Patria del miscuglio culturale, luogo in cui da sempre ne vediamo di cotte e di crude, centro del mondo finanziario e ancora, in fondo in fondo, meta ambita da molti nella speranza di trovare successo; sto parlando degli U.S.A., dove, già da tempo, ma adesso più che mai, ha preso piede e si sta espandendo “viralmente”, una nuova tendenza: il fenomeno HIPSTER!
Nato nel 2000 nel quartiere di Williamsburg (N.Y.), il termine Hipster, deriva dallo slang Hip (informato sulle ultime mode), ma vede racchiudere nella sua cerchia adepti di età compresa fra i 20 e i 30, sostanzialmente creativi, anticonformisti, amanti dell’arte e delle Indie, senza alcuna ideologia politica e incuranti dell’attualità (a meno che non si parli di musica).
In pratica lo stile Hipster rappresenta la riesumazione di tutto il peggio della moda degli ultimi vent’anni.
Ciò che li accomuna totalmente sono l’ironia e l’outfit: trucker hat, cappello in perfetto stile Willie, Il principe di Bel Air, bicolore con visiera rialzata, occhialoni stile Wayfarer Ray-Ban, t-shirt di rock band degli anni ’70 e ’80, ma anche camicie a quadri di flanella e aderenti, pantaloni attillati e stretti fino al polpaccio per lei, mentre l’uomo cerca di entrare a fatica nei modelli femminili.
Fondamentali, per lui, i baffi con taglio anni’80, sottili e corti; per lei, capelli apparentemente trascurati o con fascia intorno la testa. Le scarpe devono soddisfare due fattori: ultrapiatte e minimali, dunque bene le Converse All Stars e le ballerine; anche se, di recente, si sono infilate sotto i piedi degli hipster anche le scarpe da basket ’80 tipo Reebok.
Per finire, cardigan aderente e kefiah di colori sgargianti, tanto per uscire fuori dal cliché della ideologia politica. Rivista preferita: Pig Magazine; sul web seguono assiduamente pitchforkmedia.com, un sito su sui si recensisce musica che odiano.
Ormai si parla già di diversi tipi di hipster: da quello rap a quello funk ed esistono perfino gli hipster-genitori che portano i loro figli a concerti e mostre. Tanto gli Hipster odiano il fatto di essere categorizzati che solo il fatto che ne stiamo parlando come di una tendenza moda penso li faccia arrabbiare sul serio. Ma la moda è così! Se un gruppo di persona, più o meno esteso, si trova a condividere gusti e stili finisce sempre nel cadere nella trappola del Fashion e della commercializzazione.
Ma visto che l’imperativo degli Hipster è l’ironia, chiediamo ironicamente scusa per la categorizzazione!
Marco Santaniello