"Specchio specchio delle mie brame, chi è il più performante del reame? I social media o il SEO?"
Se in passato avete avuto a che fare con una campagna di marketing digitale, anche voi avrete posto questa domanda al grande specchio parlante che è poi Google. E non sempre avrete avuto le risposte che cercavate. Sì perchè il marketing digitale non è una scienza esatta, e ogni campagna ha le sua specifica strada per il successo.
Prima delll'avvento di algoritmi di posizionamento come Penguin e Panda, la strada per un buon posizionamento del sito (e quindi per la visibilità di una campagna) era quella di imbottire il proprio sito di parole chiave e link tematici. Successivamente l'accento è stato posto sulla qualità dei contenuti, qualità che non può prescindere dagli aggiornamenti regolari su social network come Facebook e Twitter (forti su real-time engagement e creazione di contenuti user generated).
Quale mezzo risulta quindi più efficace per valorizzare una campagna? Come scoprire quale strada intraprendere? Facciamo un passo indietro e fissiamo alcuni punti.
L'importanza dell'headquarter
Che la vostra campagna abbia un forte DNA social o si basi principalmente su un sito web, è importante ricordare che il SEO è importante quanto se non più di prima (fondamentalmente a causa dell'aumentata competizione on line). Questo implica che il proprio sito deve comunque essere ben costruito (per tutte le piattaforme) e tagliato per un buon posizionamento.
Il sito è il vostro hub, il vostro headquarter digitale. Da qui dovranno passare tutti i contenuti che pubblicherete anche sui social media. Motivo per cui è bene elaborare un'integrazione dei contenuti in un ecosistema di canali che abbia proprio qui il centro operativo.
Non lasciate sole le vostre keyword
Leggereste una ricetta di cucina che contiene solo i nomi degli ingredienti e nemmeno una riga su come amalgamarli al meglio tra loro? Ecco, il segreto per presentare bene a Google il proprio sito è questo.
Non riempite i vostri siti di parole chiave solo per scalare qualche riga nella SERP. Inseritele invece in un contenuto creativo organizzato in modo da valorizzarne il senso, aumentando così l'interesse in maniera originale.
Il link building non è morto. Evviva il link building
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Se un tempo era possibile linkare i propri contenuti su decine di siti fake creati solo per valorizzare un contenuto (secondo il principio: più è presente su altri siti, più viene percepito da Google come interessante), oggi le cose sono un po' più complesse.
Lo screening di Google è sempre più meticoloso, non è più vantaggioso creare link building, se non tra siti che condividono la stessa tipologia di contenuti e i social in questa dinamica calzano a pennello. Un post su Facebook o Twitter che rimandi ad un vostro articolo e che sia condiviso da numerosi utenti sensibili all'argomento è manna pura per la vostra visibilità.
L'approccio SEO dei Social Media
L'aumentato traffico di informazioni sui social media a discapito delle piattaforme più tradizionali (siti e forum) ha ormai fatto sì che i social siano veri e propri indicatori di qualità per un contenuto.
Per far sì che un contenuto sia condivisibile sui social, quindi, è importante che sia ben scritto, originale, utile e talvolta anche controverso: l'importante è che sia tagliato in modo da generare una discussione e diventare quindi il fulcro di uno scambio di punti di vista che ne mostrino a Google la bontà.
In conclusione, non è più possibile pensare a SEO e social media marketing come due strategie separate tra loro. Ormai devono essere considerate come due frecce imprescindibili e complementari nella faretra di un marketer digitale. Non è possibile creare contenuto senza condividerlo sui social, e non è possibile condividere sui social senza avere un sito che raccolga tutti i contenuti sotto lo stesso cappello.
Sarà quindi sempre più necessario organizzare le proprie campagne in modo da valorizzare entrambe le strategie, preparando buoni contenitori ma soprattutto buoni contenuti.