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coca cola campagne estive

IKEA, Coca-Cola e McDonald’s: 5 campagne estive per lasciarti ispirare

Le campagne estive sono un modo utile ed efficace per i marchi per rendersi visibili alle persone, potenziali clienti e affezionati, e attirare l’attenzione del pubblico in modi nuovi ed entusiasmanti.

Per questo spesso sono caratterizzate da un approccio creativo che permette loro di diventare memorabili.

Eccone alcune tra le più interessanti degli ultimi anni, raccolte qui per trovare l’ispirazione anche quando il conto alla rovescia verso il digital detox è già iniziato.

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Campagne estive: Coca-Cola Open for Summer

Nel 2021, Coca-Cola ha incoraggiato il pubblico, attraverso l’uso della poesia, a dare il benvenuto agli amati passatempi estivi.

campagne estive

Le bottiglie di Coca-Cola e di Coca-Cola Zero Sugar presentavano brevi poesie che evocavano il senso di riunirsi per godersi l’estate. Questa campagna di marketing estiva è stata l’occasione per molte persone che avevano bisogno di alleggerirsi un po’, visto che l’anno precedente la possibilità di godersi l’estate insieme era stata resa impossibile a causa della Covid-19.

Le 24 poesie di Cola-Cola facevano riferimento ad attività come le gite in spiaggia con la famiglia, le grigliate in giardino e le gite al cinema.

Ricordavano alle persone di vivere la vita con i propri cari per l’estate e di creare ricordi insieme partecipando ad attività semplici, ma preziose.

In occasione del lancio della campagna, Melissa Schwartz, direttore di Coke & Meals, aveva dichiarato: “L’anno passato ha privato tutti delle opportunità di stare insieme ai propri cari, quindi questa iniziativa sembra quasi una ri-celebrazione dell’umanità. L’estate è un momento di gioia e di unione, e questo sentimento si è intensificato nel 2021 più che in qualsiasi altro anno a memoria recente“.

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Le librerie IKEA sulla spiaggia

Memorabile campagna estiva “Books on the Beach” di IKEA del 2010.

La campagna si basava sulla celebrazione di una delle loro librerie simbolo, BILLY, che quell’anno compiva 30 anni. IKEA allestì la propria libreria all’aperto sulla famosa spiaggia di Bondi, in Australia, attirando centinaia di persone.

La biblioteca sulla spiaggia offriva una gamma di libri tra cui scegliere; l’iniziativa prevedeva che si potesse scegliere un libro per sé e scambiarlo con uno già in possesso, facendo una donazione. Tutti i proventi sono stati devoluti alla Australian Literacy and Numeracy Foundation.

L’iniziativa non solo incoraggiava le persone a leggere e a scambiarsi le storie, ma poteva contare anche su una buona causa.

La campagna estiva di marketing ha avuto un enorme successo, anche perché le librerie BILLY di IKEA sono uno dei mobili moderni di maggior successo commerciale. Nel 2019 il Times ha riportato che sono state vendute più di 110 milioni di librerie Billy dal loro ingresso sul mercato e questa attività estiva ha incrementato notevolmente le vendite.

Walkers and Doritos: Only on holiday

campagna estiva doritos e walker

In questo caso parliamo di una collaborazione fra brand: la campagna di marketing estiva “Only On Holiday” è stata lanciata con il tour operator easyJet.

La campagna ci porta in viaggio in diverse destinazioni di vacanza in tutto il mondo, dove i vacanzieri sono incoraggiati a concedersi un po’ di svago mentre sono all’estero. Lo spot ricorda in modo giocoso il divertimento che può derivare dai viaggi.

Fernando Kahane, senior marketing director di Walkers, ha dichiarato: “Offrire ai britannici la possibilità di vincere un pacchetto vacanze ogni ora, per 90 giorni, è stata di gran lunga una delle nostre promozioni on-pack più grandi ed eccitanti di sempre“.

La campagna estiva è stata perfettamente in linea con i tempi, dato che il 2022 è in effetti il primo anno in cui i cittadini hanno potuto viaggiare liberamente all’estero. Lo spot celebra il ritorno delle vacanze. Ispirando le persone ad acquistare una confezione di Walkers e Doritos e a concedersi una vacanza tanto desiderata.

Campagne estive: una doccia Sprite human-size

Questa sì che è creatività.

Sprite ha davvero alzato l’asticella del livello delle campagne di marketing estive con l’idea di offrire ai frequentatori delle spiagge di Tel Aviv e Rio De Janeiro una doccia veloce nel distributore di bibite Sprite a grandezza umana.

sprite

Dopo aver fatto la doccia, alcuni ambassador di Sprite hanno anche regalato loro una bottiglia gratuita della bevanda. Come si può non avere fatto una buona impressione quando il brand ha soddisfatto tutte le esigenze dell’estate?

L’ombra di McDonald’s

campagne estive mcdonalds

Individuare un cantuccio all’ombra nel caldo del calore estivo può regalare sensazioni fantastiche. McDonald’s lo ha reso possibile creando cartelloni pubblicitari “unici” per le fermate degli autobus.

Tendine verticali che si chiudono quando i sensori di movimento rilevano la presenza di persone sotto la pensilina, mostrando un annuncio che presenta le offerte speciali dedicate all’estate. Ecco come si raggiunge il target in modo davvero originale (e utile)!

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Scopri la magia del giusto pricing e vendi i tuoi prodotti e servizi al giusto prezzo

Continuano senza sosta i nostri appuntamenti con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi. L’argomento di questa puntata è dedicato al pricing dei prodotti e servizi, scopriremo che cosa è il pricing, come identificare il giusto pricing per i propri prodotti e servizi, quali le strategie utili per ottimizzare le vendite e come adattare i prezzi secondo periodi promozionali.

A parlarne con noi  Federico Corradini CEO & Chief Semiotician XChannel.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • Che cos’è il pricing
  • Strategie per identificare il giusto prezzo
  • Come ottimizzare le vendite
  • Riadattare i prezzi secondo i periodi promozionali

alternative a google analytics

Alternative a Google Analytics per essere GDPR compliant

Durante gli ultimi giorni abbiamo visto il Garante della privacy italiana allinearsi agli analoghi organismi di controllo della privacy europei nei confronti del più famoso ed utilizzato applicativo di analisi dati del mondo, Google Analytics (GA), definito non conforme al GDPR (General Data Protection Regulation).

Cosa viene accusato a GA? Non fornisce quelle garanzie previste dal Regolamento Ue in materia di protezione dei dati perché trasferisce queste informazioni su server che sono localizzati negli Stati Uniti, che è notoriamente un paese privo di un adeguato livello di protezione dei dati degli utenti.

