Che io mi ricordi, un tempo erano le garage band emergenti che davano la caccia alle major; Il copione più frequente era quello di registrare in qualche modo una buona dose di demo in formato musicassetta e con quelle sommergere le sedi delle case discografiche per tentare la fortuna o almeno un passaggio veloce in radio e un posticino nelle chart.
Dal modello “ragazza cantante del Coyote Ugly” in cerca di successo a NY, di tempo ne è passato.
Ora che attraverso i social network, e in particolare con MySpace, c’è la possibilità concreta di crearsi uno zoccolo duro di qualche migliaio di fan, ci si chiede se non siano piuttosto le etichette a dover tenere d’occhio le tendenze che si rivelano in rete. Le formiche hanno i microfoni insomma, e i loro impianti di amplificazione sono decisamente in forma.
Girovagando con un po’ d’attenzione nell’intricato mondo maispessiano non sarà difficile imbattersi in musicisti/artisti che hanno trasformato i tradizionali profili musicali in ottime soluzioni di marketing. Se per marketing intendiamo interessare i gusti delle persone, affermarsi su MySpace in teoria dovrebbe essere molto semplice, basta ampliare a ragnatela i propri contatti, socializzare (si parla pur sempre di un social network) e capire con chi si sta avendo a che fare.
E sì che sono proprio i canali di comunicazione personali a riscuotere più successo: puntare sull’influenza di alcuni utenti, mediante una sorta di two-steps-flow di lazarsfeldiana memoria, può essere importante per “testimoniare” il messaggio, la propria musica. Ebbene, a livello teorico si può dire che questo meccanismo confluisca in quello che dagli States si è affermato come Buzz Marketing o Viral Marketing, pianificato in modo professionale affinché conoscenza e interesse per il prodotto crescano fino a raggiungere il punto di non ritorno oltre il quale il fenomeno decolla e contagia masse enormi di individui.
E non mancano i casi collaudati: Mika, Lily Allen e Artic Monkeys. In fondo, sembra quasi logico: unire contenuti degni di essere chiamati tali a una comunicazione ben gestita. Facile, no?
Articolo di Vhale