The Job Challange: 14 lavori diversi in un mese [VIRAL VIDEO]

Ricordate la canzone degli Offspring “why don’t you get a job”? Il protagonista di questo video ha preso il consiglio alla lettera.
Tutto è cominciato grazie alla sua ragazza: “trovati un lavoro!” e il giovane ha accettato senza indugio la sfida. Ha finalmente deciso di lavorare ma non intraprendendo una sola professione ma ben 14 professioni diverse in un solo mese. Quindi si è improvvisato impiegato d’ufficio, cameriere, meccanico, assistente cuoco, postino, skipper, attore di film porno, giusto per citare qualche professione. Insomma un vero e prorpio fac totum.
Sarà soddisfatta la ragazza del suo uomo tutto fare? Considererà vinta la sfida? Nell’attesa della decisione il giovane ha ben pensato di godersi i restanti giorni in assoluto relax! In fondo, lavorare ha lavorato!

Il video è stato sponsorizzato da Jobrapido, il famoso portale per chi cerca lavoro: come dire “se vi troviamo 14 lavori in un mese, immaginate cosa siamo capaci di fare in un anno!”.

Social Music con Mumuplayer e Listening Room

Il Web 2.0 ha trasformato tutto, o quasi,  in “social”, ma poco è riuscito a fare, invece, per la musica. Nonostante lo streaming e la possibilità di fare sharing di video e brani musicali con un click, i servizi cloud di Apple e Amazon, in una Rete dove c’è sempre più uno spirito di community, ascoltare musica è rimasta quasi un’ attività solitaria. Non mancano alcuni tentativi, come Last.fm, che però non sono riusciti a far rivivere l’esperienza della musica quando era davvero un’esperienza sociale, piuttosto che social.

Listening Room Mumuplayer sono destinati a cambiare musica! Due diversi servizi nati da un’idea del tutto simile: i creatori, rispettivamente  lo sviluppatore Abe Fetting ed Esben Milan, volevano infatti rispolverare la socialità e l’interazione legata alla musica, ma anche ad altre attività creative e… ci sono riusciti!

1. Listening Room

La storia di Listening Room parte da una riflessione in seguito alla quale, Abe e Luke, un amico, realizzarono un blog  per ascoltare insieme in real-time la musica e chattare scambiando commenti ed opinioni:

“I had been thinking about how listening to music with other people, and talking about what you’re listening to, is a fun thing to do, and something I wished I could do more. There’s something about the conversation that makes it more fun than just hearing the song.”

 Tra il dire e il fare…c’è di mezzo l’ HTML5 audio che ha permesso la creazione di un app per lo sharing dei brani musicali mp3 tra i browser.  Basta creare una “room”, fare l’upload dei file, ascoltare e chattare con gli altri amici.

2. Mumuplayer

Mumuplayer  invece nasce dalla voglia di creare uno spazio comune ed interattivo per i creativi per dare spazio a design, progetti, scrittura. Come succede spesso, da un’idea si arriva ad un’altra, quasi per caso, e  in questo la scoperta del collega che aveva trovato un modo per controllare le casse e l’audio degli altri pc dell’ufficio diede l’impulso  al progetto. Mumuplayer è 100% web based, non ha bisogno di software, ma solo del browser: per ascoltare e condividere i brani basta creare una playlist e poi inviarla ai propri contatti, anche via Facebook. Ognuno poi può editare la playlist aggiungendo files e chattare con gli altri, ma vi è il limite di 5 utenti.

La differenza tra i due servizi, entrambi dotati di un’interfaccia semplice e intuitiva, è che Listening Room non pone limiti di accesso.

Per ora, pur toccando un tasto dolente, quello dei diritti d’autore, sembra che non vi siano problemi legali per i due social music player.

Bootstrapping a startup. Alcuni semplici consigli [HOW TO]

In una situazione, come quella italiana, dove il volume di capitale disponibile per il finanziamento delle startup è si cospicuo, ma allo stesso tempo fortemente limitato da barriere burocratiche che ne ostacolano l’ utilizzo, valutare la via del bootstrapping è d’obbligo per tutti coloro che decidono di avviare una startup (una breve sintesi sul tema è stata pubblicata la scorsa settimana).

