Cosa succede quando i più importanti personaggi politici del passato, passati alla storia nel bene e nel male, diventano l'oggetto di discusse (e talvolta discutibili) apps, frutto di sviluppatori "d'azzardo"?
Spesso nascono veri e propri casi, accompagnati da polemiche e proteste che si affollano sui blog tematici, da critiche, querele, leggende e voci di corridoio...tutto all'insegna del "purché se ne parli", perché è così che si raggiungono i numeri importanti in termini di visibilità e guadagni.
Si, perché se la parola d’ordine del web è da sempre stata libertà, intesa come libertà di scrivere ed esprimere qualunque idea, opinione o creazione, potendola condividere a beneficio (gratuito) di tutti gli utenti della rete, nel mondo delle app questa libertà ha un valore aggiunto. Valore che, anche se fissato a pochi cent per download, con la giusta trovata pubblicitaria, può generare delle cifre da capogiro, che vanno a gonfiare le tasche del geek (presunto o sedicente tale) di turno, donandogli il suo momento di gloria.
Anche se il più delle volte, spenti i riflettori sulla vicenda, pagate le spese legali per le varie violazioni di copyright e proprietà intellettuale, tornano nell'ombra dalla quale sono fugacemente usciti, e nella quale (per la maggior parte) avrebbero fatto meglio a rimanere.
Accade ed è accaduto molto spesso ad app e sviluppatori “della domenica” ed è successo in particolare con due app politiche, basate su un'unica figura il più delle volte controversa , un po’ provocatorie e talvolta al limite della legalità.
iMussolini
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L’app che permette di vedere, ascoltare e leggere i discorsi del Duce, dopo qualche esitazione da parte di Apple, è stata pubblicata nell'app store il 21 gennaio 2010, praticamente a ridosso della settimana e del Giorno della Memoria, scelta che ha fatto immediatamente balzare all'occhio l'assoluta mancanza di tatto nei confronti di un tema così delicato da parte del suo creatore, più attento a destare scalpore che a salvaguardare la propria integrità morale.
IMussolini, definita da un'associazione americana di sopravvissuti alla Shoah:
«...un insulto alla memoria di tutte le vittime del nazismo e del fascismo, ebrei e non, da condannare come un'offesa alla decenza e alla coscienza», si è resa in questo modo protagonista da subito di un clamoroso record di download (una media di 1000 al giorno nella prima settimana), superando addirittura il videogame del gigante cinematografico AVATAR, nelle sale proprio in quel periodo.
Epidemia di neo-fascismo nel popolo Apple? No, solo un gran polverone mediatico sollevato dall'interesse della stampa, che ha suscitato estrema curiosità sul "caso", portando i download alle stelle.
Oltre ai suddetti curiosi, l'app ha purtroppo scatenato i fanatici dell'ultim'ora, tant'è che a ridosso si è reso presto necessario un intervento di "pulizia" per cancellare i numerosi commienti troppo "entusiastici" dei "fan" del Dittatore nostrano (per chi non lo sapesse, fare apologia di Fascismo è considerato reato in Italia, come sancito dalla cosiddetta "Legge Scelba" del 1952). A ridosso dalla sua prima uscita, i-Mussolini (come se non bastasse) è stata ritirata in corsa per consentire alcuni ritocchi e sfuggire furbescamente alle accuse di violazione del copyright in cui è incappato l’evidentemente incauto e poco originale creatore e sviluppatore. Viste le accuse aventi in oggetto i diritti dei contenuti audiovisivi, questi sono stati eliminati dalla seconda versione riapparsa nello store, che però è stata arricchita in contenuti e potenzialità. La seconda versione ha tuttavia deluso i primissimi utenti che non hanno accolto con entusiasmo i tagli ai video, spina dorsale dell’ iMussolini numero uno.
Hitler, Adolf Hitler Se & Co.
[yframe url='http://www.youtube.com/watch?v=li1u-w5yC2I']
Con Apple che muovendosi sul filo dell'incidente diplomatico, si è a lungo dibattuta tra il rispetto della libertà di espressione e il "gran rifiuto", l’affair “iHitler, per non dimenticare” (dallo stesso famigerato sviluppatore italiano di iMussolini) si è risolto nel marzo 2010: l’app ha visto la luce cambiando il nome semplicemente in “Hitler” (per evitare l’assonanza col famoso saluto in voga all’epoca del Terzo Reich) con l'escamotage di chiudere la possibilità di download al mercato italiano, tedesco e austriaco per non scatenare eccessive polemiche nei paesi più toccati dal funesto operato del Fuhrer. I contenuti sono simili a quelli della app dedicata all'omologo italiano, ricalcati ed ampliati in seguito da "Adolf Hitler Se", app uscita nell'ottobre dello stesso anno (ad opera stavolta di un altro sviluppatore) che illustra, tra le altre cose, come la figura del dittatore tedesco abbia influito sulla contemporanea onda "neo-nazi".
In genere, nei nostri articoli, l'ultimissima sezione è dedicata ai link e alle scorciatoie per raggiungere le app in oggetto; per ovvi motivi, in questa occasione, evitiamo volutamente di farlo.
Ai curiosi e agli appassionati di storia consigliamo di saziare il proprio interesse aprendo un libro, guardando un documentario, visitando i luoghi dove la scellerata filosofia del nazi-fascismo si è manifestata in tutta la sua aberrante concretezza.
Per quanto riguarda i nostalgici invece, sorge sponaneo un interrogativo: come si può avere nostalgia del ventennio più buio che il nostro Paese abbia mai conosciuto o delle pagine che possiamo definire tra le più nere della storia mondiale? ...Forse non avendole vissute sulla propria pelle.