In poche parole, se il nostro sito trasferisce dati a GA, una parte delle informazioni raccolte, quelle più sensibili, dall’ IP del dispositivo, alla lingua utilizzata, alla risoluzione schermo, sistema operativo, data e ora della visita al sito, verranno trasferite su data center residenti negli Stati Uniti e non in Europa come prevede il GDPR.

Perché ne parliamo

Il Garante della privacy, anche sulla base di quanto stabilito nei confronti della società Caffeina Media S.r.l. (90 giorni di tempo per adeguarsi), ha stabilito che non è possibile utilizzare Google Analytics garantendo la conformità prevista dal GDPR.

Quindi è palese che il Garante non interviene nei confronti della società di Mountain View, ma verso i gestori dei siti Web sui quali pende la responsabilità di non affidarsi a strumenti ritenuti non conformi alle normative vigenti.

Dichiara il Garante: “Il sito Web che utilizza il servizio Google Analytics (GA), senza le garanzie previste dal Regolamento UE, viola la normativa sulla protezione dei dati perché trasferisce negli Stati Uniti, Paese privo di un adeguato livello di protezione, i dati degli utenti”,

La risposta di Google a tutto questo trambusto è ben visibile su Analytic con la seguente dicitura: “A partire dal 1° luglio 2023, Universal Analytics non elaborerà più i nuovi dati nelle proprietà standard. Preparati oggi stesso configurando e iniziando a utilizzare una proprietà Google Analytics 4”.

Alternative a Google Analytics

Perché è importante

Date le condizioni fin qui esposte, i gestori dei siti web si trovano a dover affrontare una scelta spinosa, migrare a GA4 con la prospettiva di risolvere in parte il problema, oppure valutare un’alternativa a GA che sia realmente GDPR compliant e trasferisca i dati sensibili all’interno dell’area euro ed evitare in questo modo i provvedimenti che il Garante ha adottato verso Caffeina Media s.r.l., imponendo di adottare le misure adeguate per il trasferimento dei dati entro 90 giorni.

In caso contrario, alla scadenza dei termini non potrà più utilizzare Google Analytics e potrebbe essere applicata una sanzione amministrativa.

Di seguito un elenco delle alternative a Google Analytics:

Alternative a Google Analytics

Detto ciò passiamo a considerare le reali alternative a GA che siano compliant GDPR.

Cosa c’è da sapere: le alternative a Google Analytics

Matomo rappresenta la soluzione privacy-friendly più diffusa e popolare utilizzata su oltre 1 milione di siti Web in oltre 190 paesi .Tra le aziende ed organizzazioni più importanti che lo impiegano possiamo menzionare le Nazioni Unite, la NASA e la Commissione europea.

Matomo è una soluzione open source e gratuita se viene ospitato sui propri server, altrimenti è possibile adottare la soluzione in cloud che parte da €19 per 50.000 hits di traffico mensile.

I dati sono al 100% di proprietà degli utilizzatori e a differenza di GA gli utenti possono utilizzare in sicurezza l’analisi senza preoccuparsi che i dati vengano utilizzati per scopi di marketing.

Matomo è stato realizzato in ottica privacy-safe e questo consente di essere configurato nel rispetto delle principali normative privacy: GDPR, HIPAA, CCPA, LGPD e PECR.

Con Matomo possiamo fare tutto quello che facciamo di solito con GA, tracciare eventi, impostare UTM, Heatmap, funnel e flow tracking, definire cluster di clienti e tanto altro.

Il suo punto di forza sta nell’assistenza per l’utente.

Plausible Analytics rappresenta un’ altra valida alternativa open source a Google Analytics. Allo stesso modo di GA, Plausible traccia le informazioni attraverso uno snippet code da inserire nel proprio sito. Per impostazione predefinita i dati degli utenti sono privati, ma è possibile renderli pubblici attraverso un link che consente a chiunque di visualizzarli.

Come strumento di web analytics di tipo privacy-friendly, Plausible non utilizza cookie, non conserva dati sensibili ed è pienamente conforme al GDPR, CCPA e PECR. In oltre i dati vengono conservati in un data center localizzato in Europa. In una nota a margine, Plausible viene lanciato apertamente su GitHub.

Nonostante tutto è bene far presente che Plausible rispetto a Matomo manca di un supporto per gli utenti, tra l’altro viene sconsigliato per un utilizzo a livello enterprise.

Il modello di pricing utilizzato è quello per pageviews e il taglio minimo è di €9 al mese per un traffico di 10K pageviews.

Fathom Analytics rappresenta una soluzione alternativa a GA, open source e compliant GDPR, CCPA, ePrivacy, PECR.

Fathom aiuta i gestori di siti web a capire il comportamento dei visitatori senza spiarli e per questo motivo viene utilizzato da migliaia di aziende, dalle società di software bootstrapped alle aziende Fortune’s100 come IBM, Intel, Sony, Dell e Uber.

Fathom non utilizza cookies per raccogliere i dati degli utenti, si installa tramite un piccolo snippet che risulta essere molto più leggero di quello di Google e quindi ad impatto zero per quanto riguarda la velocità di caricamento delle pagine web.

Al pari di Google GA, Fathom traccia eventi, e gestisce gli UTM; inoltre può inviare informazioni via email, Telegram e Slack non appena il sito smette di rispondere ed è idoneo per il monitoraggio di soluzioni enterprise.

Anche per Fathom segnaliamo l’assenza di un supporto per gli utenti che non sia il classico forum dove attendere la risposta di un buon samaritano.

Anche per Fathom il modello di pricing utilizzato è quello per pageviews e il taglio minimo è di $14 al mese per un traffico di 100K pageviews per oltre 50 siti gestibili.

Smartlook rispetto alle alternative fino ad ora proposte, Smartlook non è proprio un web analytic quanto uno strumento per l’analisi del user behavior.

Al pari di Matomo, Smartlook può essere utilizzato sia per web che mobile e consente di combinare analisi quantitative e qualitative di vario genere, di registrare il comportamento dei clienti sul sito (alla stregua di Hotjar), di applicare oltre 30 filtri per effettuare segmentazioni molto dettagliate e profonde, di generare heatmap, tracciare eventi, funnel e molto altro creando dashboard customizzate e report inviate via email.

Rispetto GA, Smartlook non mostra alcun dato acquisito dagli utenti, ma solo la loro journey e la curva di apprendimento di questo strumento è abbastanza alta.

