Le rivali europee di Airbnb hanno deciso di unire le forze per creare un'alternativa alla piattaforma di condivisione di stanze e appartamenti più grande del mondo. Wimdu e 9flats, entrambe società tedesche, hanno rispettivamente un database di circa 300mila e 250mila appartamenti a livello globale, che uniranno contro le 2 milioni di soluzioni offerte da Airbnb.
Roman Bach, CEO di 9flats, in una recente intervista ha dichiarato:
"Sono entusiasta di unire le forze con Wimdu. La nuova società ci consentirà di creare un proposta di valore ancora più forte per i nostri ospiti e padroni di casa, allo stesso tempo ci permetterà di accelerare la crescita e migliorare la redditività a lungo termine."
Wimdu e 9flats: gli ostacoli delle normative europee
Oltre a dover combattere contro il colosso Airbnb, le piattaforme di alloggi in Europa si trovano ad affrontare una maggiore incertezza per quanto riguarda le normative. Basti ricordare la legge che vieta affitti turistici a breve termine di interi appartamenti, entrata in vigore agli inizi del 2016 a Berlino. Per superare l'ostacolo delle normative europee 9flats e Wimdu sposteranno il quartier generale dalla Germania a Singapore.
Questa mossa da un lato consentirà loro di raggiungere mercati più ampi, dall'altro permetterà di non doversi scontrare sul mercato europeo con le normative. Sul fronte lavoro le due società affermano che non ci saranno tagli di personale, la nuova entità continuerà a funzionare utilizzando entrambi i brand in parallelo, mentre sarà l'italiano Giacomo Ialenti, manager di 9flats, a ricoprire il ruolo di CEO.
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Airbnb, Federalberghi e le difficoltà della sharing economy in Italia
Prima la fusione delle due società tedesche, poi l'attacco di Federalberghi. L'associazione che rappresenta i 33.000 hotel italiani, avrebbe infatti preso di mira Airbnb e la causa principale sembrerebbe essere l'evasione fiscale.
Federalberghi certifica il malumore degli esercenti, sottolineando l'incremento esponenziale degli appartamenti acquisiti da Airbnb (40.000 nei primi sei mesi del 2016). E il presidente dell'associazione di categoria Bernabò Bocca parla di concorrenza sleale, denunciando:
"Il sommerso nel turismo è giunto a livelli talmente di guardia da generare una minor sicurezza sociale e il dilagare dell’evasione fiscale e del lavoro in nero".
Ciò che viene chiesto dall'associazione Federalberghi è la necessità di definire un quadro normativo e regolamentare che contrasti il fenomeno dell'abusivismo attraverso delle proposte di legge sulla sharing economy e sugli home restaurant.