Il bootstrapping, secondo la definizione tratta da Investopedia è una situazione nella quale un imprenditore starts a company with little capital. An individual is said to be bootstrapping when he or she attempts to found and build a company from personal finances or from the operating revenues of the new company.

Spesso però fare bootstrapping può essere una vera e propria scelta di politica aziendale come nel caso di startup che hanno bisogno di budget relativamente piccoli per partire. L’autofinanziamento difatti può avere anche dei risvolti positivi sulla gestione aziendale come per esempio una totale autonomia nelle decisioni oppure un guadagno superiore nel caso in cui la vostra impresa abbia successo.

Di seguito elencheremo, senza alcuna pretesa di esaustività, una serie di punti da seguire qualora dovreste decidere di avviare la vostra startup attraverso il metodo del bootstrapping.       

1. Testa il mercato

Prima di avviare una startup dovresti valutare il grado d’interesse dei tuoi potenziali clienti. Comprendere che tipo di uso I tuoi clienti potrebbero fare del prodotto, capire quali miglioramenti apportare in funzione delle loro esigenze e quanto sarebbero disposti a pagare. Un tale approccio ti permetterebbe di comprendere quali funzionalità sviluppare immediatamente per poter rendere il tuo prodotto vendibile e quali in un secondo momento.

2. Mantieni il controllo dei costi

Per fare bootstrapping hai bisogno di essere il più efficiente possibile, evita di produrre sprechi e di fare acquisti senza criterio o di investire in mezzi o strutture non strettamente necessari. Cerca di abbattere I costi fissi, valuta la possibilità di lavorare da casa (negli USA sono previste agevolazioni fiscali per l’home office) oppure di condividere l’ufficio con altre società. Prova ad usare lo scambio, come forma di pagamento, attraverso l’offerta di servizi a società che ne hanno bisogno.

3. Scendi velocemente sul mercato

Per dirla con Guy Kawasaki: il prodotto perfetto non esiste. Scendere velocemente sul mercato può aiutarti a capire il prima possibile cosa il cliente pensa del tuo prodotto oltre che iniziare a fare cassa da subito. Se il prodotto funziona potrai impiegare i ricavi per finanziare le attività future.

4. Programma i volumi di vendite

Decidi in anticipo gli obiettivi di vendita per il primo anno. Assumiamo che tu abbia bisogno di incassare 50k il primo anno e che per ogni vendita ricavi 1k. Questo significa che bisognerà effettuare 50 vendite durante l’anno (circa una a settimana). Se per ogni 100 clienti contattati (o ingaggiati) a settimana, solo uno acquisterà il tuo prodotto/servizio, fai in modo di mantenere sempre sullo stesso livello il tasso di engagement dei potenziali clienti. II modello di previsione bottom-up ti offre la possibilità di raggiungere I tuoi obiettivi di vendita, di controllare I costi di avvio ed il tasso di crescita.

5. Lavora con un piccolo team

Un team composto da molte persone può prosciugare il tuo capitale molto più velocemente di ogni altra cosa. Cerca di assumere esclusivamente il personale di cui hai effettivamente bisogno. Se necessario affida ai tuoi dipendenti diverse funzioni ed offri loro piccole quote di società al posto di un aumento di stipendio. Valuta attentamente la possibilità di rivolgersi all’università per assumere personale. Esistono difatti molti programmi che prevedono l’inserimento di studenti universitari all’interno di aziende per stage, tirocini e periodi di formazione.

6. Fai utilizzo di piattaforme di outsourcing

Valuta l’utilizzo di piattaforme di outsourcing per effettuare lavori a breve termine (twago, 99designs, Elance, Freelancer…). La pratica dell’outsourcing potrà permetterti di beneficiare di un notevole taglio dei costi, di soddisfare la necessità di trovare flessibili con competenze molto specifiche.