Nonostante tutto Smartlook viene utilizzato da importanti brand come Sky, Vogue, Sanofi ed è sia GDPR che PCI DSS compliant. Per una ulteriore tutela dei dati, viene utilizzato un’algoritmo di crittografia a 256 bit, l’AES-256.

La politica di pricing prevede un piano free fino a 1.500 sessioni di registrazioni al mese per poi passare al piano “start up” da €31 al mese, “Business” da €93 al mese ed infine “ultimate” da concordare.

Simple Analytics si presenta tra le alternative privacy-first a Google Analytics, per questo motivo la conformità con il GDPR (ma anche al CCPA e PECR) viene indicata come una delle caratteristiche principali della piattaforma.

Si tratta in buona sostanza di uno strumento di data visualization e data analytics che non fa utilizzo di cookies.

Tutti i dati raccolti vengono cifrati in modo che non possano essere letti da terzi estranei, non viene archiviato alcun dato relativo agli utenti che visitano i siti Web, tutti i server sono localizzati in Europa, nello specifico in Olanda e nessuna delle informazioni analizzate viene venduta per finalità di marketing.

Il modello di pricing inizia da €9 al mese con la soluzione “Starter”, poi €49 al mese “Business” e infine “Enterprise” €99 al mese.

Ninja Upshot

Le alternative a Google Analytics sono davvero tante nonostante il mercato sia dominato da Google con una quota dell’80% circa. Il provvedimento adottato dal Garante è di grande rilievo per il mercato italiano dove il tool del gigante tech è probabilmente il più utilizzato in termini di web analytics.

La stretta europea al colosso tecnologico non è, però, destinata a fermarsi.

Sebbene a fine di marzo 2022 l’UE e gli USA abbiano annunciato il raggiungimento di un accordo post Privacy Shield, non esiste ancora una proposta concreta anche perché dati gli elevati standard di protezione dei dati richiesti dell’Unione Europea, non è così scontato che ci sarà mai”, afferma Maciej Zawadziński, CEO di Piwik PRO.

Sappiamo che nel frattempo Google ha annunciato che la versione Universal Analytics (UA) verrà ufficialmente eliminata a partire dal 1° luglio 2023 in favore del suo successore, Google Analytics 4 che comunque presenta ancora problemi in termini di privacy e conformità al GDPR per questo motivo non rappresenta un’alternativa al vecchio GA.

In conclusione, per essere sicuri di seguire le disposizioni del GDPR è fondamentale scegliere un fornitore europeo capace di garantire l’archiviazione dei dati crittografati in data center presenti sul territorio europeo.

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Al Giffoni si parla di mobilità elettrica e sostenibilità con Stellantis

Lasciare alle future generazioni un mondo più pulito  grazie alla strategia di elettrificazione che faciliterà il passaggio progressivo alla mobilità elettrica. Questo il focus sulla sostenibilità della Impact di Stellantis e-Mobility e Ds Automobiles all’interno della rassegna Giffoni Next Generation di Giffoni Innovation Hub.

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Gli speaker di Stellantis, Gabriele Catacchio, Head of Global e-Mobility Communication, e Simona Magnarelli Lifestyle, Digital & Premium Brands Pr Manager Ds Automobiles, hanno coinvolto gli under 30 in un vero e proprio viaggio verso la sostenibilità.

LEGGI ANCHE: Come il Social Commerce guiderà la ripresa dei consumi degli italiani

La strategia per la mobilità elettrica è sensibilizzare i più giovani

La partnership con Stellantis e la sua presenza al Giffoni Film Festival confermano l’interesse e l’impegno dell’ecosistema Giffoni sulle tematiche legate alla transizione ambientale e alla sostenibilità.

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Allo stesso tempo riconoscono all’e-Mobility Business Unit del Gruppo Stellantis il ruolo da protagonista in fatto di elettrificazione e di strategie pensate per dare un forte contributo al raggiungimento della Carbon Neutrality nel 2038. Tutto grazie alla promozione della mobilità elettrica tra i giovani che, durante la Impact, non sono stati semplici auditori, ma coprotagonisti di un dibattito incentrato sulle nuove frontiere di una mobilità più sostenibile.

A chiudere il cerchio è DS Automobiles, nota per la capacità di utilizzare le tecnologie più sofisticate e avere, in soli cinque anni, presentato una gamma interamente elettrificata.

Ancora troppo poche le auto elettriche in Italia

La sfida per l’elettrificazione e la mobilità elettrica è in corso: dal 2019, le vendite globali di auto elettriche sono praticamente raddoppiate di anno in anno. Tutto questo anche grazie alla presenza di eco-incentivi che, ora ripristinati in Italia, porteranno a un ulteriore incremento per il 2022.

Ma non è ancora abbastanza.  Basti pensare che in Italia la percentuale di auto elettriche rispetto al totale delle auto vendute non ha superato il 3,6% nel 2022.

Una sfida da vincere, dunque, il cui risultato finale dipenderà dalla capacità di sensibilizzare le nuove generazioni spingendole a ‘sposare’ per prime la mobilità sostenibile come stile di vita.

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8 esempi di brand che raccontano l’inclusività

Negli ultimi tempi stiamo vivendo grandi cambiamenti sociali che ci stanno accompagnando ad evoluzioni della sensibilità umana, dei punti di vista delle minoranze, dell’importanza del bisogno di inclusività.

Le pubblicità riflettono queste necessità, mostrando come i brand si stiano adeguando al concetto di equità. I valori da comunicare per abbracciare un pubblico eterogeneo sono quelli della normalizzazione delle diversità, in ogni genere. Finalmente vediamo dar voce a quella parte di società resa silente per moltissimi anni.

Oggi si parla di marketing inclusivo come di una strategia per diffondere una nuova cultura e una nuova sensibilizzazione. I brand creano relazioni autentiche con un pubblico che non si accontenta più di accettare passivamente semplici messaggi promozionali. È un pubblico protagonista, attento alle proprie esigenze e che, anche grazie ai social, si proclama sovrano delle proprie scelte di acquisto o del discostamento da un marchio.

L’impegno (o la strategia) dei brand è quello di riflettere nelle proprie pubblicità le preferenze, lo stile di vita, la natura di ogni individuo, in cui inclusività ed equità sono il principale filo narrativo dei valori aziendali. L’accettazione delle diversità, o per meglio dire: la giusta normalizzazione delle diversità avviene soprattutto attraverso le pubblicità.

Victoria’s Secret, normali imperfezioni

Cambio di rotta per il brand, criticato aspramente per la scelta di modelle magrissime. Le donne sono perfette in ogni loro singola imperfezione. “Imperfezione” è da leggere come normale. Per la sua collezione Love Cloud, Victoria’s Secret presenta un nuovo “standard di positività”.

