Si è concluso un paio di settimane fa con successo il Festival Internazionale del Giornalismo, che ha visto Perugia come meta protagonista di incontri firmati da grandi ospiti internazionali, un nome su tutti Al Gore, premio Nobel per la Pace 2007 ed ex vice presidente degli Stati Uniti.
Inoltre, il capoluogo umbro è stato un crocevia intenso di relazioni online, ma soprattutto offline, dando non soltanto la possibilità di presenziare e partecipare attivamente ai molteplici eventi, ma anche di conversare direttamente con gli speaker.
Ed è cosi che Gianluca Diegoli, mente e penna creativa di “ 91 discutibili tesi per un marketing diverso” si è gentilmente sottoposto ad un’intervista per tutti i lettori Ninja, davanti ad un aperitivo pre-serale.
Sutsukai: Il marketing non convenzionale sta diventando sempre più convenzionale, quale sarà il prossimo “futuro” del marketing ? oppure lo stiamo già vivendo?
GLuca Diegoli: il marketing non convenzionale è una “voce” che troviamo sempre più inserita nei planning aziendali, investendolo di un ruolo marginale. Se dovessimo trovare uno slogan direi: “se avanza qualche soldo facciamo il non convenzionale”. E’ questa la concezione attuale, più o meno diffusa, circa la sfera del non convenzionale. Per quanto riguarda il futuro del marketing, sarà un marketing focalizzato sulla partecipazione attiva con le persone , meno intrusivo nei rapporti, aiutato da una tecnologia sempre più geolocalizzata.
Nel futuro il marketing deve abbandonare l’idea e la concezione di interrompere “qualcosa” ma coltivare le relazioni.
Alex Giordano sostiene in maniera provocatoria che “esiste solo un marketing: quello che funziona”. Quale è il tuo “motto”?
Il marketing che funziona è quello che rende se stesso “inutile”, si confonde e si scioglie nell’azienda stessa, senza linee di confine, senza barriere mentali. Secondo me il marketing che funziona è quel marketing che non c’è, o per meglio dire meno “marketing “c’è e più funziona.
In un tuo post relativo agli “interinali “ dei Social Media, suggerisci ai neolaureati di non focalizzarsi su di essi come oggetto delle propria professione. Perché?
Non esiste la specializzazione dei Social Media, perché _quale è il valore aggiunto di essere specializzato? Ritengo che sia una condizione necessaria, perché il social media è un valore intangibile aziendale, che deve essere “trasmesso” naturalmente attraverso un processo di “osmosi” tra la realtà interna aziendale e i nuovi media sociale, quello che io chiamo “ecosistema informativo”.
Non è possibile che persone ( interinali/stagisti), le quali ancora non si nutrono di questo ecosistema, possano trasmettere sensazioni, emozioni, e immagine aziendale.
Se tu fossi un medico specialista e dovessi prescrivere un “cura” , cosa consiglieresti ad un turismo malato sia di digital divide ma soprattutto di cultural divide?
La migrazione digitale è stata troppo veloce e sottovalutata per gli operatori turistici, in questo scenario mi sento di prescrivere una cura a base di alfabetizzazione digitale, cultura diffusa , ma soprattutto e sottolineo soprattutto una sana e corretta formazione. E’ quest’ultima la “carta” vincente da giocare.
Beppe Severgnini nel suo libro “ La testa degli italiani” afferma che siamo i maggior produttori mondiali di sensazioni” , ed io aggiungo _ Perchè in chiave turistica non sappiamo comunicarle? Quale è il tuo punto di vista?
Sembrerà strano e paradossale ma sono gli altri che comunicano le nostre esperienze. Mi viene in mente Foursquare, il famoso social network basato sulla geolocalizzazione che, se da una parte viene utilizzato moltissimo dagli stranieri per comunicare, dall’altra gli italiani non ne conoscono nemmeno l’esistenza.
Assistiamo ad una discrasia tra operatore turistico e turista straniero, il quale è il nostro testimonial attivo senza che noi ce ne rendiamo conto.
Gli operatori o ( la grande maggioranza di essi ) non hanno sotto “controllo” la reputazione online, sono i turisti 2.0 che recensiscono, veicolando la destinazione all’estero.
Concludo dicendo che “ i luoghi ed i modi di fare vacanza sono cambiati, siamo noi che non ci siamo mossi”.
Qui il video dell'intervento al Festival del Giornalismo di Gianluca Diegoli, che ringraziamo sentitamente per la sua disponibilità e cordialità dimostrata nei confronti dei Ninja.