
Per riuscire ad avvicinare in questo modo da una parte i produttori dello show che ne controllano il corso, e il pubblico, NBC ha lavorato insieme con Twitter sin dall’inizio di febbraio. Uno dei punti di forza di questa iniziativa intorno a The Voice è sicuramente l’uso degli hashtags #TheVoice, un modo per ancorare i talenti nello show a un senso di immediatezza. Inoltre, l’importante team digitale che NBC ha dedicato allo show ha permesso di curare diversi blog sul portale di NBC e molteplici pagine Facebook aggiungendo foto, clip, punteggi e altri contenuti gestiti direttamente dagli artisti.
A posteriori, la strategia sembra abbia funzionato e abbia constibuito a propellere la premiere dello show fino a far diventare di The Voice un trending topic con un picco di 200.000 tweets il 7 giugno scorso durante la messa in onda e un totale di 2.6 milioni di tweets sullo show nei giorni precedenti. Già in Olanda, paese di origine del formato televisivo, la correlazione tra le conversazioni su Twitter e i ratings in televisione era già affermata e, come afferma uno degli autori, si fondava appunto sull’idea di connessione e interazione che è al centro del formato stesso.
Insomma, Twitter si conferma un ottimo compagno per la televisione e per le conversazioni che essa genera. Certo, da una parte è vero che il fine ultimo di queste iniziative di social media marketing per la televisione è sia la creazione di buzz in generale, sia la promozione di un programma specifico come un evento, e quindi si tratta sempre di creare interesse perché un contenuto che si trova altrove, sul piccolo schermo. Ma dall’altra parte questo duale incomincia al giorno d’oggi a concretizzarsi nelle pratiche televisive, tanto da essere incluso nella “bibbia digitale” (88 pagine! Delle linee guida per l’uso del sito, dei social media e del buzz intorno allo show) di un formato televisivo globale come The Voice.











