L’11 Aprile 2017, presso la sede di MiCo – Milano Congressi si è tenuta la dodicesima edizione del SAS Forum Milan, l’evento organizzato da SAS Italy che raccoglie annualmente tutti i principali stakeholder – clienti, partner, etc. – uniti dall’interesse verso i temi di frontiera in ambito advanced analytics, digital transformation e artificial intelligence.
“Rivisitazione dei processi in ottica data driven, una visione del dato come elemento di differenziazione. E ancora: customer experience, adeguamento alle normative in ambito rischio, gestione delle frodi, Internet of Things e Analytics of Things.
Perché oggi la sfida è farsi trovare pronti e prevedere possibili scenari futuri.”
Un’edizione ricca di colpi di scena, testimonianze nazionali e internazionali e case history di primo piano. Il palco plenario del SAS Forum Milan si è infatti trasformato prima in un reale incontro di scherma con due campionesse di respiro mondiale come Margherita Granbassi e Carlotta Ferrari, per poi ospitare i contributi del cyborg Neil Harbisson e di Marco Icardi (Regional Vice President, SAS), Oliver Schabenberger (Executive VP & CTO, SAS), Maurizio Melis (Giornalista scientifico, Radio24) e Fabio Sbianchi (Amministratore Delegato e Fondatore, Octo Telematics). Nel pomeriggio, spazio poi a tanti business case divisi per tematica: dal Customer Engagement all’Innovazione, dal Risk & Finance al Fraud & Security (e non solo).
Il risultato? Più di 2000 partecipanti da tutto il mondo, nonché la possibilità per decine di giovani di mettere in mostra le proprie competenze grazie a interventi mirati e career point organizzati da SAS con le principali realtà partner.
Ninja Marketing non poteva certo mancare, e si è fatto sentire a gran voce all’interno del live tweeting generato dall’hashtag ufficiale dell’evento #SASForumMilan. Ho avuto anche il piacere di intervistare alcuni speaker eccezionali. Il primo, oggetto di questo post, è proprio Marco Icardi, Regional Vice President, SAS.
La sua esperienza ampia e rilevante e la capacità di coinvolgere la platea già dal primo mattino non potevano non fare nascere una chiacchierata molto interessante, focalizzata sul presente e sul futuro della trasformazione digitale guidata dagli analytics.
Curiosi? Non vi faccio attendere oltre: buona lettura!
Buongiorno Ing. Icardi, benvenuto su Ninja Marketing. Durante i suoi interventi del mattino, ha più volte ribadito il fatto che ci troviamo in un’epoca presente interessante ma mobile, non definita. Può riassumere questa analisi?
Buongiorno a tutti! Il fatto che viviamo un presente “mobile” vale praticamente per tutte le aziende e i settori; tutte le organizzazioni stanno vivendo percorsi più o meno complessi di trasformazione. Non parlo quindi solo delle realtà tech e più innovative, ma anche di mondi storicamente più tradizionali e meno inclini al cambiamento. Un esempio su tutti: in molte pubblicità si parla sempre meno del prodotto e sempre più del servizio a cui si ottiene l’accesso. Il core business muta e si espande verso le nuove possibilità offerte dal digitale e dai servizi.
Ciò è strettamente collegato al tema della comunicazione e delle competenze, le quali sono a loro volta vicine al paradigma degli analytics. Tutti i contatti generati da un’organizzazione danno infatti vita a informazioni che vanno utilizzate in modo adeguato per generare nuove situazioni migliori rispetto alle precedenti, e le competenze sul dato sono la via per ottenere tale progresso.
Il payoff dell'evento è "Experience Your New Possible". Quale è il principale cambiamento che i dati, i business case e le statistiche dicono essere più impattanti in una roadmap di trasformazione digitale organizzativa e che può essere implementato grazie ai nuovi tool di analytics e ad un corretto approccio data-driven?
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un’evoluzione in termini di competenze necessarie per trasformare aziende e organizzazioni: non solo skill tecnologiche ma anche capacità più soft, come quelle psicologiche e sociologiche.
La costruzione di team eterogenei è certamente una leva per fare la differenza e cambiare lo status quo, ma presenta diverse complessità di inserimento e organizzazione. Le persone provengono da funzioni diverse: mettere a lavorare insieme e creare progettualità tra individui che hanno una propria forma mentis può diventare un problema. Il grande passo per realizzare questo potenziale sta nella creazione, gestione ed evoluzione di piattaforme aperte dove affinare il modus operandi dei collaboratori: mentre in passato esistevano complessi sistemi gestionali con una roadmap di creazione piuttosto stabile e pre-definita, l’approccio all’interno di tali piattaforme e di questi ecosistemi è certamente più esplorativo e open.
