Social Native, startup californiana che ha nei branded content il proprio core business, ha ricevuto finanziamenti per otto milioni di dollari per migliorare ed espandere il proprio sistema di valutazione e identificazione di contenuti. L’intenzione dei fondatori è aiutare i brand a trovare contenuti per le loro campagne che siano genuini e di impatto per la loro rilevanza, più che per il numero di follower di chi li crea. Le legioni di creatori di contenuti che generano già contenuti di qualità su Instagram, Youtube, Twitter o Snapchat sono reclutati e ricompensati per il contributo.
I primi investitori e ora dirigenti della azienda non sono due novellini: Jeff Ragovin, che creò Buddy Media per poi venderla a Salesforce per 745 milioni di dollari è il chief growth officer di Social Native. Eytan Elbaz, chief strategy officer fu invece cofondatore di AdSense, ceduta a Google per 104 milioni di dollari.
Social Native aveva già suscitato l’interesse degli investitori dopo che avevano seguito con successo la creazione di contenuti per Polaroid, Walgreens e General Motors.
Cosa dicono i brand
Sono più di 50 i grandi brand che, insieme a Coca Cola e Polaroid si rivolgono a Social Native per accedere ai contenuti creati da oltre 14 milioni di utenti creatori di contenuti.
Aaron Paine, direttore social media & digital strategy in Polaroid, ha dichiarato: “Dopo che abbiamo iniziato ad usare i contenuti procurati da Social Native abbiamo rilevato un incremento del 180% nelle vendite”.
“I brand devono adeguare la velocità di creazione dei contenuti ai ritmi del mondo social, operando in velocità e ottimizzando i costi. Social Native risponde a questa esigenza brillantemente.” sostiene invece Emmanuel Seuge, veterano del marketing e, prima di fondare Cassius, content senior vice president di Coca Cola.
Intelligenza artificiale e machine learning sono il cuore del sistema di “content as a service" di Social Native. Un sistema che permette di prevedere quali creatori di contenuti possano ottenere e performance migliori per ogni nuova iniziativa: infatti, la startup è in grado di ottimizzare i contenuti forniti attraverso la sua piattaforma in tempo reale e basandosi su dati storici.
Social Native e le ricompense per chi crea contenuti
Può capitare di essere contattati direttamente da Social Native per essere reclutati in una nuova campagna, oppure potete decidere di dare la vostra disponibilità iscrivendovi sul sito.
Dop esservi registrati e aver completato il vostro profilo potrete scorrere la lista di campagne attive, e candidarvi per quelle non ancora concluse o che hanno ancora posti disponibili.
Nel caso siate selezionati per creare contenuti per una nuovo campagna, potreste essere ricompensati in denaro (in soli 15 giorni i pagamenti arrivano direttamente tramite Paypal) oppure in prodotti del brand da promuovere.
I contenuti creati per la campagna diventeranno di proprietà di Social Native, a cui cedete tutti i diritti su di essi.
In Rete si trovano pareri molto discordanti su questo approccio, serie da parte dei creatori di contenuti: alcuni non si fidano e non desiderano neanche provarlo. Per loro sembra eccessivo autorizzare la app di Social Native a gestire o esaminare parti del proprio profilo Instagram.
Ad altri sembra ingiusto dover lavorare per la visibilità (non tutti vengono rimborsati per i contenuti che propone).
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