Con il ricordo di Londra 2012 ancora vivo è già tempo di parlare della prossima edizione delle Olimpiadi, Rio 2016. Il logo lo aveva già introdotto Aiko, ma oggi approfondiremo il discorso parlando del font usato, una componente fondamentale del marchio.
Iniziamo partendo dal suo creatore, Dalton Maag, uno studio con base a Londra e Sapiranga (Brasile), che traccia subito una linea diversa da quella dell'edizione passata, che era molto rigida e precisa, a favore di un tratto curvo e morbido. Ma attenzione la sinuosità non vuol dire che non ci sia uno studio dettagliato e minuzioso nella creazione, inoltre come dalle dichiarazioni del Comitato Organizzatore, ogni lettera rappresenta la gente e i luoghi del Brasile. Ovviamente altra fonte di ispirazione non può che essere la gioiosità della popolazione brasiliana ritrovabile nella varietà di curve delle diverse lettere, da notare che non ci sono spazi fra le lettere ed ogni parola è un unico tratto riconducibile alle movenze rapide e fluide degli atleti in azione.
Non meno importante ma, a torto, meno seguite e discusse sono le Paralimpiadi con il loro logo, sempre con lo stesso stile delle Olimpiadi, ma che invece delle tre figure che si abbracciano abbiamo una forma impossibile che si chiude con se stessa a dare un senso di completezza, di unione, con le varie tonalità di arancione a richiamare sia la solarità brasiliana che la passione e la forza degli atleti. Concludiamo dicendo che entrambi i loghi riescono a trasmettere il messaggio "Passion and Transformation" (passione e trasformazione), slogan portante delle future edizioni dei Giochi Olimpici e Paralimpici che si terrano in Brasile, a Rio nel 2016.