Cosa potremmo fare concretamente per aiutare tutte quelle persone che giungono in Europa, dopo 1000 difficoltà, con la speranza di ottenne una nuova vita? Una nuova occasione? Forse ci siamo posti tutti questa domanda e sono certo che molti non hanno trovato una giusta risposta. Molti ma non tutti.
Shelley Taylor un esperto di tecnologia che aiutò innumerevoli aziende oggi divenute leader nel settore ha offerto una valida risposta, che negli anni oltre a rivoluzionare il sistema umanitario internazionale, ha donato una speranza reale a tutti coloro che sbarcano nel vecchio continente per un’ultima possibilità.
Ciò che ha fatto Taylor è molto semplice, ma come spesso accade sono le cose più semplici a soddisfare le esigenze di un momento, a risolvere ciò che tutti definiremmo come irrisolvibile. La risposta di questo ‘veterano della Silicon Valley’ si concretizzata nell’ideazione di un’app pensata appositamente per i rifugiati.
RefAid - Refugee Aid App from trellyz on Vimeo.
Suona strano vero? Un’app per aiutare i migranti appena sbarcati in Europa. L’idea nasce dopo aver interrogato le più grandi agenzie umanitarie del pianeta che dopo aver presentato questa nuovo progetto si sono mostrate entusiaste e compiacenti dell’intera iniziativa. Così nasce Refugee Aid, l’app che ad oggi è ampiamente utilizzata da migranti e dai servizi umanitari di tutto il mondo.
Refugee Aid App: le caratteristiche principali del progetto
Refugee Aid App si tratta di una vera e propria guida che offre ai migranti ed a tutti gli addetti ai lavori, una mappa di tutti i servizi realizzati dalle numerose associazioni umanitarie attive sul territorio europeo. Servizi che potrebbero salvare vite umane ed ‘allietare’ le sofferenze di migliaia di persone.
Una struttura molto semplice dell’applicazione unita ad un’user experience altrettanto intuiva, consente da un lato un’utilizzo immediato e chiaro di tutti i servizi proposti dall’applicazione e nello stesso tempo consente alle organizzazioni di soccorso di potersi coordinare e tenere traccia dei servizi che in tempo reale vengono offerti ad migranti e rifugiati.
Ma oltre ad un palese miglioramento nell’organizzazione dell’intera macchina umanitaria, Refugee Aid App pone un cambiamento significativo nella rapporto che sin ora è corso tra il migrante e le associazioni. L’applicazione pone le basi per una relazione basata sulla fiducia e non più sulla diffidenza e sulla paura, due elementi che determinavano notevolmente la percezione degli aiuti da parte dei flussi migratori che giungevano in Europa provati da torture e malvagità.
Il progetto di questa rivoluzionaria applicazione è stato lanciato ufficialmente nel 2016 in Italia e nel Regno Unito e ad oggi i paesi che hanno accolto l’iniziativa sono ben 14 tra i quali Francia, Grecia, Turchia, Malta, Germania e sempre più paese sembrano appoggiare l’iniziativa. In più proprio in questi mesi lo stesso Shelley Taylor sta pensato di integrare nell’applicazione un ‘passaporto medico’. Si tratta di poter creare un personale liberato sanitario digitale evitando la perdita di importanti documenti durante il tragitto e gli spostamenti dei flussi migratori.
L’inizio di un aiuto concreto
Shelley Taylor ha dichiarato, subito dopo il lancio ufficiale di RefAid App che il progetto è stato sviluppato in un weekend. Incredibile vero? Sono bastati due o al massimo tre giorni per rivoluzionare l’intera organizzazione delle associazioni umanitarie internazionali. Un progetto che ha palesato da un lato l’arretratezza di un sistema inadatto e dall’altro l’esigenza delle organizzazioni di soccorso di cominciare e coordinarsi per offrire un aiuto notevolmente più utile e concreto a miglia di persone che fuggono da guerre e malvagità.