ha aggiunto la possibilità di visualizzare foto e video tra i risultati delle ricerche. Basta un click, e voilà, il mondo vi si aprirà davanti!
E lo stesso team di Twitter annuncia che presto potremo allegare foto e video direttamente ai nostri tweet. Sembra proprio che la rincorsa al primato di social network più diffuso (ora appartenente a Facebook) sia partita…
Staremo a vedere, ma certamente questa novità rimane davvero gradita a tutti i Twitteri, che ora potranno raccontare il loro piccolo pezzo di mondo anche tramite foto e video.

Peugeot 408: prova il mini airbag su carta!

Quale modo migliore per dimostrare la sicurezza della propria auto se non quello di far testare, anzi “tastare”, la funzionalità dell’airbag?

È l’ultima idea nata in casa Peugeot. Per mettere in evidenza la sicurezza della nuova Peugeot 408, dotata di 6 airbag e 8 punti di protezione, l’agenzia Loducca di San Paolo ha ideato un innovativo annuncio stampa.

Riprodotto in 2 pagine di giornale, il cruscotto dell’auto, se colpito nel punto giusto, farà esplodere un piccolo airbag che offre la garanzia di assorbire qualunque impatto. Notevole, allo stesso modo, è stato l’impatto che la notizia ha generato grazie al video virale che sta facendo il giro del web.

Come coinvolgere gli utenti nelle campagne di social media marketing [HOW TO]

Il crowdsourcing, tecnica di problem solving che affida lo svolgimento di compiti a utenti volontari reclutati tramite una open call sul web, viene ormai integrato nelle strategie di marketing di un numero sempre maggiore di brand.

Alcune esperienze recenti hanno contribuito a mettere in luce le potenzialità di questo modello di business, capace di coinvolgere gli utenti (e supportare le aziende) nella creazione di nuovi contenuti e prodotti, di rinforzare la brand awareness e il customer engagement.

L’utilizzo particolarmente originale ed efficace di questa tecnica da parte di cinque diversi brand ci permette di stilare una lista di cinque obiettivi che l’avvio di iniziative di crowdsourcing può contribuire a realizzare.

Rinforzare i valori del brand: la Ben & Jerry’s Good Ideas (di cui noi di Ninja Marketing vi abbiamo già parlato), è un ottimo esempio di strategia a supporto dell’universo valoriale ed identitario del brand. La chiamata a raccolta per chiunque (associazione, cooperativa sociale, fondazione, ONG, Onlus o start-up) abbia delle buone idee che contribuiscano o abbiano l’obiettivo di migliorare la vita delle persone, degli animali, insomma rendere il mondo un posto migliore, e per le quali Ben & Jerry’s mette a disposizione un budget complessivo di € 50.000 (da suddividere tra le 25 “good ideas” più meritevoli, scelte dagli utenti attraverso una “like application” presente sul sito e sulla pagina Facebook), è coerente con la filosofia di un brand (nato nel Vermont nel 1978) da sempre impegnato a coniugare una forte consapevolezza locale con una forza di volontà globale.

Progettare nuovi prodotti: è stato questo l’obiettivo della campagna Fiat Mio. A car to call your own, che è riuscita a coinvolgere ben 17000 utenti nella progettazione del design della nuova automobile e che è valsa a Fiat e all’AgênciaClick Isobar il premio Best Use of Social Media Platform ai Bees Awards 2011. Gli utenti hanno potuto dare suggerimenti, commentare e fare osservazioni riguardo ogni aspetto del processo di realizzazione del veicolo, dal numero di posti per i passeggeri all’integrazione di touch screen e comandi vocali.
La catena di distribuzione Waitrose ha invece lanciato ad agosto 2010 una campagna che ha raccolto le ricette di centinaia di suoi clienti (esclusivamente membri del MyWaitrose Club) per creare il suo primo prodotto completamente crowd-sourced, un dolce chiamato Seriously Chocolatey Rose-Infused Chocolate Ganache, alla cui creatrice è stato assegnato un premio di £1,000 (oltre alla soddisfazione di vedere il suo dessert in vendita sugli scaffali degli store Waitrose, promosso su Facebook e sui customer magazine Waitrose).