7. Valuta attentamente le strategie di marketing

Usa I social network per creare una connessione tra te e I tuoi clienti e per promuovere il tuo business. Cerca di apparire nei blog più autorevoli che trattano di business a te affini, racconta la tua storia con passione e cerca di essere il più corretto possibile. Sfrutta la rete di amicizie e conoscenze professionali per far conoscere la tua azienda.

Fare bootstrapping per lanciare la propria impresa può rappresentare, a detta dei più, un’esperienza estremamente gratificante e altamente formativa. E’ chiaro però che spesso non si può fare a meno dell’utilizzo di fondi e finanziamenti, come nel caso di startup che necessitano di una grossa mole di capitali per lo sviluppo del proprio prodotto/servizio. Il bootstrapping rappresenta quindi una soluzione che va pianificata attentamente e analizzata caso per caso.

Quello che ogni marketer deve sapere sul +1 di Google per AdWords

Google ha lanciato già da qualche tempo il pulsante +1, un modo per gli utenti di votare i contenuti che essi ritengono più di qualità. Nei giorni scorsi è stato implementato il senso di questo pulsante grazie allo sbarco della piattaforma social Google + (il funzionamento è ora paragonabile ai Likes di Facebook).

Ma vediamo nello specifico Cosa ogni operatore di Marketing deve sapere sul pulsante +1 per AdWords

Come funziona Google +1 con AdWords

Ecco un esempio direttamente inviato da Google ai suoi utenti:

Brian la scorsa estate ha passato una splendida settimana in un hotel di Madrid. Ha così deciso di tornare in Spagna e cercando su Google, dopo aver effettuato l’accesso a Google Account, si imbatte proprio nell’annuncio di quell’hotel. Decide così di cliccare il pulsante +1 per consigliare l’hotel ai suoi contatti.

Quando Ann, un’amica di Brian nonché suo contatto su Google, decide di programmare un viaggio in Spagna si imbatte anch’essa nell’annuncio dell’hotel dove Brian aveva pernottato. Oltre all’annuncio Ann visualizzerà anche la nota del +1 effettuato da Brian, ciò aiuterà Ann a decidere l’hotel in cui pernottare.

Ogni +1 è come una raccomandazione personale per il tuo annuncio

Il pulsante +1 integra l’elemento di approvazione sociale alle campagne di search engine marketing. Ad ogni +1 il tuo annuncio PPC (Pay per click) riceve una raccomandazione personale. Meglio ancora se la raccomandazione è visualizzabile solo tra i contatti di Google: ciò la rende ancora più credibile.

Più credibilità possiede il tuo annuncio più aumentano le chance che gli utenti clicchino sul tuo annuncio.

Il +1 può avere un impatto su come i tuoi annunci vengono serviti e su quanto ti costano

E’ importante annotare che il pulsante +1 pur non cambiando essenzialmente il modo in cui gli annunci sono serviti, può indirettamente avere un impatto sul Quality Score dei tuoi annunci.

Il Quality Score è costituito da tre fattori: il CTR (click through rate), la pertinenza dell’annuncio e la qualità della pagina di destinazione. Più alto è il tuo quality score, più efficienti saranno i tuoi annunci e meno Google ti addebiterà.

Grazie alla credibilità conferita dal pulsante +1, ci sarà un livello extra di engagement che aumenterà il CTR dei tuoi annunci. Il +1 non fa parte del Quality Score ma influenza molto il CTR, che ha il peso maggiore nel calcolo del Quality Score.

Attenzione…è possibile perdere la propria cronologia di +1!

Quando qualcuno clicca su +1 ad un tuo annuncio PPC, quel +1 non viene accreditato al tuo annuncio ma all’URL del tuo annuncio. Se cambi l’URL di destinazione del tuo annuncio, perderai tutta la cronologia dei +1.

Pensaci due volte prima di cambiare l’URL di destinazione dell’annuncio, e se proprio desideri ottimizzare l’annuncio modificane l’aspetto senza cambiare l’URL.

L’aggiunta del pulsante +1 a AdWords è solo l’inizio di un processo che premierà sempre più gli inserzionisti che forniscono contenuti di qualità con un posizionamento migliore e tariffe pubblicitarie più convenienti.

