Peter Grosser, il vice presidente di AssoComunicazione, risponde a Bad Avenue: aguzzate gli occhi miei cari che qualcosa si sta muovendo nello scenario delle agenzie creative in Italia.
“Caro D.D.,
Ho letto con interesse la lettera aperta che hai voluto rivolgere a me e Massimo Guastini. Condivido molto di quello che scrivi (salvo l’ingiuria a Masi) anche se non tutto è realizzabile nella maniera da te indicata. Le responsabilità per la pessima situazione del mercato pubblicitario italiano non sono certo di Masi bensì dell’inerzia, dell’individualismo nonché dell’autolesionismo di molte agenzie associate e non.
Il punto su cui concordo maggiormente con te è che senza l’introduzione di politiche sanzionatorie non otterremo mai il rispetto delle regole. L’argomento è delicato poiché si tratta di iniziative a costante rischio di bocciatura da parte dell’Autorità per la concorrenza. Per esempio quanto scrivi alla regola 3 non è realizzabile in quanto il listino Assap fu eliminato proprio perché secondo l’Authority costituiva un cartello.
Tuttavia mi rifiuto di pensare che non si possa fare proprio niente anche in relazione al fatto che il Codice Deontologico di AssoComunicazione, all’articolo 7, recita quanto segue: - La giusta remunerazione è l’elemento fondamentale che assicura la qualità dei servizi offerti e l’indispensabile professionalità. Il compenso è riconosciuto come l’elemento portante che regola i rapporti fra Associate e utenti. L’applicazione del giusto compenso e la difesa della sua integrità costituiscono principi fondamentali da ribadire a salvaguardia delle professionalità del settore-.
La regola 1 (Niente gare non retribuite) che mi suggerisci rappresenterebbe un forte segnale di riscossa per il nostro settore e la condivido a tal punto che l’ho già proposta in una riunione con le maggiori agenzie riscuotendo, come spesso accade, qualche consenso, qualche dissenso e molte scene mute.
In subordine sarei già soddisfatto di poter rendere obbligatoria la compilazione, da parte di agenzia e azienda, della Scheda Gare che aveva prodotti buoni risultati nei primi due anni dalla sua introduzione (2007 e 2008) ma che oggi ha perso la sua efficacia proprio perché applicata in modo discrezionale.
Condivido anche la regola numero 2 (Stagisti remunerati) in quanto AssoComunicazione deve, a mio parere, applicare e saper diffondere alcuni criteri di qualità che la distinguano dalle politiche selvagge spesso in atto nel nostro mercato. Il non sfruttamento degli stagisti è sicuramente un criterio di qualità così come lo è il Progetto di Cassa Integrazione per il nostro settore da te criticato alcuni mesi fa (non si può essere d’accordo su tutto).
Il progetto in questione infatti prevede che un’agenzia in difficoltà, anziché licenziare, possa mantenere a casa alcuni dipendenti con l’80% dello stipendio fino ad un periodo di 2 anni. Se al termine del periodo l’agenzia decide di licenziare non avrà alcun vantaggio poiché dovrà comunque affrontare tutti i costi di un licenziamento in aggiunta a quanto già speso per tenere i dipendenti inoperosi. Il lavoratore per contro in quei due anni potrà decidere se non fare niente prendendo l’80% dello stipendio oppure cercarsi una nuova agenzia.
Sinceramente, da qualsiasi angolazione io guardi il progetto in questione, vedo solo aspetti positivi per i dipendenti e ritengo che le critiche siano spesso frutto di scarsa informazione e/o di preconcetti.
Concludo dicendo che sono senz’altro disponibile ad incontrare Massimo Guastini per discutere su come tentare di invertire la china discendente del nostro settore ma tieni presente che Massimo è più avanti rispetto a me in quanto ha già un suo programma votato dalla maggioranza dei propri associati. Io non ancora.
Cordialmente”.
Peter Michael Grosser