 

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Nel 2019, il brand aveva introdotto nelle sue campagne la prima modella transgender, la brasiliana Valentina Sampaio e Sofia Jirau modella con sindrome di Down

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Gucci e Dove, la rivoluzione dei canoni di bellezza

Il brand già nel 2019 aveva scelto per le sue passerelle Armine Harutyunyan, la modella armena che di certo non rispecchia i canoni classici di bellezza.

Sulla scia della famosissima campagna Dove sulla bellezza autentica e diventata un progetto di autostima vero e proprio, Gucci ha voluto rivoluzionare il concetto di esteticamente bello. La bellezza non è infatti qualcosa di immutabile ma evolve in base alla società.

Niente dovrebbe essere irraggiungibile, nessuno dovrebbe sentirsi escluso o giudicato da dei costrutti. E così Gucci continua le sue campagne con modelle diverse dalle classiche, come la queer Silvia Calderoni e Ellie Goldstein affetta da sindrome di Down. La diversità non deve essere un limite.

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La nuova campagna del brand Dove si intitola #ShowUs e continua ad infondere stima e consapevolezza alle donne e persone non binarie, attraverso storie di persone comuni, proprio come noi. Imperfezioni e difetti possono essere il punto di forza della nostra femminilità ed unirci in un concetto di bellezza meno restrittivo, meno stereotipato, più inclusivo.

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Credit: Dove.com

Il punto di vista di Adidas: da Impossible a I’m Possible

Nella sua ultima campagna (che si è aggiudicata anche un Gran Prix ai Cannes Lions 2022) Adidas punta sull’equità di genere e invita le donne ad esprimere la libertà di sentirsi a proprio agio nello sport. Sfidando i limiti culturali imposti da specifiche società, il brand sprona a sconfiggere il disagio di mostrare il proprio corpo.

Non solo attraverso la presentazione di una linea di costumi pensati nel rispetto di religioni più costrittive, ma raccontando le forme di Jessamyn Stanley, la normalità della modella Ellie Goldstein , la libertà della pallavolista trans Tifanny Abreu o della runner Fatima Ibrahimi.

 

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Storie inclusive e “Possibili” di ogni atleta, contro ogni stereotipo, contro ogni limite, contro ogni etichetta di diversità. Niente è impossibile, perché “Io sono possibile”.

LEGGI ANCHE: Giornata Internazionale della Donna 2022: le campagne contro pregiudizi e stereotipi

Calvin Klein inclusività o mossa azzardata?

“Possiamo riprodurci biologicamente o dal cuore… stiamo bene se amiamo e siamo amati”. Così il brand di moda infuoca i social con la sua campagna dedicata alla festa della mamma, in cui mostra la coppia trans Roberto Bete e Erika Fernandes.

Libertà di identità e di scelte: Roberto è in dolce attesa e mostra il suo pancione insieme alle cicatrici sul petto, testimoni del passaggio di genere. Tutto sommato, l’equilibrio biologico non sembra alterato e Calvin Klein ci mostra una nuova forma di famiglia che asseconda le evoluzioni sociali superando i pregiudizi sessuali.

La campagna ha spaccato nettamente il pubblico che da una parte ha aumentato il consenso verso il brand e dall’altra ha manifestato indignazione e promesse di boicottaggio.

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Credits: profilo Instagram CalvinKlein

Le parole non bastano: le azioni inclusive di P&G

Ormai siamo abituati: P&G non ne sbaglia mai una. Le sue campagne sono vincenti, sanno toccare il cuore e arrivano dritte allo scopo.

Questa volta il brand si schiera a favore delle minoranza etniche, esortandoci ad ampliare i nostri punti di vista, andando oltre la superficialità, cambiando le percezioni sociali e gli stereotipi culturali presentati dai diversi media.

In collaborazione con Uninterrupted – brand di abbigliamento per atleti – P&G ha dato vita al progetto Widen The Screen una piattaforma che raccoglie contenuti ed esperienze di creator multiculturali, in particolare della categoria Black sottorappresentata (e spesso mal rappresentata) nel settore cinematografico.

C’è un trucco per tutti

Anche il mondo del makeup è molto attento alle diversità. Molti sono i brand che hanno comunicato la propria svolta verso l’inclusività: da NYX a Fenty a Morphe a Dragun Beauty.

In particolare quest’ultimo brand fondato dalla trans Nikita Dragun, attivista della comunità LGBTQ+ è dedicato ad ogni genere e tipo di pelle, con ingredienti selezionati nel rispetto anche delle diverse scelte ideologiche: dai cosmetici certificati vegani a quelli halal (acconsentiti secondo la legge islamica), certificati.

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credit: profilo Instagram Dragun Beauty

La prima pubblicità inclusiva della storia? Hilltop di Coca-Cola

Le pubblicità riflettono ciò che succede nella società: cambiamenti sociali, evoluzioni tecnologiche, battaglie culturali. Eppure, la “rivoluzione inclusiva” la stiamo vivendo in questi ultimi anni, non avremmo mai immaginato di trovarne delle tracce negli anni ’70.

Ma Coca-Cola ci stupisce ancora una volta. Hilltop è uno spot monumentale, intriso di moltissimi elementi riconducibili ad altrettanti avvenimenti culturali dell’epoca (come la guerra in Vietnam, le rivoluzioni studentesche, il movimento femminista) e messaggi individuali.

Ed in questo caso, la bevanda è quell’elemento che unisce un gruppo di persone eterogeneo, composto da diverse culture. Coca-Cola si rivolge a tutti allo stesso modo, sensibilizza sui problemi del mondo e della società, incoraggia ad un cambiamento positivo intriso di benevolenza.

Più inclusività di così!

Ora, ciò che è lecito chiederci è: i valori che i brand a volte ostentano nelle loro campagne, sono realmente frutto di un’evoluzione e accettazione dei cambiamenti culturali o assecondano strategicamente un punto di vista politicamente corretto per percepire più consensi ed aumentare le vendite? Magari poco importa, ciò che davvero conta è che la società agisca positivamente per combattere le discriminazioni, in nome di una vita equa per tutti.

LEGGI ANCHE: Da Mattel a LEGO, l’inclusività si insegna attraverso i giocattoli

ecommerce

10 Tendenze eCommerce da seguire nel 2022

Quello dell’eCommerce, soprattutto in seguito alla pandemia da Covid-19, è un settore sempre più competitivo che vede consumatori via via più esigenti e tecnologie sempre più avanzate.