Nel futuro sarà sempre più difficile per gli inserzionisti “comprare” il posizionamento migliore e ciò permettera anche ai piccoli business di avere una chance nel mercato.

E voi cosa ne pensate dell’integrazione del pulsante +1 in AdWords?

Societing Summer School 2011: i Social Media e l'ondata di rivoluzione del Mediterraneo [EVENTO]

 

Societing Summer School 2011: i Social Media e l'ondata di rivoluzione del Mediterraneo

Hi guys! What are you going to do this summer?
Non avete capito niente? Ok, allora iniziamo col piede sbagliato!
E se vi dico Societing Summer School, un po’ meglio?!

Già sentito, vero? Ebbene, proviamo a tornare un po’ indietro nel tempo era l’agosto del 2010 e vedeva la nascita della Societing Summer School… Ancora niente??? Ok, allora torniamo a qualche giorno fa, vi siete ricordati che è luglio e ormai è tardi per prenotare (questo ve lo ricordate eh!); sareste voluti andare a Londra, in Spagna, ecc… ma ormai è troppo tardi, ok allora… Societing Summer School!

Dal 23 al 28 agosto restate in Italia, la costiera amalfitana si veste di Mediterraneo con una scuola estiva non convenzionale e come relatori i grandi nomi della scena internazionale del mondo economico, sociologico e del marketing!… In Inglese.

Vi sentirete al centro della scena internazionale rimanendo comodamente nel Bel Paese… vi piace l’idea eh!

La più divertente e stimolante sessione di studi estivi quest’anno torna e si interrogherà ( non scappate! Ho detto SI interroga, non VI interroga!) sulle rivoluzioni attuate e/o in atto nel Mediterraneo, forse dovute, forse amplificate, forse entrambe le cose, dai nuovi Media.

Bill Emmot , Tia Kansara, John Grant, Jawdat Manna, Jaromil, Adam Arvidsson, Giovanni Boccia Artieri, Alex Giordano, Mirko Pallera, … si incontreranno per analizzare insieme quale ruolo gioca la diffusione dei social media –  Facebook, Twitter,Youtube –  nella crescente libertà di espressione insieme alla facilità di creare e diffondere reti  e pensieri quasi istantaneamente attraverso il web.

Che ruolo svolgono questi social media, così apparentemente insignificanti ma così potenti, tanto forti da permettere ai giovani di Paesi come la Libia, l’Egitto, la Tunisia e la Grecia, di organizzarsi nel mondo virtuale per riprendersi la libertà nel mondo reale?

Ma questo non è tutto, perche oltre ad essere una School è anche (e soprattutto) una Summer! Quindi tra lezioni e workshop ci si infilerà il mare, Paestum, la bellezza della costiera amalfitana, la grande opportunità di trovarsi in un ostello con giardino e possibilità di barbeque (!) Tavole rotonde a notte inoltrata e balli coi lupi!… Ok, forse i balli coi lupi no, ma tutto il resto sì! Se non mi credi guarda qui  e lascia quel muso lungo a casa!!!

Avete paura che vi si apriranno i rubinetti e si attaccheranno le camicie addosso durante le lezioni con questo sol leone? Niente paura, questa è una scuola in cui soffia il vento di cambiamento del Mediterraneo!!

Ah, prima di partire per la traviata entusiastica ricordatevi di iscrivervi, c’è tempo fino al 15 Luglio!

5 consigli per comunicare da veri professionisti sui social media

Avete creato pagine Facebook, account Twitter, canali Youtube, blog ecc… seguite assiduamente gli aggiornamenti dal mondo social su Ninja Marketing e avete già messo in pratica molti Ninja consigli…
Cos’altro fare per far sì che ciò comunicate sui social media abbia un valore aggiunto?

Mashable e Vocus hanno ideato la Social PR Series con lo scopo di aiutare le aziende a ottenere ascolto e a far parlare di sé sui social media nel migliore dei modi, senza sovraccarico d’informazioni.

