Se pensate che il Comic-Con sia solo stand di introvabili fumetti, cosplayer in divisa, action figure in esposizione e giochi da tavolo vi sbagliate di grosso. Le convention, e in particolare il celeberrimo San Diego Comic-Con, sono molto di più di una festa per nerd. Questi eventi sono un’occasione imperdibile per promuovere il proprio brand.
Basta pensare al Comic-Con che si tiene a San Diego: negli ultimi anni, tra lettori di fumetti, cosplayer e appassionati di film di fantascienza si nascondono anche loschi figuri in giacca e cravatta. Si tratta di dirigenti televisivi, direttori marketing, showrunner, produttori esecutivi. Perché?
Non credete a quello che dicono, cioè che vanno al Comic-Con per “ringraziare i fan”. Ci credete che società quotate in borsa e aziende globali spendono milioni di dollari per il Comic-Con solo per dire grazie?
Per capire perché il Comic-Con è così appetibile per i brand ci viene incontro un’intervista di Adweek a professionisti del settore.
Collen Mohan, SVP Brand Marketing della rete USA Network spiega che il primo anno gli organizzatori hanno dato alla rete una sala di 4200 persone dove USA Network ha proiettato un episodio della serie Psych. La sala non solo si è riempita, ma molte persone non sono riuscite ad entrare.
Naturalmente, 4200 persone non è nemmeno 1/300 del rating point. Ma Rick Haskins, EVP Marketing della CW, sostiene che la loro influenza fa la differenza. "La sala potrà essere in grado di contenere solo 4200 persone, ma quelle 4200 persone sono opinion leader", dice Haskins, "Parleranno dello show, scriveranno sui loro blog, twitteranno".
Ecco perché la convention è un’ottima opportunità per testare gli episodi pilota che andranno in onda in autunno. I dirigenti possono valutarne le reazioni, prepararsi al successo o correre ai ripari per un flop.
Ma il Comic-Con è anche un’occasione per scoprire nuovi talenti. È quanto afferma J.G. Quintel, creatore e produttore esecutivo del Regular Show di Cartoon Network, il quale rivela che è sempre alla ricerca di giovani con buone idee: "Mi piace molto andare nella sezione degli artisti e dei rivenditori di fumetti indipendenti. Lì ho trovato un sacco di talento, ho letto qualcosa di veramente divertente per poi cercare l’autore e chiedergli di fare una prova per il mio show.”
Ma c'è un rovescio della medaglia. I fan sono sempre più informati sui meccanismi televisivi, su chi ha scritto determinati episodi e chi ha preso impopolari decisioni. Il lavoro più grande è quello che viene chiesto al cast e ai produttori esecutivi, che hanno ilo compito di interagire con i fan, rispondere alle loro domande durante i panel e fare da ponte tra il pubblico e la rete.
Secondo Kirkman, il papà di The Walking Dead, il Comic-Con è anche un’occasione per fare il punto della situazione: "Incontro distributori, rivenditori e appassionati. Tutti si riuniscono nello stesso luogo ed elaboro strategie per il nuovo anno. Si tratta di un incontro di lavoro per il nuovo anno, il che mi emoziona ".
L’obiettivo principale per i brand è, senza dubbio, quello di farsi notare, sia dal vivo sia attraverso i canali social, attraverso i quali viene raccontato minuti per minuto tutto l'evento (un buon esempio? Il profilo di The Walking Dead della AMC su Instagram).
Eventi straordinari, incontri imperdibili, gadget costosi sono ormai la normalità al san Diego Comic-Con. Ecco cosa hanno combinato alcuni brand quest’anno!
Entertainment Weekly party
Game of Thrones: la fermata del tram in Dothraki
The Walking Dead party
La nave di Assassin’s Creed IV: Black Flag
Bates Motel event
Wired Cafè
Samsung Galaxy Experience