Secondo il direttore esecutivo di Greenpeace Kumi Naidoo l'utilizzo dei social media è stato di fondamentale importanza nella campagna intrapresa per denunciare e fermare Nestlé dall'approvvigionamento, senza scrupoli, dell'olio di palma che ha causato non pochi pericoli di deforestazione proprio per far spazio alle stesse piantagioni di palma.
Parlando alla Cnn, Naidoo ha riferito che i social media sono stati uno strumento particolarmente utile non solo per l'impatto della campagna pubblicitaria anti-Nestlé, ma soprattutto perchè hanno permesso, in seguito, un dialogo con la stessa azienda.
Ricordiamo, infatti, che nel mese di marzo Greenpeace lanciò uno video shock in cui un finto Kit-Kat - qui il video - aveva la posto delle solite barrette di cioccolato delle dita di un orango; tutto ciò per attirare l'attenzione sui comportamenti poco sostenibili della multinazionale francese e sul pericolo di distruzione dell'habitat naturale dei poveri animali.
Il video ha suscitato un forte passaparola, collezionando più di un milione di visite, scatenando così le furie dei consumatori, che a loro volta hanno invaso gli account di twitter e facebook di Nestlè.
La multinazionale non ha potuto far altro che cambiare il proprio atteggiamento, seppur non proprio tempestivamente, cessando di intraprendere rapporti commerciali con i fornitori non rispettosi della sostenibilità ambientale.
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