Siamo nell’era della legalizzazione della marijuana, dell’ascesa delle droghe sintentiche mortali e dell’epidemia degli oppiacei, ma in un momento così particolare per la società, è emerso finalmente un dato positivo: gli adolescenti americani sembrano essere molto meno propensi a utilizzare regolarmente i farmaci e a far uso di alcool.
Alcuni esperti ipotizzano che dietro questo fenomeno ci sia - finalmente - il successo delle campagne martellanti ed educanti antidroga dei decenni passati. Tuttavia, i ricercatori stanno ponendosi una domanda che catalizza sempre di più la loro attenzione: può essere che gli adolescenti utilizzino meno farmaci e droghe anche perché sono molto più intrattenuti e stimolati dai loro telefoni e dai social?
Sarebbe una situazione paradossale, ma per certi versi anche positiva.
Dati alla mano, entriamo nel dettaglio. L’utilizzo degli smartphone e dei social è aumentato con il diminuire dell’utilizzo delle droghe fra gli adolescenti, ma sarebbe frettoloso stabilire che questa correlazione sia una situazione di causa-effetto. Tuttavia, è sempre un dato ciò che guida gli adolescenti: la ricerca di emozioni e il bisogno di indipendenza. Può dunque essere che la risposta a questa bisogni, oggi, provenga dai social e non più dalle droghe? È una possibilità.
Molto meno romanticamente, potrebbe essere che gli smartphone assorbono talmente tanto tempo ed energie, che ne resta poco per tutte le altre attività. È anche questa una possibilità.
Nora Volkow, direttore del National Institute on Drug Abuse, prevede di iniziare la ricerca sul tema nei prossimi mesi, e convocherà un gruppo di studiosi nel mese di aprile per discuterne. L'indagine “Monitoring the Future”, un rapporto annuale finanziato dal governo, che misura l'uso di droghe da parte degli adolescenti, ci fornisce questi risultati: lo scorso anno l’uso di droghe illecite diverse dalla marijuana era al livello più basso in 40 anni di storia del progetto. Sebbene l'uso di marijuana sia aumentata di parecchio, l'uso di cocaina, allucinogeni e ecstasy sono calati, mentre quello dell’LSD è rimasto stabile. Lo studio ha anche evidenziato come l'uso di eroina è diventata un'epidemia tra gli adulti in alcune comunità, ma è calato tra i liceali negli ultimi dieci anni.
Insomma, sembra proprio che qualcosa stia succedendo.
La dr. Volkow ha descritto i media interattivi - smartphone e social dunque - come “un rinforzo alternativo” ai farmaci.
La dr. Silvia Martins, un’esperta di abuso di sostanze alla Columbia University, che ha già esplorato come studiare la relazione tra Internet e l'uso di droghe tra gli adolescenti, ha etichettato la teoria come “molto plausibile”. “La riproduzione di video giochi, utilizzando i social media, soddisfa la necessità di ricerca di sensazioni e il loro bisogno di trovarle svolgendo delle attività”, ha detto la dottoressa Martins, ma ha aggiunto in merito alla teoria che “deve essere ancora dimostrata”.
Infatti, ci sono teorie in competizione e alcuni dati confusi a riguardo. "Mentre l'uso di droga è calato tra i giovani dai 12 ai 17, non è diminuito tra gli studenti universitari" ha detto il dottor Sion Kim Harris, co-direttore del Centro per la Ricerca degli Abusi di Sostanze fra gli Adolescenti dell’ospedale di Boston. Il dottor Harris non ha, però, considerato l’influenza che poteva avere la tecnologia su questi dati, ma è comunque fiducioso che i risultati ottenuti siano strettamente correlati con la riuscita delle campagne di sensibilizzazione degli anni passati.
Dati scientifici a parte, i ricercatori dicono che i telefoni e social media servono non solo alla necessità primitiva di connessione, ma possono creare anche potenti anelli di retroazione.
Se è vero che il telefono può aiutare le persone a provare quelle stesse sensazioni che si cercano tramite l’utilizzo di alcune droghe, lo stesso telefono può essere un potente mezzo per chi, quelle droghe, non le vuole: ci si può estraniare dal contesto quando si vuole, dando l’idea di star facendo qualcosa, anche se non si sta facendo niente, se non navigare semplicemente sulla rete.
Per concludere, il dato sul quale possiamo soffermarci è il cambiamento che si sta verificando rispetto al rapporto fra il consumo di droga e delle tecnologia.
Se da un lato il consumo di droga diminuisce - fino a 10 punti percentuali (dal 16,5% al 9,6% tra i giovani dai 18 ai 25 anni) - , dall’altro l’utilizzo dei social fra gli adolescenti aumenta: fino alle sei ore e mezza davanti ai videogiochi o sui social network.
Per tutti quelli che non sono degli scienziati, ma semplicemente dei buoni osservatori, non è comunque difficile notare come, anche solo alla fermata della metro, sembriamo tutti alienati e in un mondo ovattato. Nessuno - o quasi - ha assunto delle droghe: sta solo scorrendo la news feed di Facebook. Forse è vero: le dipendenze finiscono nell’esatto momento in cui si diventa dipendenti da qualcos'altro.