Il body-shaming è dappertutto. Questo è quanto dichiara sul proprio blog il Walden Behavioral Care, un centro specializzato in disordini alimentari, che affronta quotidianamente le conseguenze dell’attenzione maniacale che ad oggi riserviamo alla forma fisica ed all’insoddisfazione per il proprio corpo.
Cosa possono fare i brand per veicolare un cambiamento radicale? Strategie mirate di web marketing sui Social Network o sulle diverse piattaforme virali possono essere lo strumento giusto per veicolare messaggi body-positive?
Questo articolo nasce dalla riflessione di molti. E' tempo di dire basta, di vergognarsi del proprio corpo, di credere di dover rispondere a precisi canoni di bellezza e perfezione per essere accettati. Dalla consapevolezza che i Social Media possono implementare un Social Change.
La pubblicità è tale perché la donna viene rappresentata solo mediante la sua fisicità e quindi come "vittima" del binomio donna-corpo nudo, e perché è a lei che la pubblicità rivolge la maggior parte degli spot.
(“La pubblicità è femmina, ma il pubblicitario è maschio” di Daniela Brancati)
Amate voi stessi. Coltivate la vostra autostima. Uno dei brand che ha fatto di più in materia di body shaming è Dove grazie alla campagna sulla bellezza autentica.
Le donne sono le più dure critiche di sè stesse. Solo il 4% delle donne al mondo si considera bellissima. In Dove, lavoriamo per creare un mondo dove la bellezza sia fonte di autostima, non ansia. Così, abbiamo deciso di realizzare un efficace esperimento che esplora il modo in cui le donne si vedono, in contrasto con quello che vedono gli altri.
Il body-shaming è dannoso. Le persone non possono essere condizionate nella scelta di ciò che indossano, di cosa fanno e soprattutto non possono vergognarsi di determinate caratteristiche del proprio corpo. I brand di tutto il mondo stanno provando da anni a scuotere le coscienze del mondo con campagne pubblicitarie che veicolino un cambiamento sociale importante.
Avrebbe dovuto pensarlo Victoria's Secret quando ha proposto la campagna “The Body Perfect” per il lancio di una nuova linea di reggiseni, innescando una reazione inaspettata da parte delle clienti di tutto il mondo. Ma cosa ha fatto il brand? Non ha dato comunicazioni ufficiali, né rilasciato scuse. Ha soltanto cambiato il pay-off della campagna in: A body for everybody.
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Guardatevi intorno. Chi di voi non ha mai detto ad un’amica: ma sei ingrassata negli ultimi tempi? Che hai fatto ai capelli? Non trovi che questo pantalone ti allarghi un po’ troppo i fianchi? Non pensi che dovresti mangiare un po’ meno?
Sono questi piccoli particolari che ci fanno capire quanto sia radicato un modello di riferimento basato sulla bellezza, sulla perfezione, su corpi che devono essere messi in mostra, devono essere venduti, devono essere interessanti, ma solo se hanno determinate caratteristiche.
Smettere di idolatrare immagini di ragazze skinny, di modelle photoshoppate, potrebbe essere il modo giusto per iniziare un cambiamento profondo. Perché non sfruttare la viralità del web? Perché non utilizzare i Social Media per veicolare messaggi potenti e d’impatto?
Ecco che Dove e Ogilvy Toronto proposero un anno fa un video virale nel quale volevano parlare direttamente a chi manipola le percezioni del pubblico come graphic designer o fotoritoccatori per smetterla con i dibattiti di genere.