Ecco cinque suggerimenti per comunicare con successo sui social media:

1.    Anticipare e partecipare alle conversazioni su Twitter

Non si può sempre prevedere quali notizie o eventi diventeranno un #hashtag che la gente seguirà, ma è abbastanza sicuro che eventi come gli Oscar o il recente Royal Wedding avranno un folto gruppo di persone che seguiranno gli hashtag prima, durante e subito dopo ogni evento.
I veri professionisti della comunicazione sui social media dovrebbero prendere in considerazione di pubblicare notizie e contenuti rilevanti riguardo questi eventi in modo da avere un pubblico subito pronto a retweettare il comunicato.

Attenzione però! Si può certamente postare il proprio tweet “nella mischia” sperando nei retweet, ma per partecipare realmente alle conversazioni ci si deve impegnare attivamenteretweettando buoni contenuti, seguendo persone importanti, rispondendo alle domande e postando qualcosa di più di un semplice link al vostro brand – così facendo la community vi riconoscerà e valorizzerà il vostro contributo.

2.    Scrivere titoli tweettabili

Se utilizzate un servizio di distribuzione delle notizie per divulgare i vostri comunicati stampa avrete notato che quando vengono condivisi nei tweet compare il nome del servizio che utilizzate e spesso, quindi, il titolo del comunicato viene tagliato perché supera i 140 caratteri.
Scrivere i titoli in ottica tweettabile può influire sul numero di tweet e retweet del vostro comunicato.

Quattro domande da porsi quando si scrive un titolo tweetabile sono:
•    E ‘sufficientemente breve da inserirsi in un tweet che comprende anche il vostro nome utente e un link?
•    Il vostro brand o il nome del prodotto sono all’inizio del titolo in modo che non vengano tagliati?
•    Contiene parole chiave pertinenti in modo che sia ricercabile?
•    È abbastanza incisivo da generare retweet basati solo sul titolo?

3. Trasformare il blog in una fonte di informazioni

I blog sono diventati strumenti molto importanti per la condivisione di notizie e contenuti multimediali che non necessariamente prevedono un comunicato stampa ufficiale, ma potrebbero essere comunque interessanti per i media.

Per esempio, la New York Public Library (NYPL) utilizza Tumblr condividendo continuamente storie e notizie sulla biblioteca. Angela Montefinise, Direttrice delle Pubbliche Relazioni della NYPL, sostiene che molte delle notizie e delle foto pubblicate sul loro blog vengono usate dai giornalisti per scrivere degli articoli.

4.    Creare delle Social News Backgrounders

Quando promuovete una storia, spesso può essere difficile raccogliere tutte le informazioni originarie in una singola mail o chiamare tutti per telefono. I giornalisti hanno meno tempo di tutti per effettuare una ricerca approfondita su di un argomento e apprezzeranno molto i contenuti che renderanno più facile il loro lavoro. Per questo motivo prendete in considerazione di creare delle Social News Backgrounders che accompagneranno il vostro lancio, utilizzando un sito come Delicious.

Serena Matter
, Social Account Manager media alla Peak Communicators, dichiara che lei usa Delicious per creare una raccolta dei link agli articoli più attuali e alle informazioni inerenti al tema che prevedono di promuovere ai media. “Fornisco questa risorsa ai giornalisti a cui voglio promuovere una storia in modo da poter familiarizzare con l’argomento e ridurre il loro tempo di ricerca. Possono riferimento al Backgrounder anche in futuro, nel caso in cui stiano scrivendo un altro articolo sullo stesso tema.”

5.    Utilizzare servizi di aggregazione delle news

Se il vostro piano di comunicazione implica l’aggiornamento di Facebook e di Twitter con notizie rilevanti sul vostro settore, sapete quanto tempo si può passare a controllare i feed ed eseguire ricerche ogni giorno.
Serena Matter consiglia di utilizzare uno strumento di aggregazione come Netvibes per creare una dashboard di fonti di contenuti rilevanti.