Il bisogno di piattaforme aperte esiste perché c’è una forte necessità di sperimentare l’innovazione, tornare indietro e riprovare fino a trovare lo scenario ottimale. Affinché tale innovazione possa essere adeguatamente “coagulata” e inserita in un ecosistema composto e arricchito da nodi eterogenei, la componente analitica è ancora una volta fondamentale.
È infine importante sottolineare che l’italia si rivela un contesto ideale affinché tale scenario si avveri: abbiamo infatti buone università, centri di ricerca ottimi, piccole e grandi aziende brillanti; siamo inventori, creativi, artisti. Personalmente, sono molto positivo in merito alla creazione di network eccellenti.
La Pubblica Amministrazione viene spesso citata come "fanalino di coda" nei processi di trasformazione digitale. In che modo parole chiave come open data e open government possono invece far fare il “grande salto”?
In realtà, all’interno di una Pubblica Amministrazione a prima vista arretrata e lenta abbiamo grandissime competenze. C’è la possibilità di trovare nicchie o aree virtuose su cui lavorare, dove può esserci il salto del progresso. Penso a programmi di respiro come l’agenda digitale: d’altronde, se tutto non dovesse evolvere in questa direzione non si porterebbe a compimento il progetto sistemico di digital transformation del Paese Italia. Le buone possibilità ci sono sia come bacino di competenze interne, sia perché le stesse Pubbliche Amministrazioni sono già in possesso di tutte le informazioni indispensabili per potere fare la differenza, e non solo relativamente ai servizi di alto valore.
Sono inoltre convinto che, se vedremo un’innovazione positiva nei prossimi anni, essa sarà proprio calata sulla Pubblica Amministrazione nelle sue diverse branche di servizio, come l’education e i servizi ai cittadini. Una grande spinta in tale direzione è stata la necessità (o l’obbligo) di pubblicare i dati rendendoli visibili a chiunque. La Pubblica Amministrazione si sta attrezzando: l’interconnessione e la corretta lettura delle informazioni permetterà di generare un enorme patrimonio in termini di analytics integrati su traffico, inquinamento, salute, ambiente.
Big Data, IoT, advanced analytics: spesso sembra che l'essere umano non sia più un fattore determinante né centrale per il successo organizzativo. È davvero così?
Al contrario. L’uomo rimane di importanza fondamentale, anche perché spesso continua a prendere decisioni con il proprio intuito che portano a finali positivi, ma che sulla carta sono in contrasto con gli output degli algoritmi. L’essere umano diventerà sempre più centrale proprio grazie alla sua capacità di utilizzare le nuove tecnologie per i propri scopi e a fini evolutivi. Oggi abbiamo questa grande potenza tecnologica che possiamo guidare per ottenere servizi ancora migliori, un mondo ancora migliore.
La macchina dà un grande valore, ma poi è la persona a contestualizzare quanto generato e a valutarlo, anche in funzione della complessità della situazione. Non dobbiamo avere paura, al contrario. Tra poco tutte le automobili si guideranno da sole? Meglio, così noi potremo occuparci di attività più ambizione e strategiche. Oppure, potremo continuare a guidare l’automobile, trasformandola però da dovere quotidiano a passione genuina.
Quale è il principale tech trend, secondo SAS?
Certamente tutti i discorsi che ruotano intorno al paradigma dell’IoT, a sua volta declinato in tante direzioni. Parliamo di industria 4.0 dove la sensoristica nei processi di produzione è fondamentale. Portiamo le analytics dove c’è il dato (analytics at edge), oppure progettiamo architetture di analytics distribuite. Non a caso, la nostra nuova piattaforma di analytics Viya è in cloud: ovvero, disegnata per viaggiare e per supportare organizzazioni sempre più dinamiche e di respiro globale.
Grazie davvero a Marco Icardi per la disponibilità e complimenti ancora per le innovazioni introdotte!
Amici Ninja, se quest’anno vi siete lasciati scappare il SAS Forum Milan, il prossimo non devono esserci scuse. Da parte nostra, non abbiamo ancora finito con i contenuti esclusivi dell’evento: stay tuned ;-)