Tendenze eCommerce 2022

PayPlug ha fatto il punto sulle dieci tendenze eCommerce che gli eMerchant dovrebbero seguire nel 2022.

#1 Da TikTok a Instagram, i nuovi marketplace

Sempre più lontane dalla pura funzionalità di interazione e discussione, tra lo shop Instagram, il marketplace Facebook e l’hashtag #TikTokMadeMeBuyIt, le piattaforme social si stanno trasformando gradualmente in veri e propri marketplace, tanto che il 53% dei 16-24enni  utilizza proprio i social media per trovare un brand.

#2 Vendite in aumento con il Livestream Shopping

Il Livestream Shopping, ovvero la vendita online tramite video in diretta social, si è rivelata un’ottima leva di conversione rispetto ai canali tradizionali dell’eCommerce.

tendenze ecommerce livestream shopping

Nata all’inizio della crisi sanitaria, questa strategia non è solamente una prerogativa dei giganti dell’eCommerce: anche le PMI  la stanno sfruttando sempre di più per connettersi con la propria community e aumentare le vendite, non solo sui social network, ma anche su marketplace ed eCommerce, grazie a piattaforme come Marlene, già utilizzata da noti brand come Upim, Dmail e Kasanova.

#3 Cookieless, il ruolo dei first party data

A causa del rafforzamento delle norme relative alla protezione dei dati personali, i browser web stanno gradualmente disattivando i cookie di terze parti.

tendenze ecommerce first party data

Per continuare a offrire servizi personalizzati online nel rispetto della privacy, gli eMerchant possono contare sui first party data, o dati proprietari, raccolti cioè in modo diretto dal proprio pubblico: una strategia potenzialmente molto efficace in termini di produttività – considerando che fidelizzare i propri clienti è meno costoso e più redditizio che trovarne di nuovi – e già adottata dal 61% delle aziende.

Si tratta, in particolare, di dati affidabili, quasi sempre gratuiti e facili da raccogliere,  per esempio attraverso le interazioni degli utenti sul sito web, le mail e gli sms o i CRM dei punti vendita, che aiutano l’azienda nella personalizzazione dei prodotti e servizi offerti basandosi sulla cronologia degli acquisti e il comportamento dei clienti.

LEGGI ANCHE: 70+ report e trend per la tua strategia vincente nel 2022

#4 L’IA al servizio della conversazione

Il commercio conversazionale, ovvero l’atto di vendere prodotti e servizi intrattenendo una conversazione personalizzata con i propri clienti tramite SMS, email, applicazioni di messaggistica e chatbot, sta assumendo un ruolo fondamentale all’interno di una customer journey di successo, tanto che la crescita annuale prevista per il mercato globale dell’assistenza virtuale entro il 2028 è pari al +28%.

Per gli eMerchant, dunque, sarà sempre più importante fare uso di agenti conversazionali dotati di intelligenza artificiale per comunicare in tempo reale e potenziare le relazioni con i propri clienti, garantendo consigli personalizzati in base alle risposte dell’utente.

#5 L’ascesa della Voice Search

In Italia, il 37% degli utenti utilizza attualmente la ricerca o i comandi vocali almeno una volta al mese, contro il 30% nel 2019.

Per soddisfare questa tendenza crescente, acquisire nuovi clienti e convertire in maniera efficace sul web, gli eMerchant possono contare sul VEO (Voice Engine Optimization), una variante della SEO che consiste nell’utilizzare parole chiave a coda lunga che corrispondano ai modelli di linguaggio naturale degli utenti.

tendenze eCommerce 2022 - voice search

#6  I nuovi metodi di pagamento, dagli mPOS al Buy Now Pay Later

Il pagamento non è più un semplice mezzo per incassare denaro, ma contribuisce a tutti gli effetti a migliorare l’esperienza cliente sia in negozio, grazie agli mPOS che riducono la coda in cassa e facilitano il rispetto delle norme sanitarie vigenti, sia online, con la funzionalità Buy Now Pay Later, che consente agli esercenti di adeguarsi alle richieste del mercato emergenti e proporre ai clienti di pagare in più rate, aumentando il potere di acquisto di questi ultimi.

#7 Metodi di autenticazione più fluidi e sicuri

Il 63% degli italiani ha manifestato la necessità di sistemi di sicurezza più efficaci per quanto concerne i pagamenti online: sarà quindi necessario per gli eMerchant proporre metodi di pagamento sicuri ma allo stesso veloci e fluidi, ottimizzando la gestione delle carte e diminuendo il tasso di transizioni rifiutate, migliorando così l’esperienza del cliente e aumentando la redditività.

#8  Inclusive web design

Rendere un sito web accessibile al maggior numero di persone possibile dovrebbe essere una priorità per gli eMerchant, visto che il 5% della popolazione italiana è diversamente abile e il 51% degli over 65 usa Internet.

tendenze eCommerce inclusive web design

In questo contesto, una nuova sfida per gli eCommerce sarà proprio quella di realizzare UX sempre più lineari, intuitive e accessibili: un’interfaccia semplice, colori contrastanti, caratteri sufficientemente grandi e testo alternativo per ogni immagine sono tutti elementi che contribuiscono a realizzare un’esperienza utente fruibile ai più.

LEGGI ANCHE: Calendario 2022: un’idea di campagna marketing al mese per animare la tua relazione con la clientela

#9  La sfida della sostenibilità nell’eCommerce

La crisi sanitaria ha aumentato notevolmente l’attenzione degli italiani nei confronti della sostenibilità. Il 43% di essi, in particolare, teme che l’aumento delle vendite online rappresenti una minaccia per l’ambiente, soprattutto relativamente agli imballaggi non riciclabili e alle emissioni dovute al trasporto.

Fornire una scelta più ampia di prodotti e imballaggi sostenibili e creare una supply chain sostenibile saranno indiscussi punti di forza per gli eMerchant, tanto che la  crescita prevista per l’uso di imballaggi ecosostenibili nell’eCommerce entro il 2022 è pari al 50%.

#10 Omnicanalità, dalle parole ai fatti

L’83% delle aziende italiane considera l’omnicanalità una priorità, ma meno del 10% l’ha pienamente integrata nella propria strategia.

Dopo aver capito l’importanza della presenza su più canali, gli esercenti devono riadattare la loro organizzazione interna e integrare gli strumenti adeguati a stabilizzare questo modello, per garantire agli utenti una customer experience più fluida e completa.

