Nelle scorse settimane il parere del MISE sulla necessità della comunicazione di inizio attività anche per gli Home restaurant ha messo in moto un meccanismo che ha erroneamente coinvolto anche l'attività della più grande community italiana di Social Eating, Gnammo.
Dalla necessità di fare chiarezza sulla propria attività è nata però una bella opportunità, dato che Gnammo ha colto al volo un'esigenza sentita da molti: comprendere la distinzione tra Home restaurant e Social Eating e conoscere le implicazioni normative della sharing economy con forchetta e coltello.
Nasce in collaborazione con i consulenti legali di Gnammo, per gettare le basi di una vera e concreta riflessione sul percorso normativo della grande galassia della sharing economy, il Codice Etico di autoregolamentazione del Social Eating e degli Home restaurant.
Pubblicato in forma aperta, il Codice Etico è pronto ad accogliere i contributi di tutta la community.
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Walter Dabbicco, uno dei creatori di Gnammo, per saperne qualcosa in più.
Dopo il parere del MISE il codice etico di Gnammo fa chiarezza sulla distinzione tra Home restaurant e Social Eating. Come fanno gli Gnammers a stare tranquilli?
E perché non dovrebbero? L'esigenza di fare chiarezza si è fatta sempre più forte dopo che, dal parere del MISE, molte testate hanno messo in atto la tecnica del "clic facile", pubblicando titoli sensazionalistici senza alcun approfondimento.
Questo ha generato davvero troppa confusione, abbiamo quindi scelto di rompere gli indugi e spiegare chiaramente cosa vuol dire per noi Social Eating e cosa Home Restaurant.
Era un atto doveroso nei confronti di una community di quasi 100mila persone che credono nei valori dell'incontro e della condivisione a tavola.
Da quando è nato Gnammo non vi è stato un solo episodio spiacevole ed il tasso di qualità dei feedback si aggira tra il 4,5 ed il 5 su una scala di 5 punti, sia per chi cucina che per chi mangia.
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La filosofia dello sharing entra anche in questo codice etico, in che modo gli utenti possono contribuire?
Prima di iniziare a scriverlo ci siamo detti "non possiamo farcela da soli"! E quindi l'idea di aprire il codice etico al contributo dei cittadini ne ha permeato la stesura stessa.
Abbiamo inteso dare una traccia di riflessione, ora chiunque può commentarlo ed aiutarci a migliorarlo, contribuendo così anche alla maturità della community
Attualmente quanti Home Restaurant avete censito? Quali sono le previsioni di crescita?
La community di Gnammo consta di quasi 100mila persone. Di queste un buon 15% ha decisamente il mestolo in mano e sono sia semplici appassionati che persone con un po' di esperienza.
L'ingrediente fondamentale resta quello della socialità e della scoperta del prossimo. Chi non è di questo avviso - abbiamo avuto modo di verificarlo direttamente - si tiene alla larga da Gnammo: pagamenti online e quindi tracciati, più feedback della community sono una ricetta forse un po' indigesta per chi non crede nei valori dello stare insieme...
Se voglio organizzare un evento di Social Eating a quali regole devo attenermi?
Semplicemente quelle riportate nelle FAQ del sito. Andando su Gnammo.com c'è un tasto con una bella scritta "come funziona" al centro della pagina e lì ci sono tutte le indicazioni operative, fiscali, se si è un ristorante o un B&b... Insomma tutto quello che serve sapere.
Abbiamo scelto di fare le cose per bene e farle in Italia e dall'Italia, cosa che per qualunque altra app o servizio di sharing economy, foon o no food, non è una priorità e viene spesso liquidato con una semplice riga "ti consigliamo di verificare la legislazione del tuo paese".
Quanto è importante un feedback corretto degli Gnammers per la crescita degli eventi?
È l'ingrediente fondamentale ed uno dei paradigmi base della sharing economy. Sono parte di una community ed essa stessa garantisce sull'esperienza che andrò a vivere!