Con la nuova inbox di Facebok, che permette anche di attivare il servizio sms, introducendo il proprio numero di cellulare e di richiedere una email @facebook.com, arriva una novità anche per i creatori di app. Facebook ha infatti annunciato che darà il permesso ai creatori di application di richiedere anche i numeri di cellulare e le email degli utenti.
In pratica nella solita finestra che vi si apre, nel momento in cui volete utilizzare un’app, con la richiesta di autorizzazione, ci sarà anche la richiesta di potervi inviare e-mail e sms.
Sta a voi poi decidere di cliccare su “consenti” o meno.
Ricordiamo che già prima, a i creatori di app era permesso di richiedere il consenso per accedere alle informazioni di base (nome, immagine del profilo, sesso, reti, ID utente, lista degli amici e qualsiasi altra informazione per la quale la privacy è impostata su "Tutti"), di pubblicare elementi sulla bacheca (messaggi di stato, note, foto e video), di accedere ai dati in qualsiasi momento (anche quando non si sta utilizzando l’app) e, in alcuni casi, di accedere alle informazioni del profilo anche se non sono pubbliche (data di nascita e città natale).
Il problema, secondo me, è che c’è molta “ignoranza” in materia. La maggior parte degli utenti che utilizzano app non ci pensano due volte a cliccare “consenti” per iniziare ad esempio a giocare a Farmville o Texas hold’em, per citarne alcune delle più diffuse.
Di questo argomento, ne avevo già parlato qualche tempo fa in relazione all’inchiesta del Wall Street Journal, nel post La verità sulle app di Facebook e i pericoli per la privacy.
Sebbene Facebook abbia una policy per gli app developer, che vieta ai creatori di app di trasferire i dati degli utenti ad altre compagnie, anche se sono gli stessi utenti a dare il consenso, questa policy non ha impedito ai creatori di app di fare un po’ come volevano. In fondo, solo in alcuni casi, la punizione è stata l’espulsione da Facebook (come è successo per LoLapps Media Inc.) mentre in altri casi come quello di Zynga, la situazione è rimasta invariata.
Nancy Walther Graf contro Zynga
Sempre il Wall Street Journal, ci informava qualche tempo fa che in California Nancy Walther Graf ha fatto causa a Zynga, l’impresa leader nella creazione di videogiochi social (tra cui Farmville e Texas Hold’em), per aver trasmesso i suoi dati personali a terzi per un “guadagno considerevole”. La querelante affermava che l’uso da parte di Zynga dei dati personali degli utenti senza il loro consenso viola le leggi federali che proteggono la privacy delle comunicazioni elettroniche così come la computer crime law della California. Inoltre l’avvocato della querelante specifica che incolpano Zynga piuttosto che Facebook, in quanto il social network ha una policy che vieta questa pratica.
La policy per gli app developer serve davvero a proteggere gli utenti?
Insomma se tra di noi ci fosse qualche malpensante potrebbe ritenere che la policy di Facebook riguardo agli app developer non serve a proteggere gli utenti bensì Facebook stesso da azioni legali.
Cari utenti di Facebook, se c’è una cosa che abbiamo imparato dalle inchieste relative al rapporto conflittuale tra il social network e la privacy è che occorre essere cauti perché non ci sarà nessuno a proteggere la nostra privacy all’infuori di noi stessi. Prima di cliccare “consenti” chiediamoci se veramente vogliamo che una compagnia possa accedere alle nostre informazioni personali e da adesso anche ai nostri numeri di cellulare e email, solo per giocare ad un videogioco o fare un test.