 

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Canva Champion: come usare il tool più odiato dagli snob della grafica

Continuano senza sosta i nostri appuntamenti con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi. L’argomento di questa puntata è dedicato al tool per la content creation Canva, vedremo perché utilizzarlo per la creazione di contenuti, come creare contenuti in linea con lo stile del proprio brand e realizzare grafiche per post, stories e caroselli.

A parlarne con noi  Roberto Iadanza Brand & Graphic Designer.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • Perché scegliere Canva
  • Creare contenuti in linea con lo stile del proprio brand
  • Come realizzare grafiche per post, stories e caroselli

campagna dole

Dole lancia una campagna per riscattare la mela proibita con un appello al Papa

Dole Sunshine Company e il “sacro” frutto della mela, in questi giorni sono al centro di una campagna insolita.

La multinazionale statunitense con sede a Westlake Village, in California, attualmente è il più grande produttore di frutta e verdura al mondo: con un giro di affari ampliato ad una compagnia di navigazione, Dole Ocean Cargo Express. Si è rivolta direttamente al Vaticano, per una campagna PR decisamente “stravagante”.

Il presidente di Dole David H. Murdock, che ha creato il Dole Nutrition Institute, Fondazione per la ricerca e l’educazione nutrizionale, ha infatti autorizzato una lettera aperta al Papa, Jorge Mario Bergoglio, per riclassificare il frutto “proibito” restituendo valore alla mela che da sempre rappresenta l’asse primario della nutrizione, collegata però al peccato originale.

Dole e la frutta del peccato

Le mele contese – Fonte The Drum

L’appello invita il Papa a invertire il “più grande disastro di pubbliche relazioni che il frutto abbia mai affrontato” modificando la Bibbia per sostituire la parola “frutto” con più palesi e peccaminose tentazioni quali tabacco o alcol.

Dole Sunshine Company sta implorando perdono dall’alto per tutti coloro che volontariamente “infrangono il volere di Dio gustando il “frutto proibito”, cercando di scagionare Adamo 4 mila anni dopo essere stato brutalmente diffamato per aver morso una mela (presumibilmente), la campagna cerca di fare della disobbedienza una virtù trasmutando il peccato originale nello spuntino originale, amato da tutte le generazioni.

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Una campagna per promuovere una dieta più sana

Dole ha osservato che le diete povere uccidono più persone a livello globale rispetto al tabacco e all’ipertensione e la malnutrizione è la più grande sfida sociale del mondo secondo il Global Nutrition Report.

Lettera aperta di Dole Sunshine

Lanciata in occasione della Giornata internazionale della frutta sul quotidiano La Repubblica, la lettera cerca di ripristinare il buon nome del “Frutto proibito” dopo migliaia di anni di colpe, apportando un piccolo ritocco alla Bibbia, sostituendo la parola frutto con qualsiasi altro spuntino malsano.

La lettera – un appello umoristico e senza precedenti al Pontefice – intende avviare un dialogo globale sull’importanza della frutta per una dieta nutriente e concentrarsi sui benefici della vitamina C e sull’accessibilità globale.

Comprendiamo che richiedere questo cambiamento è una richiesta audace e provocatoria, e ovviamente non intendiamo mancare di rispetto a Sua Santità o alla Chiesa”, ha affermato Pier Luigi Sigismondi, Presidente del Dole Packaged Foods & Beverages Group.

“Crediamo che se riusciamo a risolvere questa falsa rappresentazione della frutta, possiamo avviare una nuova narrativa che si concentri sui suoi benefici e crei nuove abitudini alimentari più sane che siano coerenti con il nostro scopo di portare una buona alimentazione a tutti”.

La lettera aperta sottolinea rispettosamente che, anche se la mela non è mai stata menzionata per nome nella Bibbia, questo frutto in particolare è stato oggetto di calunnia poiché erroneamente associato al peccato originale. 

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In un mondo in cui ci sono chiaramente più cibi peccaminosi e decadenti da raggiungere, la mela non dovrebbe più essere considerata proibita. 

Piuttosto, Dole Sunshine Company sostiene che la frutta stessa può essere l’eroe e lo slancio per un cambiamento nella conversazione su un’alimentazione nutriente e un motore per una consapevolezza maggiore rispetto a ciò che gira sulle nostre tavole.

PR dagli Inferi: Dole desidera che la frutta venga assolta dal peccato originale. Fonte: Mediashotz.

Dole Sunshine Company conclude la lettera con una umile richiesta a Papa Francesco: “Chiediamo umilmente l’assoluzione della mela che solo tu può dare“.

Salesforce report - customer engagement

Customer engagement: i 4 trend del 2022

La relazione dei consumatori con i brand oggi è cambiata, così come le aspettative che le aziende si trovano a soddisfare. In questo nuovo contesto fiducia, interazione, fedeltà del marchio e personalizzazione, secondo i dati raccolti da Saleforce, rappresentano le chiavi per migliorare il customer engagement.

Per essere aggiornati sulle tendenze relative ai consumatori ed in qualche modo legate alle aziende, per gli amministratori così come per chi si occupa di marketing, è fondamentale oggi più che mai poter avere una panoramica su dati e statistiche di valore in grado di mostrare la situazione generale in Italia rispetto alle preferenze dei consumatori. Questi dati di valore rappresentano infatti un valido supporto per chi è nella posizione di dover intraprendere delle scelte strategiche all’interno di un’impresa.

Poter fare scelte strategiche sempre più consapevoli rappresenta un grande vantaggio competitivo, oggi più che mai, in un momento storico dove i consumatori sono sempre più esigenti. Per questo motivo i dati stanno acquisendo sempre più importanza strategica perché attraverso queste risorse è possibile ottenere le informazioni per ottimizzare ogni strategia aziendale in atto.

L’acquisizione di informazioni può spesso passare dagli stessi dati interni alle aziende, che oggi con l’ausilio delle nuove tecnologie legate all’intelligenza artificiale possono essere sempre più sfruttati per essere trasformati in informazioni di valore. In altri casi però, i dati a supporto delle aziende non derivano dai dati legati alle stesse, ma dai dati dei consumatori che in generale sono in grado di mostrare tendenze e preferenze per il mercato B2B e B2C.

In entrambi i casi infatti, conoscere l’andamento del mercato inerente alle tendenze dei consumatori è un fattore essenziale da includere nella propria strategia di business.

In questi casi ci sono diverse fonti autorevoli da cui estrarre i dati più utili al caso specifico. Realtà come Salesforce sono un esempio di come poter acquisire facilmente tutte le informazioni aggiornate che possono essere di maggiore interesse rispetto alle tendenze del customer engagement. Salesforce infatti, permette di acquisire informazioni relative alle nuove tendenze del customer engagement B2B e B2C attraverso la quinta edizione dello State of the Connected Customer, dove mostra informazioni molto utili per colmare il gap fra le aspettative dei consumatori e le proposte dei brand, attraverso interviste fatte a oltre 13.000 consumatori e 4.000 buyer B2B.

