Con un gioco di parole si può parlare di in-sperience, cioè di esperienze, che non si fanno più solo fuori ma anche e soprattutto dentro casa. Il cinema, il teatro, la palestra, la spa, il parrucchiere, il ristorante. La casa è un luogo sempre più aperto, senza pareti, che filtra le esperienze esterne. Un luogo di produzione di senso e la scena di rappresentazione di nuove tendenze.
Le performing arts in casa
Scena e, in alcuni casi, palcoscenico. Diffusi da tempo negli States, gli House Concert hanno preso piede anche in Italia. Musicisti emergenti e affermati si esibiscono unplugged davanti a pochi invitati, quanti ne contiene un soggiorno, per intenderci. Un’ora circa di pura musica e ascolto all’insegna di un legame insolitamente intimo tra pubblico e artista. Il circuito viaggia sul web e i social network, le location sono svelate via mail - e solo qualche ora prima - a chi si iscrive, i partecipanti sono invitati a portare cibo e bevande, come si fa in un vero ritrovo tra amici. Perché prima e dopo si beve e si chiacchiera tutti insieme, artisti compresi.
Ma non solo. Anche l’arte contemporanea sceglie come cornice espositiva le case private che per una sera si trasformano in gallerie. Si tratta di vere e proprie mostre, gestite con modalità professionali a cui il padrone di casa può dare il suo personale contributo “curatoriale”, dal momento che lo spazio/casa espositivo ne rispecchia stile e personalità.
Qualità e professionalità
La dimensione domestica è da sempre intimamente connessa al cibo. E a casa si può mangiare bene come al ristorante. Se il take away è un concetto scontato - e spesso associato a un ripiego - quello “d’autore” è di recente comparsa e diffusione ed è, al contrario, legato a una scelta di qualità. The Friday Night Takeout è il servizio ideato da Frank Hannon - chef di numerosi ristoranti di grido - e attivo per il momento nelle aree di London Fields, Shoreditch e South Hackney. Ogni venerdì, partendo da ingredienti selezionati e rigorosamente di stagione, Frank si esibisce in un piatto a sua scelta (su richiesta anche vegetariano), lo posta sul suo blog e lo consegna a domicilio. Un esempio tra i tanti.
Spazio alla qualità, quindi, e alla professionalità tra le mura di casa. Autoproduzione è diventata in questi ultimi anni – complice anche la crisi – una parola chiave. Largo quindi alle macchine per impastare il pane, produrre vino e ai sistemi outdoor e indoor di coltivazione degli ortaggi, vere e proprie micro-serre domestiche.
La casa non si afferma solo come un contenitore di consumi esterni, ma anche come un codice estetico, espressivo e relazionale da replicare negli spazi pubblici. Negozi, ristoranti, bar e locali riproducono nel design e nell’allestimento l’intimità e le atmosfere calde della casa. La domesticità, l’agio e l’accoglienza sono elementi differenzianti percepiti come un valore dai consumatori.
A Bogotà il locale principe della movida locale – la cosiddetta rumba – è la casa di Armando Fuentes, rockstar locale che negli anni '70 aveva cercato fortuna e eccessi a Londra e che, tornato in patria con il nome di Armando Records, è diventato un importante manager di artisti. Qualche anno fa decide di trasformare casa sua nel locale più ambito della vita notturna cittadina. Lo stile, quello dei gloriosi anni 70, un ampio terrazzo su cui si balla e si improvvisano concerti e selezione alla porta. Perché mica fai entrare chiunque a casa tua? No, se fosse vero. Il punto è che Armando non esiste. È il frutto dell’immaginazione e dell’abilità imprenditoriale di cinque giovani amici che hanno ri-creato una domesticità “finzionale” e l’hanno fatta abitare da una leggenda metropolitana.
Alessia Zampano