DocPlanner è la più grande piattaforma globale dedicata alla sanità privata ed è al suo sesto mese di attività in Italia. Attiva in 25 paesi tra Europa, Sudamerica e Asia conta 7 milioni di visitatori unici al mese, 1,5 milioni di dottori profilati e oltre 175.000 visite prenotate al mese.
Il successo della piattaforma è dovuto da un insieme di fattori, ma i numero non mentono: l’eHealth dal 2010 al 2015 è cresciuto nel mondo dal 12 al 16% e anche in Italia sempre più ricerche on-line riguardano l’healthcare (al secondo posto dopo, ovviamente, le ricerche legate alla sessualità). L’85% degli utenti utilizza internet per avere informazioni legate alla salute, il 28% ha partecipato a discussioni su forum/blog e chat e il 17% si è rivolto a un esperto on-line. Il tutto preferibilmente svolto da mobile (nel 2015 37 milioni di smartphone con un tempo medio giornaliero trascorso on-line da mobile di 75 minuti, raddoppiato negli ultimi 2 anni).
In questo panorama trovare un’offerta di servizi che faciliti la gestione della prenotazione delle visite mediche era diventata una necessità e Doc.Planner ha saputo cogliere il momento giusto per soddisfarla. Ma abbiamo intervistato Luca Puccioni, CEO di DocPlanner.it, per avere qualche informazione in più sul caso italiano.
La nuova versione dell’App DocPlanner è da poco disponibile: che cosa offre?
L’App (disponibile per iOS e Android) ha una doppia versione: una per i pazienti, che possono prenotare la visita on-line e una per i dottori, che permette loro di gestire la propria agenda e inserire gli appuntamenti. Per il paziente semplifica tutte le fasi della ricerca online, ovvero trovare dottori legati alle specializzazioni richieste, leggere le recensioni e prenotare una visita avendo poi dei reminder. La versione per i dottori è collegata al gestionale e, tramite un’agenda integrata che va al telefonino, il dottore può tenere sotto controllo tutti gli appuntamenti, chiamare i pazienti direttamente, cancellare visite, visionare i dettagli dei pazienti.
In soli 6 mesi di attività oltre 750 dottori si sono iscritti, c'è però un sistema per monitorare che al di là dell'iscrizione mantengano l'impegno di aggiornare il loro profilo?
L’account manager segue ogni dottore con training su come compilare il profilo per dare le informazioni che gli utenti cercano. Si tratta di un lavoro quasi quotidiano per aiutarli a ottimizzare il gestionale, seguirli nel cambio da un’agenda cartacea a quella elettronica e migliorare la loro indicizzazione su Google. L’obiettivo finale è poter prenotare le visite direttamente, non ricevere richieste di prenotazione.
Con 15.000 recensioni dei pazienti e 13.000 visite prenotate, qual è il prossimo obiettivo?
Vogliamo incrementare il numero di dottori, ma la visibilità è condizione necessaria ma non sufficiente: serve reputazione. Il nostro sistema li aiuta a costruire la reputazione inviando un sms al paziente che ha ricevuto la visita chiedendo recensione. Il nostro obiettivo entro fine dell’anno è raggiungere 50.000 visite prenotate e altrettante recensioni.
Quale sistema è previsto per garantire l'affidabilità alle recensioni?
Data l’importanza dello strumento, su cui ormai basiamo molte delle nostre scelte e tenendo conto che siamo in ambito medico, non è possibile lasciare una recensione sulle competenze, ma sul servizio ricevuto. È possibile lasciare una recensione solo se si è verificati tramite account Facebook o se è stata effettuata una visita.
Spieghiamo inoltre ai dottori che credibilità su internet non vuol dire ottenere il 100% di feedback positivo. Del resto questi commenti potrebbero essere lasciarle ovunque in rete, ma così vengono raccolti sulla nostra piattaforma, dove c’è un moderatore che verifica il rispetto dei termini.
A cosa si deve il successo internazionale di Doc.Planner rispetto ai suoi competitor? E il successo Italiano?
A livello globale quello che ha fatto il successo del servizio sono stati un team molto bravo sul piano marketing, che ha canalizzato al meglio le ricerche di mercato sulla sanità e il fatto che il nostro gestionale è molto semplice e intuibile per il dottore. Ma la carta vincente è stata il focus sull’esperienza del paziente: se si trova bene sul nostro portale, ci torna e se abbiamo i pazienti i dottori sono contenti.
Questo sistema funziona dove la sanità pubblica ha qualche problema e dove ci sono tanti dottori. La chiave del successo italiano è che ai dottori piace che ci sia un portale dedicato a loro e non mischiato con altri tipi di offerte. Poi capiscono che è necessario stare su internet e loro per la prima volta possono avere un servizio dedicato che copre tutti i passaggi che fa un paziente da quando inizia a cercare un dottore.
Quanto è importante la parte di comunicazione social nella promozione di Doc.Planner?
Gli italiani sono molto attivi sui social e la pagina Facebook è un segmento che sta funzionando molto bene. Di recente abbiamo aperto anche Twitter. I pazienti possono leggere contenuti creati direttamente dai dottori tramite il gestionale e abbiamo anche lanciato lanciato sezioni di QeA che si sono rivelate molto utili, in particolare per quei temi su cui c’è ancora pudore nel parlarne in pubblico, come la depressione.
Attualmente il servizio è interamente dedicato alla sanità privata. È possibile/interessante immaginare l'integrazione di questo sistema con la sanità pubblica?
È assolutamente possibile pensare di lavorare con la sanità pubblica e sarebbe molto interessante. Certo la cosa andrebbe coordinata con gli ospedali per cui lavorando con decision maker, ma nulla è impossibile.
Il fondatore di Doc.Planner Mariusz Gralewski, considerato il Mark Zuckerberg europeo, ha intenzione di portare l’azienda a essere leader mondiale nel settore. Wait and see.