Se è chiaro a tutti ormai che l’industria della musica registrata sta affrontando un cambiamento radicale, sarà impossibile rimanere relegati ancora per molto all’interno di confini stabiliti troppo tempo fa per essere considerati ancora validi. La teoria delle case discografiche affida la maggior parte della colpa del calo delle vendite all’infedeltà dei clienti che preferiscono scaricare piuttosto che acquistare.
In realtà, molti vecchi modi di fare, relazioni e tradizioni non possono sopravvivere in un contesto così dinamico, e Music 2.0 è quella che sembra essere la prospettiva più veritiera e attendibile.
È il nuovo ecosistema basato sulla musica come servizio: non è la copia in sé, ma l’uso della registrazione che porterà i guadagni. La musica sarà il valore aggiunto di ciò che effettivamente viene venduto, una prestazione d'opera per l’appunto, non un prodotto.
Sarà questa l’uscita più plausibile dall’inceppamento di un ingranaggio un tempo dalle uova d’oro?
Di sicuro la soluzione risiede nell’inventiva del marketing discografico: qualcuno dovrà riuscire a premiare ciò che né il download né il cd con tanto di booklet potranno comprare: l’esperienza.
A tal proposito: qualcuno di voi ha mai sentito parlare di Ejamming Audiio? Pochi forse.
Ideato nel marzo del 2007 è stato posizionato sul mercato come servizio accessorio cui abbonarsi, per consentire a band navigate, artisti sconosciuti o ambiziosi strimpellatori di suonare e registrare over-IP insieme ad altri musicisti dislocati in tutto il mondo grazie alla tecnologia peer to peer. La prima versione (2005) utilizzava il formato audio MIDI, decisamente scoraggiante per gli standard cui siamo abituati; tuttavia il nuovo formato gestisce invece suoni acustici digitalizzati, compressi e smistati dall’algoritmo principale con ritardi di frequenza quasi impercettibili.
In un’ottica lungimirante, oltre ad eventuali jam session non convenzionali, consentirebbe anche lezioni di strumento a distanza e la creazione di gruppi di appassionati in continua crescita. Probabilmente il risultato finale non è paragonabile all’esperienza reale di una sala prove con tanto di scorbutico tecnico del suono, ma pensate a cosa potrebbe significare in termini di creatività, di aggregazione artistica, di polverizzazione delle distanze, di promozione musicale.