Creare nuovi contenuti: il progetto Behind the Mask della Sony cavalca l’onda del mito di Michael Jackson e lancia un contest dedicato a cantanti, ballerini, musicisti o semplici fan della pop star per creare un mash-up video che accompagnerà la traccia Behind the Mask, presente nell’album postumo di Jacko.

Aumentare il customer engagement: la National Trust, l’associazione inglese per la difesa dei patrimoni culturali e naturali, si ispira a Farmville e con il progetto MyFarm coinvolge 10000 contadini nella gestione della Wimpole Estate. Tramite il sito dedicato, si può partecipare alle discussioni e contribuire alle decisioni relative alla conduzione della tenuta.

Rinnovare l’immagine del brand: i contest per il re-design dei loghi aziendali sono ormai piuttosto comuni. Tra le aziende che recentemente hanno utilizzato questo espediente c’è il magazine Esquire, che ha affidato la creazione del suo nuovo logo alla community di graphic designer 99Design.
La Deutsche Boerse e la New York Stock Exchange hanno invece lanciato una iniziativa di crowdsourcing che coinvolge i loro 6000 dipendenti: a loro è stata infatti rivolta una “call for ideas” per stabilire il nome da assegnare all’istituzione nata dalla fusione tra le piazze finanziarie.
Iniziative di questo genere possono comportare però dei rischi (l’incertezza della qualità dei risultati, se non si lavora con dei professionisti) e possono anche attirare delle critiche, legate all’utilizzo di collaboratori non pagati, come è accaduto ad Adobe quando ha lanciato la campagna Adobe Creative Juices.

Il crowdsourcing dunque, se ben utilizzato e integrato nella complessiva strategia di marketing aziendale, riesce a far leva efficacemente sull’intelligenza collettiva delle comunità virtuali. Per concludere vi segnaliamo ancora quattro progetti interessanti, forse non estremamente recenti, ma che si sono distinti per la loro originalità.

Toyota Ideas for Good: Toyota ha chiesto alla comunità di utenti di suggerire degli utilizzi alternativi e possibili di un impatto positivo sull’ambiente per cinque sue tecnologie. Oltre 9000 sono state le idee proposte, mentre la campagna è stata menzionata oltre 220000 volte su numerosissimi siti web e blog.

Pepsi Refresh Project: un progetto, a metà tra crowdsourcing e cause marketing, che premia (e finanzia) le idee migliori proposte dagli utenti in grado di cambiare il mondo. Noi di Ninja Marketing l’abbiamo inserito nella Top 10 dei marketing moment 2010.

Mob the Rainbow: una campagna su Facebook lanciata da Skittles, la nota marca di caramelle, che è riuscita a coinvolgere i sostenitori del brand in divertenti e originali (a volte benefici) eventi offline di volta in volta votati e scelti dagli utenti.

Aviva Community Fund: l’iniziativa, portata avanti dalla divisione canadese della compagnia d’assicurazioni, chiede ai clienti di scegliere quali progetti, nell’ambito della loro comunità di riferimento, devono essere finanziati da Aviva.

Ad accomunare queste campagne è dunque un utilizzo innovativo dei social media marketing tool: la brand awareness, il customer engagement e il valore del brand possono essere accresciuti tramite il coinvolgimento degli utenti in progetti capaci di un vero e proprio impatto sociale.

Startup e importanza del beta test. Il caso Gran Tennis [INTERVISTA]

Oggi abbiamo il piacere di avere con noi Romain Verrecchia fondatore di Gran Tennis.
Ciao Romain e benvenuto su Ninja Marketing, puoi descriverci in breve le tappe fondamentali della tua startup, quando nasce, con chi e come si sviluppa?