Tra le informazioni evidenziate da Salesforce relative alle nuove tendenze del customer engagement B2B e B2C possiamo vedere come:

  • L’88% dei consumatori si aspetta che ogni azienda comunichi chiaramente i valori secondo cui opera, solo uno su due ritiene che ciò accada;
  • L’83% dei consumatori si aspetta un’interazione immediata quando contatta un’azienda;
  • Il 53% denuncia interazioni ancora estremamente frammentate.

customer engagement

Le 4 tendenze 2022 del customer engagement

Le tendenze principali evidenziate da Saleforce possono essere racchiuse in quattro elementi principali:

  • La fiducia
  • Le interazioni
  • La fedeltà del marchio
  • La personalizzazione

La fiducia: la chiave per conquistare il cuore dei consumatori

A incidere sempre di più nelle  relazioni tra consumatori e aziende troviamo la fiducia che i consumatori devono necessariamente avere nei confronti del brand.  Nello State of the Connected Customer vediamo come l’87% degli intervistati in Italia sostiene infatti  che il valore della fiducia abbia acquisito ancora maggiore importanza rispetto al passato, specialmente in tempi di cambiamento, come quelli che stiamo vivendo in questo momento.

Ma come fanno i consumatori a valutare la fiducia nei confronti del brand?

salesforce report trust - customer engagement

Metro per valutare la fiducia dei consumatori nei confronti del brand può essere la qualità delle loro interazioni con l’azienda. L’esperienza è in questo caso un fattore molto importante che i consumatori valutano per decidere il grado di fiducia che possono avere nei confronti di un’azienda. Una buona esperienza aumenterà il grado di fiducia che l’azienda può ottenere dai consumatori. Per capire quanto l’esperienza offerta ai clienti sia un elemento decisamente  importante basta fare riferimento ai dati, secondo cui in Italia l’89% dei consumatori afferma che l’esperienza fornita da un’azienda è importante tanto quanto i suoi prodotti o servizi (il dato global si attesta all’86%), una percentuale che arriva addirittura al 92% per la fascia generazionale dei Millennial.

Interazioni tra brand e consumatori: più importanti e più varie rispetto al passato

Il coinvolgimento dei clienti oggi è decisamente digital-first, poiché il mondo digitale è parte integrante del mondo reale e nessuna azienda può pensare di poter essere competitiva sul mercato senza sposare questa dimensione e quindi assumere una strategia di pensiero digital-first. Per questo motivo, i brand sono continuamente sotto pressione per riuscire nell’obiettivo di creare un’integrazione tra i dati delle interazioni online e quelle delle interazioni  offline in un’unica esperienza personalizzata.

salesforce interaction witch customer report

L’esigenza di raggiungere questo obiettivo è diventata ancora più pressante oggi rispetto al periodo pre-covid ed importante stando ai dati dello State of the Connected Customer: il 59% degli italiani ha dichiarato che a partire dal 2020 ha fatto acquisti in modi nuovi (rispetto al 68% dei consumatori a livello globale).

Molti comportamenti inizialmente adottati come soluzioni rapide alle restrizioni imposte dalla quarantena sono infatti ora abitudini destinate a durare, con cui le aziende devono fare i conti. Nel dettaglio, nei prossimi tre anni:

  • Il 59% degli italiani si aspetta di aumentare il ricorso ai metodi di pagamento contactless;
  • Il 52% degli italiani si aspetta di incrementare gli acquisti tramite social media, una percentuale ancora maggiore per Millennial (56%) e GenZ (61%).

La fedeltà del marchio

Con il passare del tempo il cambiamento dei comportamenti dei consumatori così come i loro desideri e le loro priorità è diventato sempre più evidente e quella fedeltà già conquistata dai brand non è più da percepire come stabile nel tempo ma può sempre modificarsi con il variare delle condizioni generali.

Riguardo alla fedeltà del marchio i dati infatti parlano chiaro e mostrano come:

  • L’83% dei consumatori italiani ha cambiato brand per i propri acquisti almeno una volta nell’ultimo anno (71% a livello global;
  • Solo il 43% dei consumatori italiani dichiara di fidarsi delle aziende da cui acquista.

Questi dati mostrano bene come la fedeltà del marchio possa sempre vacillare, se non coltivata in maniera corretta e costante nel tempo intraprendendo azioni mirate allo scopo di mantenere fiducia e fidelizzazione nei consumatori.

La domanda di personalizzazione: un trend in continua crescita

La personalizzazione rappresenta una tendenza in continua crescita negli ultimi anni tra i consumatori e i  nuovi punti di contatto digitali rappresentano nuove opportunità per le aziende per creare esperienze personalizzate. Stando ai dati possiamo vedere come la gran parte dei consumatori (il 73%) presume che le aziende comprendano le loro esigenze individuali, soprattutto data la grande mole di informazioni personalizzate raccolte dalle interazioni avute.

L’intelligenza artificiale in questo caso rappresenta uno strumento funzionale allo scopo di non deludere le aspettative dei consumatori. Affinché questo strumento sia sfruttabile però, i dati sono fondamentali perché solo sfruttandoli è possibile usare le soluzioni AI come mezzo per raggiungere gli obiettivi aziendali. L’acquisizione dei dati necessari per andare incontro alla domanda crescente di personalizzazione dei servizi da parte dei consumatori inoltre, non trova limitazioni neanche tra gli stessi consumatori, che stando ai dati raccolti per l’84% (dei consumatori italiani) dichiara di trovarsi a proprio agio con le aziende che utilizzano le informazioni personali rilevanti in modo trasparente e vantaggioso.

 

evento per designer e developer

Scopri come acquisire hard e soft skill per designer e developer e imparare a lavorare insieme

Essere designer o developer nel 2022 vuol dire aver scelto una professione non solo molto richiesta (la percentuale di occupazione di web developers e digital designer crescerà del 13% entro il 2030 secondo il Bureau of Labor Statistics degli Stati Uniti) ma anche sfidante e in continua evoluzione.

La Digital Transformation infatti, sta stimolando la nascita di varie professionalità ibride come ad esempio digital product designer, data scientist, 2D e 3D graphic designer ed esperti di phygital.  

