L’unico limite è la fantasia.
Se aveste lavorato nella Lego degli anni ‘60, nel piccolo villaggio danese di Billund, avreste sentito questo ritornello almeno una decina di volte al giorno. A ripetervelo, Godtfred Kirk Christiansen, presidente e CEO del gruppo, figlio dello storico fondatore Ole Kirk.
Vero, l’unico limite è la fantasia. Soprattutto per un bambino, soprattutto con in mano dei mattoncini Lego. Perché due mattoncini “2x4” si combinano in ventiquattro modi, tre in più di mille modi. Con sei si ottengono oltre novecento milioni di combinazioni. Insomma, se non stiamo a fare proprio i matematici, l’unico limite è la fantasia.
Ognuno ha una soria da raccontare
A scuola spesso, però, non è così. Quando si chiede a un bambino di raccontare una storia, soprattutto in forma scritta, al limite della fantasia se ne aggiungono altri. Perché se ogni bambino ha sicuramente una storia da raccontare, la difficoltà di immaginarla e di trovare le parole per esprimerla possono compromettere il risultato e rendere il processo frustrante.
Dall’astratto al concreto
Se ci pensate, quando siamo bambini, per poter immaginare una cosa, dobbiamo prima di tutto costruirla. Più di cent’anni fa la stessa Maria Montessori aveva osservato che l’apprendimento non avviene in maniera statica e passiva, ascoltando semplicemente una lezione, ma attraverso la sperimentazione e la manipolazione dei materiali.
Costruire una storia, mattone dopo mattone: Lego StoryStarter
Ed ecco dove entra in gioco Lego, con la sua linea di prodotti Education. In questo caso, è il set StoryStarter ad essere quello adatto a facilitare la narrazione dei ragazzi. Un set completo, con software integrativo e una guida per l’insegnante.
I bambini costuiscono la loro storia, scena dopo scena: la Principessa intrappolata nella torre, il Cavaliere che combatte contro il drago, e così via. Ogni scena può essere fotografata e inserita nel software StoryVisualizer, che costruisce così una vera e propria storyboard. A quel punto, con una storia chiara e concreta, l’alunno può raccontarla, e scriverla, molto più facilmente.
La situazione italiana
Per il nostro sistema scolastico, quello che non si può descrivere attraverso l’espressione linguistica non esiste
Spiega Leonardo Previ, docente di Storia economica della Cultura, nel libro Lego Story. Un concetto decisamente antico e in netta controtendenza rispetto alle evidenze che abbiamo visto insieme.
Media Direct, che distribuisce Lego Education in Italia attraverso il brand Campustore, sta cercando di portare StoryStarter nelle scuole italiane per rimediare a questa situazione. E lo fa attraverso un concorso che mette in palio un set completo Lego StoryStarter e permette a insegnanti e bambini di provarne l’efficacia prima di valutarne l’acquisto e l’impiego.
Come funziona il concorso
Ogni scuola o biblioteca può richiedere un campione gratuito del kit rigistrandosi sul sito Campus Store. Con il kit ricevuto, i bambini potranno costuire la propria storia e animarla grazie al software che permette l’inserimento di disegni, fumetti e didascalie.
Una volta soddisfatti del risultato, sarà possibile inviare la storia a Campus Store. A questo punto tutte le storie saranno pubblicate sulla pagina Facebook StoryStarter Campustore: la più votata vincerà il kit completo per la propria scuola.
Un’ottima occasione dunque per sperimentare e innovare il metodo scolastico italiano e facilitare i bambini a esprimere la loro fantasia e immaginazione nel modo più libero e immediato possibile.
Chissà come avrebbe immaginato i frutti e i fiori il protagonista de “Il vecchio e il bambino” di Guccini, se avesse potuto costruire l’immensa pianura con i mattoncini Lego. E’ ora di scoprirlo, con Lego StoryStarter.