Attraverso la voce del CEO Marissa Mayer, Yahoo! ha annunciato: "l’azienda è in vendita, sono aperte le trattative".
Quali sono i motivi che hanno portato a questa decisione? Yahoo! (Yet Another Hierarchical Officious Oracle) è conosciuta in tutto il mondo come motore di ricerca e fonte di informazione con i suoi diversi magazine, oltre che per i servizi di comunicazione come mail, messenger e chat e, ad oggi, detiene anche il 15% del colosso eCommerce Alibaba.
Fondata nel 1994 e caratterizzata da un cambio al vertice nel 2012 con l’insediamento di Marissa Mayer, nel 2015 attraversa una vera e propria crisi caratterizzata da un grave crollo degli utili, nel 2016 è pronta a vendere.
Tutta colpa della Mayer?
Tra le cause della crisi nera di Yahoo! si citano il crollo di utili e di valore delle azioni da fine 2015 (34%) ad inizio 2016, oltre che del taglio di circa 1700 posti di lavoro e di una concorrenza spietata composta da nomi come Facebook e Google, oltre che, secondo alcuni, di una gestione superficiale da parte di Marissa Mayer, colpevole di non aver fatto crescere gli utili dell’azienda negli ultimi anni.
Certo è che tutte le colpe non possono ricadere su un’unica persona: Yahoo! ha sofferto negli ultimi anni della concorrenza degli altri attori del settore media e tutti gli sforzi per crescere nel settore “mobile and video” sono risultati vani. Infine, la scelta di investire nel colosso Alibaba si è dimostrata controproducente da quando l’azienda si è quotata in borsa dimezzando il valore effettivo delle azioni in possesso di Yahoo!.
Un serie di concause, dunque, che hanno portato ad un cambiamento sostanziale nell’offerta del brand che annuncia per il 2016 - piano che non sembra cambiare nonostante la scelta della vendita - un taglio drastico di alcuni magazine meno produttivi, per concentrarsi solo su News, Sports, Finance e Lifestyle (i nomi più redditizi), con un conseguente taglio allo staff e il trasferimento di alcune professionalità.
Yahoo! comunque assicura all’utente la disponibilità di tutti i contenuti prodotti fino ad ora, nonostante la chiusura di alcune sezioni.
Vendere è una decisione dura, ma è la strada giusta per Yahoo!
“The company is looking at this strategy, nothing it could be the best thing for Yahoo”, questo ha dichiarato Maymard Webb per giustificare la scelta, difficile, di mettere l’azienda sul mercato.
Yahoo!, infatti, crede che vendere sia necessario per ridare valore al brand e soddisfare al massimo gli interessi di investitori, lavoratori ed utenti che gravitano intorno all’azienda.
Nonostante l’annuncio di voler vendere ad un nuovo proprietario, il provider internet sottolinea come questa azione non influenzi assolutamente i piani strategici già decisi, anzi l’azienda andrà avanti in modo aggressivo nell’accrescere la potenza del brand, oltre che nel miglioramento dell’efficienza e del profitto.
L’ultima strategia prevede lo scorporo da Yahoo! del 15% di Alibaba, una separazione che vale quasi 40 miliardi di dollari.
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Verizon, At&t e Time: i primi nomi si fanno avanti
In ogni trattativa che si rispetti è necessario avere dei compratori, e se i nomi non si fanno attendere, tra aziende digitali e fondi di investimento privati, la scelta deve essere oculata. Ecco perché la Mayer ha assunto advisor finanziari del calibro di Goldman Sachs, JPMorgan, Pjt partners che potranno agire senza interpellare il quasi ex CEO.
I nomi più caldi sulle trattative sono At&t, Time e Verizon, ma l’elenco recita Comcast, Bain Vapital Partners, KKR e Tpg.
At&t sarebbe pronta ad investire 10 miliardi di dollari per i core assets di Yahoo!, con l’obiettivo di rafforzarsi su nuovi mercati.
La Time Inc., società che edita 130 riviste, tra cui People e Time, sarebbe in procinto di proporsi per l'acquisizione del gigante di Sunnyvale, dopo un primo approccio avuto ieri con i banchieri di Citigroup. Le cifre dell'operazione rimangono sconosciute in questo caso, ma dietro la scelta ci sarebbe la volontà della società editoriale di cercare nuovo spazio nel business digitale.
Per Verizon, il più grande gestore wireless in America, l’obiettivo è un altro: competere, con l’acquisto di Yahoo! dopo l’acquisizione di AOL, con Google nel mercato advertising ed espandersi in Europa, andando ad alimentare anche il suo progetto di realizzare contenuti video per la diffusione su Internet anziché via cavo.
Una curiosità, la prima offerta di acquisizione che Yahoo! ebbe nella sua storia risale al 2008, quando Microsoft offrì circa 45 miliardi dollari per l’acquisto. Allora però l’offerta venne rifiutata e qualcuno lega l’inizio del declino proprio alla svalutazione che il brand ha subito sul mercato azionario dopo questo rifiuto.
Nel 2016 comunque una cosa è certa: l’acquisizione da parte di un nuovo proprietario si farà, dobbiamo solo aspettare il nome definitivo.