Per distinguersi è quindi necessario andare oltre la formazione di base per designer e developer e lasciarsi contaminare dalle novità che stanno muovendo il mondo digitale e non. Da dove iniziare? Sicuramente frequentando gli eventi del settore come Intersection Conference (in programma a Torino il 7 e 8 ottobre), l’evento internazionale di Hinto® dedicato alle nuove metodologie e tendenze digitali dove si confrontano designer, sviluppatori e manager di tutta Europa. Un’occasione imperdibile, con contenuti che proiettano verso il futuro del settore grazie agli interventi di speaker internazionali.

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Come trovare l’ispirazione se ti occupi di design e sviluppo

Quando le giornate fluiscono sotto il peso di call, consegne “per ieri” e tentativi di bilanciare lavoro e vita privata, è difficile ricercare nuovi stimoli creativi. Con le richieste incalzanti di team e clienti che stringono il tuo campo d’azione, la sensazione di non riuscire ad esprimerti diventa assillante. È un cane che si morde la coda: non ho stimoli creativi, non riesco ad essere performante, mi blocco professionalmente. 

designer e developer

Cosa fare quindi, per uscire da questi momenti stagnanti? 

Ritagliarsi del tempo per incontrare persone del settore, ad esempio, può rivelarsi un trick molto utile per crescere attraverso lo scambio di idee. Quando gli altri trasmettono le loro esperienze, queste possono diventare la fonte d’ispirazione per tornare a pensare fuori dagli schemi e ritrovare la giusta motivazione creativa. 

Durante Intersection Conference saranno molte le fonti d’ispirazione come ad esempio il digital designer Marc Biemer che racconterà di design e sviluppo di giochi per bambini con autismo, Adam Cochrane con il Ritual Design che mette gli esseri umani al centro di organizzazioni e servizi, Claudia Cristina e Riccardo Iaconelli del Dipartimento per la trasformazione digitale con un intervento sulla developer experience nella PA, Simone Pancaldi e Raquel Rodrigo Musat di Atlassian per parlare di cultura dell’innovazione e nuovi stili di lavoro.

Hard e soft skill per designer e developer: la combo per fare la differenza

Le competenze tecniche sono naturalmente il punto di partenza imprescindibile. Tuttavia ci sono delle competenze senza le quali sarebbe difficile farsi strada nel mondo della programmazione e del design: le soft skill. Le “competenze trasversali” sono quelle abilità/qualità personali di cui ciascuno è dotato in misura diversa, fondamentali tanto quanto quelle tecniche per poter lavorare con team e clienti.

Le soft skill non si acquisiscono direttamente con lo studio, come le nozioni tecniche, ma si possono sviluppare con i giusti stimoli.

Tornando alle hard skill – che da sole non bastano – devono essere sempre aggiornate. Complici i repentini cambiamenti nel panorama del design e del development, ce ne sono alcune su cui vale la pena investire per essere sempre all’avanguardia. 

Perciò, vediamo quali sono le 5 (hard e soft) skill per designer e developer che puoi migliorare partecipando a Intersection Conference per fare l’upgrade come professionista.

1. Doti comunicative

Una delle soft skill per designer e developer che non può mancare è quella della comunicazione interpersonale. Mey Besairon terrà un workshop su come presentare in maniera accattivante una nuova feature o una nuova idea alla tua audience e imparerai, così, a fare il tuo primo tech talk.

2. Creatività e UI design

Tecnologia e creatività insieme possono dare vita a prodotti e professionalità nuove. Come? Si può utilizzare la programmazione per creare suoni, immagini 2D e 3D e animazioni ad esempio. Con Giulio Poggia di Hinto entrerai nel mondo della SVG animation mentre Andrea Marec ti porterà nel mondo di Digital Art e NFT.  

3. Tecniche di design e sviluppo

Per creare prodotti digitali che le persone saranno felici e soddisfatte di usare, occorre una perfetta integrazione tra design e sviluppo. Sfortunatamente, implementare processi che favoriscano una comunicazione aperta e che facilitino la collaborazione fra team interfunzionali può rivelarsi piuttosto impegnativo. Nel workshop che terranno Boris Di Chio, Cristina Lusetti e Guido Parlato di Frog potrai imparare a impostare una collaborazione virtuosa fra designer e developer per lavorare insieme ad un prodotto digitale. Di collaborazione tra ruoli diversi nella stessa unità ne parleranno anche Tiziano Marano e Giulia Moraglia di A2A.

4. Data driven interface

Solo negli ultimi due anni è stato generato il 90% dei dati nel mondo, una mole impressionante da cui ricavare preziose informazioni. Vedrai come l’arte della trasformazione dei dati in visualizzazioni esteticamente accattivanti e in esperienze digitali immersive, può diventare la skill per designer e developer su cui puntare. A tenere l’intervento sulla data viz lato sviluppo ci saranno Federico del Gaudio e Filippo Elgorni di Accurat. Inoltre, Sara Michelazzo di ThoughtWorks, mostrerà come sfruttare al meglio i dati con l’approccio human-centred data.

5. Artificial intelligence

L’intelligenza artificiale e le reti neurali trovano numerosi casi di applicazione che sono ancora poco conosciuti alla maggioranza dei developer. Sentirai parlare di machine learning, algoritmi genetici, mixed reality experience e campi che sono in pieno sviluppo per future opportunità lavorative. Mey Beisaron nel suo intervento mostrerà come applicare algoritmi genetici alla risoluzione di problemi del quotidiano.

All‘evento firmato da Hinto non mancheranno le opportunità di networking e scambio. Il primo giorno, sabato 7 ottobre si terranno i workshop con laboratori pratici. Tra i vari, potrai sperimentare il design di hybrid and mixed realities con Alaistair Sommerville, scoprire il tool BAD Canvas di Matteo di Pascale per imparare a strutturare workshop di business design e creare così prodotti/servizi che funzionino e con Giulia Calabretta della Delft University of Technology apprenderai di più su come la design leadership possa aumentare l’impatto del design stesso all’interno della propria azienda.

Al termine si terrà una visita guidata di Torino ed una cena (fino ad esaurimento posti) dove i partecipanti potranno fare networking con gli speaker e gli sponsor. Inoltre molto interessante sarà sperimentare le carte di Intùiti per sbloccare i processi creativi insieme a Matteo di Pascale (la sessione con lui è limitata a sole 8 persone).
Il secondo giorno, sabato 8 ottobre, a concludere gli interventi dei 14 relatori ci sarà ulteriore spazio per il networking durante l’aperitivo di chiusura presso il Grattacielo San Paolo.

Sei prontǝ a dare un boost alle tue competenze?

<<Scopri il programma completo di Intersection Conference>>