Facebook sta usando i sondaggi per migliorare l’algoritmo di selezione delle notizie da mostrarvi nel feed.
Annunciata pochi giorni fa, la novità fa parte del continuo sforzo di Facebook per migliorare il flusso di notizie, anche attraverso i meccanismi di segnalazione di notizie ritenute false o spam.
In questo caso l’attenzione di Facebook è concentrata sui post che diventano virali, si propagano cioè in maniera veloce e diffusa, quasi incontrollata.
Non c’è alcuna ricetta sicura per far diventare virale un post, ed è quindi molto difficile predire a priori se un particolare post lo diventerà e quando lo farà.
Certo è facile, col senno di poi, capire perché un particolare post lo sia diventato e la sua viralità non è sempre un valore positivo assoluto: credere che lo sia diventato perché le persone desiderano vederlo è sbagliato.
La sua popolarità e diffusione può essere un effetto collaterale indesiderato: le persone non vogliono vederlo, ma commentandolo (negativamentre) o condividendolo per allertare gli amici contribuiscono alla sua diffusione.
Un meccanismo ben noto a chi diffonde bufale, e ai troll.
Facebook quindi ha deciso, ogni giorno, di proporre a decine di migliaia di utenti al giorno, un piccolo questionario, in cui possono scegliere e indicare il tipo di notizie che preferiscono vedere nel loro feed, mettendo a confronto post virali con altre notizie.
In questo modo il flusso di notizie dovrebbe, nelle intenzioni di Facebook, diventare migliore e più rilevante per ciascun utente.
Se siete amministratori di pagine Facebook, non preoccupatevi: la portata naturale e organica della pagina non ne verrà intaccata. I post virali sono, per gli specialisti Facebook, delle anomalie.
Una riflessione importante invece riguarda il potenziale uso dequalificante e censorio di questi sondaggi.
Una storia scomoda, pur se fondata e ben documentata, potrebbe essere votata come non gradita dalla maggioranza degli intervistati.
Una maggioranza di un campione di cui nulla viene dato sapere: come vengono scelte le decine di migliaia di utenti citati? Sono veramente rappresentativi del resto della popolazione Facebook (oltre un miliardo e mezzo!) o, almeno per quella porzione che per geografia o lingua è destinataria potenziale della notizia?
Ben venga la lotta alle bufale, di cui siamo tutti stanchi e che ciclicamente si ripresentano, ma andrebbe fatta con maggiore trasparenza e cautela.
Il rischio è che la censura e le bolle di filtri di cui abbiamo già scritto diventino ancora più forti e limitanti.