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  • Non siamo soli: c’è vita su una delle lune di Giove. Cosa dicono gli scienziati

    Su Europa, uno dei satelliti naturali più grandi di Giove, ci sarebbero le condizioni per la presenza di una forma di vita batterica

    5 Marzo 2018

    Rispondere ad una delle domande più longeve della storia dell’umanità è lo scopo di molti scienziati: “siamo soli nell’Universo?”. Ecco perché continuiamo ad indagare sulle possibilità di una vita alternativa a quella umana e perché ricerchiamo similitudini nelle condizioni fisiche, chimiche e geologiche di altri pianeti. La teoria dell’asteroide che, colpendo la Terra, spazza via qualsiasi forma di vita, ha per lungo tempo affascinato scienziati e profani, in relazione a uno degli eventi più difficilmente spiegabili da parte dell’uomo: l’estinzione dei dinosauri. Quando si parla di questo asteroide che elimina qualsiasi traccia di vita, però, non dobbiamo intendere l’ipotesi letteralmente, dato che anche nel verificarsi di questa condizione, alcune specie avrebbero potuto sopravvivere molto più a lungo, perché utilizzano un diverso sistema per tenersi in vita. vita aliena

    Perché stiamo parlando di questo, ovvero: le basi della ricerca

    Alcuni microrganismi come i batteri, ad esempio, utilizzano l’energia nucleare per vivere, anziché l’esposizione diretta alla luce solare. Il Desulforudis audaxviator, per esempio, è un batterio molto particolare che vive nell’oscurità totale, ad una profondità che va tra 1,5 e 3 chilometri sotto terra. A questa distanza dalla superficie terrestre riesce a mantenersi in vita in un luogo privo di luce solare, ossigeno e composti organici (come il metano) da separare per produrre energia. Ciò che gli permette di vivere è, invece, la leggera radiazione proveniente dal dall’uranio presente nelle rocce circostanti. Questo distrugge le molecole dell’acqua e produce radicali liberi, che depositandosi sulle rocce attaccano la pirite, producendo solfato. Quest’ultimo è l’elemento principale utilizzato dai batteri per sintetizzare l’adenosina trifosfato (ATP), uno dei reagenti necessari per la sintesi del RNA e quindi per l’esistenza della vita. Desulforudis_audaxviator Già dai primi anni Duemila, alcuni studi di astrobiologia hanno cominciato ad ipotizzare la presenza di forme di vita su Europa, uno dei satelliti naturali di Giove, che presenta una crosta ghiacciata. Europa è infatti ritenuto uno dei luoghi con la più alta probabilità di ospitare forme di vita extraterrestre in tutto il sistema solare, poiché ci sarebbero condizioni compatibili con la vita negli oceani, che dovrebbero trovarsi al di sotto dei suoi ghiacci. Dovrebbe trattarsi di ambienti molto simili alle bocche idrotermali che si trovano sulla Terra nelle profondità degli oceani. Un secondo motivo che lascerebbe presumere la possibilità di vita aliena su Europa sta nella principale fonte di energia del satellite, fornita dalle forze di marea di Giove, che ne mantiene l’interno geologicamente attivo. Le forze di marea, in pratica, provocano all’interno di Europa continui movimenti, e in virtù di questi l’oceano interno potrebbe essere abbastanza caldo per ospitare forme di vita. Europa, inoltre, come la Terra, può avere una energia interna dovuta al decadimento radioattivo, e non sarebbe mai presumibile una vita basata sulla luce solare come quella terrestre, dato che il satellite di Giove dista dal Sole circa cinque volte più della Terra e riceve quindi solo un venticinquesimo del calore che arriva sul nostro pianeta.

    L’ipotesi di vita aliena su Europa

    Secondo i ricercatori dell’Università di San Paolo – con uno studio i cui risultati sono stati pubblicati su Scientific Reports, il batterio , individuato nelle profondità di una miniera in Sudafrica, potrebbe fornire un eccezionale modello per la vita extraterrestre e in particolare per la vita su Europa, la luna oceanica ghiacciata di Giove. “Abbiamo studiato i possibili effetti di una fonte di energia biologicamente utilizzabile su Europa sulla base di informazioni ottenute da un ambiente analogo sulla Terra”, ha detto il direttore dello studio Douglas Galante all’agenzia di stampa brasiliana FAPESP. Le attuali ipotesi suggeriscono che la vita su Europa potrebbe assomigliare a quella che si trova nelle profondità degli oceani della Terra, in grado di sfruttare l’energia chimica e termica che si trova negli abissi marini. Si tratterebbe in pratica di una forma di energia idrotermale. Questo meccanismo di sopravvivenza, completamente distinto da quello di molte specie viventi terrestri, tuttavia, potrebbe segnare una evidente difficoltà per queste forme di vita nell’adattamento ad habitat e condizioni differenti. LEGGI ANCHE: Scoperto il gene dell’immortalità, che permette alle cellule umane di rigenerarsi europa vita aliena

    Uno sguardo al passato della vita sulla Terra

    Si tratta in ogni caso di una grande scoperta, dato che per la prima volta un ecosistema è sopravvissuto solo grazie all’energia nucleare. Galante e il suo team di ricerca hanno ipotizzato, che le condizioni ideali per questo tipo di vita “aliena” potrebbero trovarsi su Europa: è quindi possibile che altre forme di vita esistano nel nostro stesso Sistema Solare. “Nel nostro studio, abbiamo lavorato con tre elementi radioattivi: uranio, torio e potassio, il più abbondante nel contesto terrestre. Sulla base delle percentuali trovate sulla Terra, nelle meteoriti e su Marte, possiamo prevedere le quantità che probabilmente esistono su Europa “, ha detto Galante. Il regolare movimento di questa “luna” di Giove, infatti, sarebbe sufficiente a tenere caldo il nucleo del satellite e, a condizione che vi si trovino anche le stesse condizioni chimiche, questo tipo di vita aliena potrebbe esistere nelle sue profondità. Ad aggiungere maggiore validità all’ipotesi vi sarebbe una considerazione sull’inizio della vita sulla Terra, poco dopo la sua formazione: “Il fondo oceanico di Europa sembra offrire condizioni molto simili a quelle che esistevano sulla Terra primitiva durante i suoi primi miliardi di anni”, ha aggiunto Galante. “Studiare oggi Europa è in qualche modo come guardare indietro al passato del nostro pianeta”.