“Io uso Netvibes come strumento per l’aggiornamento dei profili dei clienti con la creazione di dashboard personalizzate per amalgamare le fonti di contenuti rilevanti”, dice Materia. “Le dashboard mi permettono di trovare facilmente le informazioni specifiche di settore che posso poi postare sulla pagina Facebook o sul profilo Twitter del cliente “.

Twitter sta testando una bacheca come Facebook

Una delle pecche di Twitter è che non è particolarmente intuitivo. Non ragionate da “social media manager” o da “esperti di social media” e nemmeno da twitteri appassionati. Pensate al tempo che vi ci è voluto ad imparare ad usarlo. Pensate a quel primo giorno in cui vi trovavate davanti a Twitter e non sapevate bene dove mettere le mani. Avevate voglia di imparare e ci siete riusciti. Probabilmente avevate le vostre buone ragioni per farlo. Adesso pensate ai vostri amici, pensate all’uomo della strada, che ritiene che Facebook sia già abbastanza, che non vuole essere aggiornato in tempo reale o ancor prima degli altri (sì, insomma non ha l’ansia della notizia) perché fa la sua personale “rassegna stampa” quando gli pare, che nonostante elenchiate i pregi di Twitter vi risponde: “Mmm quindi a me non servirebbe a niente!”. Oppure mettete che siate particolarmente convincenti invece e che si riusciate a farlo iscrivere. Uno, due, tre tweet e addio. Perché è questo quello che succede nella maggior parte dei casi.

Ebbene Dìck Costolo ci aveva promesso che avrebbe fatto qualcosa per accorciare il gap tra awareness ed engagement. E pare proprio che i loro user operation analyst stiano facendo dei test per consentire alle “matricole” di usare Twitter in maniera più intuitiva dall’inizio, abbassando così il tasso di abbandono.

E questo, al momento disponibile per pochi utenti, sembra essere un altro passo in questa direzione (vedi anche “3 novità per Twitter: foto, ricerca e follow button“) :

In pratica si tratterebbe di inserire lo spazio “Che c’è di nuovo?” anche nella pagina del profilo, proprio come succede per la bacheca di Facebook.

Tra l’altro, ho notato che i nuovi iscritti a Twitter abbiano difficoltà anche ad individuare menzioni e retweet. Sarebbe forse utile spostare anche queste feature nella pagina del profilo, che ne pensate? Com’è il Twitter che vorreste o che, secondo voi, una matricola vorrebbe?

La video chat arriva su Facebook [HOW TO]

Zuckerberg, con l’aiuto dei suoi collaboratori e la partecipazione del CEO di Skype, Tony Bates ha appena annunciato tre novità: chat di gruppo, nuovo design e dulcis in fundo video chat.

Era un po’ il segreto di Pulcinella. A quanto pare lo sapeva persino il suo vicino settantenne che gli dice: “Ehi Mark! Ho sentito alla radio che devi lanciare un nuovo prodotto! E’ la video chat, vero?”

Il fondatore di Facebook ha iniziato a parlare della crescita esponenziale dello sharing, che può essere rappresentata attraverso la legge di Moore. Lo scopo di Facebook è quindi quello di permettere di condividere sempre più elementi.

Presenta quindi le tre novità:

Video chat

E riguardo alla video chat afferma che loro si occupano di social network e “faremo sempre meglio di una compagnia che fa milioni di cose“. Il riferimento a Google è ovvio.

Per ora la chat è one-to-one, perché spiega, insieme al Bates “La maggior parte delle video chiamate sono one-to-one”.

Volete provare la video chat?

Basta andare online sulla chat, cliccare su un amico e e poi sull’icona “start a video call“.

Dovete scaricare il programma. Veramente in pochi secondi.

E poi chiamare.

Vediamo le altre novità.

Nuovo design

Beh, potete già vederlo. Intanto è cambiata la barra della chat in modo che vediate le persone con cui comunicate di più anche se offline per poter scrivere loro più rapidamente senza dover inviare un messaggio privato.

Chat di gruppo

E’ possibile creare una chat di gruppo in maniera istantanea, cliccando semplicemente su “aggiungimi amici alla chat”.

