Il mood partì con “Siamo tutti americani” dopo l’11 settembre e, a dire la verità, fino ad oggi mai nessuno ne ha fatto un cattivo uso di questa locuzione ormai anche abbastanza abusata (deprecabile solo qualche fesso che abbiamo sentito gridare “Siamo tutti talebani”… mah).
Non abusata e forte come la prima volta che l’abbiamo ascoltata ormai 7 anni fa è l’espressione esplosa sui siti di mezza Italia (l’altra mezza è pericolosamente in silenzio), usata per appoggiare o meglio, semplicemente dimostrare vicinanza a Roberto Saviano.
Nei giorni scorsi su Saviano oceani di inchiostro sono stati buttati al vento: chi diceva: “Essere contro la camorra è un obbligo morale”, qualcun altro più, secondo lui, realista: “Saviano rimette in movimento il suo fiume pubblicitario”, chi, ecumenicamente: “Saviano deve andarsene dall'Italia, così sia lui che noi siamo più tranquilli”, chi, da finto infiltrato: “La camorra ucciderà Saviano con le bombe a mano!”. C’è poi chi, come il quotidiano Caserta 24 ore ha scritto:
“La notizia pare sia stata presa sul serio, trapelata da ambienti investigativi secondo i quali a rifere della sentenza di morte sarebbe stato un pentito dei casalesi che dovrebbe essere Carmine Schiavone che vive nell’Italia del centro nord sotto falso nome.Il pentito non avrebbe mai tagliato completamente i ponti con Casal di Principe ed avrebbe “fiutato” l’intenzione della cosca di eliminare definitivamente il ‘fastidio’ Saviano.
La missione dovrebbe essere portata a termine entro Natale e si ipotizzava l’utilizzo di esplosivo da far brillare sull’autostrada Napoli - Roma. Al riguardo, secondo alcune fonti, i clan avrebbero già preparato il materiale occorrente quali detonatore ed esplosivo.
La zona più indicata dove far brillare il Saviano sarebbe quella del casello autostradale di Capua e Vairano Cainello. Invitiamo tutti i nostri lettori ad evitare di prendere l’autostrada fino a Natale!!!!”
Lascio a voi commentare.
Al di là delle news da lanciare lontano sui quotidiani e le riviste italiane, iniziativa che riguarda noi del marketing per cui è giusto spendere più di una parola è quella di una ventina di giovani milanesi che hanno coperti i muri di via San Vincenzo, a Milano, di manifesti con gigantografie dei loro volti e una sola frase a corredare il gesto e il senso dell’iniziativa: “Siamo tutti Saviano” e sotto ogni viso il nome di battesimo di ciascuno seguito dal cognome dello scrittore anticamorra.
A compiere il blitz non è stata un'associazione o un'organizzazione politica: si è trattato di una iniziativa spontanea nata dal passaparola di un gruppo di ragazzi accomunati soltanto dal progetto di un blog (savianocontinua.blogspot.com) e dalla speranza che l'esperimento possa essere replicato anche in altre città.
Sono in tutto 52 i poster 70x100 che hanno coperto decine di metri di muro. Tra i ritratti affissi ci sono anche quelli di Gabriella “Saviano” e Rosario “Saviano”, che ritraggono i volti dell'attrice Lella Costa e del musicista Roy Paci.
Un guerrilla che parte dal basso e che soprattutto si espone, come il meglio delle azioni fatte da persone che non hanno voglia di discettare sul nulla, ma mostrarsi con la loro faccia pulita.