Sapete quanto calore disperde la stanza in cui vi trovate? Avete un’idea dei consumi energetici che non avete abbattuto per non aver voluto cambiare i vecchi infissi di casa vostra? Sapete da dove provengono i materiali con cui avete tinteggiato la facciata della vostra casa al mare, e quali impatti possono avere con l’ambiente? Se la risposta a queste domande è “no”, non siete ancora stati rapiti dalla bioedilizia.
Cos’è?
La bioedilizia ” è un approccio culturale al vivere orientato alla ricerca di soluzioni per un vivere moderno integrato ed in armonia con la natura. E’ quindi uno modus operandi ed una filosofia prima ancora che una dottrina architettonica.
Quando nasce?
Questo concetto di “architettura sostenibile” nasce agli albori degli anni ’80, dopo un trentennio post bellico caratterizzato da un’ondata edilizia ed un consumo di territorio senza precedenti. L’uomo, con la disponibilità apparentemente infinita di energia e risorse naturali, punta all’ottenimento del massimo benessere abitativo possibile, senza curarsi di cosa ne pensasse la natura. Naturisti ed ambientalisti, resosi conto del disastro ecologico in corso, hanno iniziato a martellare il tasto della sostenibilità
Cos’è oggi?
La bioedilizia, nata quindi come reazione ambientalista alla prepotenza edilizia, ha subito una profonda genesi, tramutandosi in una corrente che mischia responsabilità ecologica con il ritrovato gusto del verde ed una crescente aura di stile ed eleganza. E’ una genesi comune di molte correnti green, sfociando talvolta nel greenwashing, quando una qualunque piantina integrata all’interno o all’esterno di un edificio viene sbandierata come bioedilizia. Occorre delinearne i contorni.
La Bioedilizia
La filosofia, ricca e variegata, può essere forse riassunta in tre grandi principi guida:
1) Approccio minimalista: non è più la natura a doversi adattare alla costruzione, ma è l’edificio piuttosto a sposarsi con il verde, limitando al minimo il proprio ingombro, ed rinunciando a tutto ciò che non è strettamente necessario
2) Scelta dei materiali: Utilizzo di prodotti e composti naturali, per gli stucchi, le rifiniture, e gli elementi portanti. Predilezione per materiali locali, limitando al massimo quelli trasportati da lunghe distanze. Attenzione al riuso dei risultati di risulta, ed alla scelta di moduli eventualmente smontabili e rimontabili altrove a seconda delle esigente. Scelta di materiali rinnovabili, come ad esempio le tavole di legno coltivato.
3) Riduzione concreta dei consumi esterni: coibentazione dei tetti, cappotti termici ed alimentazione da fonti di energie rinnovabili per i consumi elettrici (mini eolico o fotovoltaico), sistemi basso consumo energetico o autoalimentati (come il solare termico per la fornitura di acqua calda). Ma anche la scelta delle caldaie a pellet per il riscaldamento, delle lampadine a led, o l’installazione di un piccolo orto per un’insalata fresca ed a chilometro zero.
Eccellenza italiana
C’è anche un progetto Italiano ai vertici dell’innovazione in Bioedolizia: si tratta di “Med in Italy”, guidato dall’Università Roma Tre e dalla Sapienza, insieme ad un vasto numero di collaboratori e sponsor tecnici. Med in Italy si è classificata al terzo posto assoluto al Solar Decathlon di Madrid, una sorta di Olimpiade di Bioarchitettura, e massimo palcoscenico mondiale della disciplina.
Med in Italy ha vinto l’oro nella specialità più difficile e prestigiosa, legata alla sostenibilità, l’argento per il funzionamento delle apparecchiature elettroniche, ed il bronzo in bilancio energetico, architettura ed innovazione.
Il progetto Italiano ha nella scelta dei materiali, nel design, nella facilità di assemblaggio e smontaggio, e nella riciclabilità al 100% dei materiali usati il suo punto di forza. Attrezzata con pannelli fotovoltaici di ultima generazione, Med in Italy può produrre anche il triplo dell’energia elettrica che consuma, grazie al calore del sole mediterraneo per cui è progettata.
Med in Italy ha anche un basso costo di installazione e produzione, grazie alla logica di produzione industriale dei componenti, aggirandosi intorno ai 1,400 euro per metro quadro. Inoltre, a Madrid, il team italiano è stato in grado di montare l’intera struttura di 50mq in soli cinque giorni, caratteristica che la rende ideale anche come soluzione per l’alloggio in zone calamitate.
Cosa chiedere di meglio?