Il gap sui social media tra Donald Trump e gli altri candidati è "huuuuuge", come direbbe il tycoon. La settimana precedente il Super Tuesday, quella dove si spende di più di campagna elettorale, Trump è stato menzionato ben 4,4 milioni di volte su Twitter più degli altri: 6,1 milioni di tweet per lui contro i "soli" 1,7 milioni di tweet per Ted Cruz, 1,6 milioni per Rubio e poi Carson e Kasich sotto i 500 mila.
Anche con le interazioni il divario è immenso: ben 1,75 milioni, più del doppio dell'altra social star di queste primarie, il senatore del Vermont Bernie Sanders.
Nella notte del Super Tuesday, le cose non sono cambiate. Ecco quante sono state le mention su Twitter rilevate da Brandwatch:
1) Trump: più di 1.1 millioni
2) Sanders: più di 536,000 mila
3) Hillary Clinton: circa 374,000 mila
4) Ted Cruz: più di 306,000 mila
5) Marco Rubio: circa 221,000 mila
6) Ben Carson: più di 45,000 mila
7) John Kasich: più di 26,00 mila
Il tweet più popolare di tutti, in realtà è stato un retweet, un collage fatto da un fan di Trump che raccoglie le espressioni allibite degli anchorman americani alla notizia delle ultime vittorie del miliardario newyorkese.
"@mikeliberation: This is the best reaction shot I've ever seen lol #Trump2016" pic.twitter.com/jqxI7QoxEY
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 21 febbraio 2016
Tra chi sale sul #TrumpTrain e chi scappa in Canada
Il #TrumpTrain travolge tutti e c'è chi accoglie con entusiasmo la novità di questo nuovo movimento popolare e chi invece se ne vorrebbe scappare. Magari in Canada: dopo la vittoria di The Donald nel Super Martedì, una delle principali query di ricerca su Google (subito dopo le surreali "When is Super Tuesday? e "What is Super Tuesday?") è stata "How can I move to Canada?". Un'isola si è perfino già candidata ad ospitare i migranti a stelle e strisce: isola si chiama Cape Breton e nel suo sito ufficiale promette paesaggi da favola e relax (nell'attesa che la Casa Bianca si liberi dal tycoon). Tra i primi abitanti si è già prenotata Miley Cyrus, la giovane popstar americana che dopo il Super Tuesday si è messa a piangere alla sola idea di avere Trump come presidente. Reminiscenze disneyane?
Trump "il bullo" che convince la pancia dell'America
Trump, forte del sostegno popolare, sembra essere rafforzato, invece che indebolito, dalle critiche che provengono dai politici di professione, dalle star di Hollywood e dai media liberal. Tutti soggetti di cui la middle class americana è stufa. Le persone comuni, di ogni estrazione sociale, ma specialmente quelle meno istruite ("Adoro le persone poco istruite", ha detto The Donald in un recente rally) vedono nel miliardario di New York il potere alternativo che può stare finalmente dalla loro parte rappresentando quella forza che non hanno mai avuto. Insomma Trump come paladino della gente comune. Un controsenso? No, se si pensa che la sua comunicazione - pur basata sulla nostalgia, si pensi solo allo slogan "Make America Great Again" - si fonda su una narrazione estremamente contemporanea, che riesce a toccare le corde più profonde della nuova "destra" americana. Partito tra lo scetticismo generale a The Donald ormai manca solo una casella da spuntare, come ci racconta (tra l'ironico e il polemico) l'ultima copertina del Time.
Tutte le facce di Chris Christe
Ripartiamo il nostro racconto dal dopo: Donald Trump ha vinto il Super Tuesday e nella conferenza stampa appare Chris Christie. Il governatore del New Jersey ha una faccia quasi spaventata e la rete si scatena nelle ironie con l'hashtag #ChristieFace. Ben Shapiro, ad esempio, si chiede se per caso lo sbattere degli occhi di Christie sia una sorta di messaggio in codice d'aiuto. The Donald lo sta forse tenendo in ostaggio?
If Christie blinks in Morse code, he's being held hostage. pic.twitter.com/1AjLtWTpv8
— Ben Shapiro (@benshapiro) 2 marzo 2016
"Christie assomiglia al mio cane quando capisce che stiamo andando dal veterinario", aggiunge Matthew.
Chris Christie looks like my dog when she realizes our car ride was to the vet
— Matthew (@Matthops82) 2 marzo 2016
Mike spiega invece così l'espressione del governatore:
that explains it pic.twitter.com/YlBKp58qfy
— Mike Tunison (@xmasape) 2 marzo 2016
Gli identikit dei supporter di Clinton e Trump
Ma quali sono le tipologie di supporter dei due schieramenti? Divertente, a questo proposito, l'infografica elaborata da Chute and Macromeasures sulla base dei contenuti veicolati nei social e dal relativo sentiment. La fotografia che ne emerge è di un post-yuppie un po' politicamente scorretto per Donald e una femminista, giocatrice di golf e modaiola per Hillary.
Saranno questi i due "popoli" che andranno allo scontro finale di novembre? Tutto ormai sembrerebbe presagire di Sì, a meno di svolte clamorose. Come il ripescaggio di Mitt Romney. Dopo il Super Tuesday è comparso un portale dove si chiede al grande sconfitto del 2012 di riprovarci ancora: http://draftmitt.org/
Un po' perché il fallimento in America, ad ogni età, non è mai per sempre. E un po' perché l'establishment proprio non riesce a mandare giù quella profezia dei Simpson che sta diventando ogni giorno sempre più reale.