Diventa free member
Vuoi leggere questo articolo e le altre notizie e approfondimenti su Ninja? Allora registrati e diventa un membro free. Riceverai Breaking News, Marketing Insight, Podcast, Tips&Tricks e tanto altro. Che aspetti? Tieniti aggiornato con Ninja.
Diventa free member
Vuoi leggere questo articolo, le altre notizie e approfondimenti su Ninja? Allora lascia semplicemente nome e mail e diventa un membro free. Riceverai Breaking News, Marketing Insight, Podcast, Tips&Tricks e tanto altro. Che aspetti? Tieniti aggiornato con Ninja.
Per i fan di Mad Men la piccola e temeraria Peggy Olson (Elisabeth Moss) appare come una sorta di Giovanna d'Arco dell'advertising: sottostimata, sminuita ed unica donna che tenta la scalata al successo nel mondo dell'advertising. Gli uomini di Madison Avenue sono sicuramente stati gli autori di alcune delle più famose adv della "Mad Men Era" ma, nella realtà, Peggy non sarebbe stata sola come il suo personaggio.
Molte adv create da queste suffragette del marketing erano dedicate a saponi e prodotti di bellezza femminile, ma alcune di loro hanno firmato la comunicazione per automobili, superstore e compagnie aeree nazionali.
LEGGI ANCHE: 5 casi in cui l'uso del testimonial ha fatto discutere
Ecco 10 famose adv firmate da donne:
"Does she… or doesn't she?" chiedeva uno deli slogan più familiari e pruriginosi di quegli anni. In realtà il copy - anzi La copy - vuole lanciare una tinta fai da te, un argomento davvero tabù alla fine degli anni '50. La tinta era un prodotto appannaggio esclusivo delle dive di Hollywood e delle prostitute. Con questa adv Miss Clairol ha incrementato le sue vendite del 413% in soli 6 anni.
Una delle adv più sessiste di tutti i tempi e - di conseguenza - di maggior successo. Correva l'anno 1971, il femminismo diventava sempre più una realtà, i diritti per le donne venivano finalmente concessi… e la National Airlines invitava a volare "sulle" sue avvenenti hostess.
Nel 1917, quando Mata Hari veniva arrestata per spionaggio, la prima guerra mondiale volgeva al termine e i primi Pulitzer venivano assegnati, il mondo dell'advertising scoprì e mangiò la manna: il sesso cominciava a vendere. Parafrasando Carrie Bradshaw "gli uomini avranno anche scoperto il fuoco, ma la donna ha imparato a giocarci", fu infatti la signora Lansdowne Resor a creare il primo copy con riferimenti sessuali. "Woodbury Facial soap … for a skin you love to toch".

Jane Maas è da annoverare tra le madri fondatrici dell'advertising moderno. Il logo "I Love NY", commissionato dal Department of Commerce di New York per promuovere il turismo nella città statunitense, è tra i più noti simboli della città e dello stato americano riprodotto su migliaia di poster e gadget negli ultimi 40 anni.
"what becomes a Legend most" (rigorosamente con la L maiuscola) è una dell più famose campagne pubblicitarie del XX secolo, partorita dal genio di Jane Trahey per le pellicce Balckglama. Per i primi anni Richard Avedon - che già era uno dei fotografi di moda più ricercati della big apple - contribuì al successo di questa adv. La campagna prevedeva un essenziale ed elegante annuncio in black & white con le più grandi celebrities dell'epoca ritratte mentre indossano i visoni Blackglama. Tra i volti ritratti vere e proprie leggende come Bette Davis, Lauren Bacall, Judy Garland e Barbara Streisand.
Parafrasando Phillis "non devi essere ebrea per creare un'adv che verrà ricordata per più di mezzo secolo" e che è stata esposta perfino all'Oakland Museum of California. Il Levy's in questione non è l'iconico jeans made in U.S. (che oltretutto si scrive Levi's) ma un famoso panificio di Brooklyn.
Prima di diventare una famosa scrittrice, Fay Weldon si guadagnava da vivere come copywriter. Negli anni '50 creò "Go to work on an egg" per l'ehh marketing board britannico il copy di una colossale campagna pubblicitaria per invogliare gli inglese a consumare uova nella prima colazione.