Gran Tennis nasce in realtà da un altro progetto differente partito nel 2006 e abbandonato nel 2008 per i troppi impegni esterni dei membri del team e per l’aumento della concorrenza con prodotti molto simili. Nel 2011 decido di recuperare gran parte del lavoro fatto sul prototipo per trasformarlo in qualcos’altro dove la concorrenza è per il momento assente o scarsa. Dopo tante analisi e valutazioni decido di creare Gran Tennis. Chiedo il permesso alla persona che aveva scritto il codice del vecchio progetto con me di riutilizzarlo come base di partenza e mi metto d’accordo con mio fratello Matteo che è un ottimo art-director. A completare il team c’è Monica, che curerà la parte amministrativa. A breve forse entrerà uno sviluppatore, ma siamo ancora in trattativa.

In base a quali criteri sceglierete lo sviluppatore?
Sicuramente fiducia e professionalità, difatti la persona con la quale sono in contatto è prima di tutto qualcuno di cui mi fido al 100% e che so molto preparato.

Presentaci la tua startup, che tipo di bisogno intende soddisfare Gran Tennis?
Il bisogno dei giocatori di Tennis di giocare a tennis ovviamente! Siccome non è sempre facile trovare persone con chi giocare, Gran Tennis aiuta a trovare il partner, ad individuare il campo nel quartiere ed a fissare luogo, data e ora dell’incontro. Essendo uno “sport social network” l’utente avrà la possibilità di tracciare le sue partite e risultati e di crearsi un gruppo di “amici” con chi giocare regolarmente e condividere la sua vita sportiva.

Che tipo di tecnologia adopera Gran Tennis?
Gran Tennis è una classica web app sviluppata su piattaforma LAMP con un framework scritto da Gianluca Giusti (la persona che ha scritto buon parte del codice del vecchio progetto su cui si basa Gran Tennis).

Quali features state sviluppando?
Migliorare la user-experience, il profilo dell’utente con tutto una parte dedicata alle statistiche dei giocatori, la localizzazione in altre 2 lingue e poi piu avanti ci sarà una feature legata al business model, insomma quella che dovrà farci mangiare… 😉

Quanto è importante il beta test per lo sviluppo di Gran Tennis?
Ritengo che il beta testing per noi è fondamentale per vari motivi, prima di tutto per testare effettivamente la piattaforma e magari farci consigliare sui veri bisogni degli utilizzatori e poi Gran Tennis essendo un prodotto che ha le sue basi su una comunità di utenti è meglio iniziare a costruirla il prima possibile, anche con un prodotto non terminato.

In base a quali fattori scegli i partecipanti al beta test? In che modo ne stimoli il coinvolgimento? Chi è il beta tester perfetto?
Abbiamo cominciato dagli amici perché ci sembrava la cosa più ovvia, poi dal gruppo ISS per avere utenti avanzati e connessi nel mondo “startup”. Il prossimo step saranno gli iscritti ad alcuni circoli di Tennis e i lettori di ninja marketing? (forza ninja aiutiamo Romain, ndr) Come stimolo penso che è sufficiente l’attrazione della novità e dell’esclusività. Ad ogni modo il beta tester perfetto è un tennista che vive in una grande città con tendenze geek.

Quanto tempo durerà il beta test e quando un beta test può considerarsi concluso?
Durerà tutto il tempo necessario per sviluppare un prodotto ritenuto affidabile, accattivante e che soddisfa i bisogni dell’utente.

Che importanza attribuisci al marketing? Quali tecniche metterai in piedi una volta lanciata la versione definitiva della piattaforma?
Il marketing come per qualsiasi progetto web sarà indispensabile, per adesso abbiamo pianificato una campagna basata sui social network e in parallelo la presenza fisica sui campi da tennis, piu tardi se avremo fondi, si potrà pensare a qualcosa di piu “impegnativo”. Le idee per spendere ci sono… 😉

Che rapporti avete con i Venture Capital? Avete mai pensato di rivolgervi ad un VC per ottenere finanziamenti?
Attualmente nessuno, vogliamo prima avere un ottimo prodotto e soprattutto una buona traction per partire da un gradino più alto in eventuali trattative.

Grazie Romain, a nome mio e della comunità dei Ninja!

Volete aiutare Romain nello sviluppo della sua startup? Fate richiesta per avere un invito all’indirizzo invito@grantennis.com.