Avete provato già le ultime novità? Noi sì e ci piacciono da morire. Fateci sapere cosa ne pensate!

Ehm come non detto… Dà già qualche problemino… Stiamo tutti videochiamando eh?

La buona notizia è che si può registrare anche un video messaggio!

Mute Button: il silenzio in una piazza affollata [VIRAL VIDEO]

Cosa hanno in comune un uomo con un cane, una bimba in bicicletta accompagnata dalla mamma, un sassofonista, un gruppo di street dance, un uomo al cellulare, una coppia in lite, un predicatore e un uomo con gli occhiali da sole? Facile, l’intento di stupirci!
E’il nuovo video firmato Improv Everywhere: questa volta siamo a Brooklyn, al centro di Prospect Park.

Questi ragazzi si sono dati appuntamento nel parco e hanno iniziato a rumoreggiare tra un’attività e l’altra, come sempre accade nei parchi pubblici. In realtà, il ragazzo con gli occhiali è un Live Button: gli occhiali sul naso implicano rumore, gli occhiali sulla testa silenzio assoluto.
Al segnale i ragazzi continuavano la loro attività, ma completamente in silenzio, provocando reazioni stupefatte e sgomente tra gli ignari passanti. Tra cani silenziosi, predicatori muti, silenziosissimi ballerini e sassofoni afoni la gente si è divertita di fronte a questa scena surreale! Un vero e proprio tasto “mute”, legato agli occhiali del giovane.

Il Gladiatore diceva “al mio segnale scatenate l’inferno”, a Brooklyn si dice “al mio segnale scatenate il silenzio!”.

Google Plus: ecco l'applicazione per Android!

Dopo il lancio della closed beta di Google plus, vediamo insieme come Big G ha deciso di muoversi  sul mobile. Sembra che siamo all’alba di una dura lotta nel mondo dei social network, il +1 sta sempre più prendendo la forma di un peso massimo della rete!

Android App

Ad accogliere l’utente nell’app è una schermata “bianco-Google” molto semplice, vengono visualizzati solo gli elementi essenziali, vediamoli uno a uno.

Cerchie

Le cerchie sono uno dei nuovi concetti introdotti da Google+ , si tratta in definitiva di un modo per suddividere in gruppi i propri contatti, vedremo alcuni esempi già impostati ma sarà possibile senza difficoltà creare le nostre. Nella versione mobile bisogna dire che, rispetto a quella web, si apprezza meno questa caratteristica.

 

Stream

Lo stream è letteralmente il flusso di informazioni che vengono divise su Google+ , con pochi tap è possibile aggiungere post allo stream, foto, o informazioni sul luogo dove ci si trova. Spostando la finestra a destra o sinistra le informazioni verranno organizzati secondo criteri temporali o di vicinanza.

Huddle

Molto utile, consente di organizzare una chat veloce con le proprie cerchie, attraverso pochi tap

Profilo

Qui vengono raccolte tutte le informazioni che abbiamo deciso di condividere, come foto, informazioni di contatto e simili.

Istant Upload

E’ una delle opzioni più interessanti da segnalare, si tratta della possibilità di uploadare sul social network, in ambiente privato, foto e video

iPhone Google+? Bisogna ancora attendere per l’app su iOS

Ancora Google+ non è presente sullo store di Apple, ma l’app è effettivamente stata inviata per l’approvazione. Accetterà la grande mela l’ultimo prodotto di Big G?

 

L’app di Facebook?

Non c’è alcuna discussione, rispetto l’app per facebook, google+ vince su tutta la linea. Big G ha fatto tesoro, probabilmente, di tutto ciò che si è detto fin ora in questi ambiti: il mix con la propria esperienza ha generato, per ora, un ottimo inizio.

Parlando proprio di Facebook, attendiamo tutti quanti le novità in risposta a questa minaccia diretta, promessa a stretto giro direttamente da Palo Alto. Per ora Mark si esprime solo così in merito.

Link all’app Google+

Qui di seguito trovate il link all’applicazione, ancora però è in closed beta: è necessario infatti avere un invito per poter assaggiare questa succosa novità.