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Il tema di fallimenti e sconfitte nel mondo del lavoro è da diversi anni al centro della discussione psicologica e non, sia da parte di chi è alla ricerca di un nuovo posto di lavoro, sia da partedi chi si occupa di risorse umane.
Quando si parla, poi, della ricerca del proprio lavoro dei sogni il discorso si fa ancora più complesso: sconfitte, primo giorno di lavoro, ma anche addii sono argomenti basilari.
La filosofia è sempre la stessa, mai smettere di guardare il proprio obiettivo lavorativo, ricordandosi, però, che gli ostacoli nel raggiungerlo potrebbero rappresentare opportunità di crescita a livello personale e di esperienze lavorative per creare quindi il CV adatto al recruiter finale.
Tutti aspirano al lavoro dei sogni, quel posto nella società per la quale si è studiato una vita, ma la verità è che nella maggior parte dei casi la scuola non è sufficiente per raggiungere il lavoro tanto desiderato e, quindi, prepariamoci ad accumulare un po’ di esperienza.
È importante iniziare ad espandere le prospettive: in ogni lavoro possiamo imparare nuove skill senza doverci legare a quel lavoro per sempre, salvo che ampliando gli orizzonti, non ci accorgiamo che il nostro lavoro dei sogni è un altro. Tutti possono cambiare idea.
Quindi, cosa possiamo imparare dal nostro primo lavoro?
Oltre all’esperienza, intesa come nuove skill da mettere nel CV, bisogna aumentare la nostra credibilità: più si fa esperienza nel mondo del lavoro, più si darà l’impressione di essere lavoratori affidabili e che “sanno gestire” i problemi.
Inoltre, il primo stipendio, i soldi fanno comodo a tutti, compresi i neolaureati, e il primo stipendio non si scorda mai.
Anche se abbiamo fatto tutto perfetto, il nostro lavoro dei sogni ancora non arriva: no Panic! Go on!
Innanzitutto contestualizza la tua reazione, non è morto nessuno, né è successo qualcosa di irreparabile, analizza quindi il tuo percorso partendo da quello che hai fatto fino ad oggi e stabilisci un piano per proseguire nel futuro; questo ti darà la possibilità di non andare nel panico e di fare tutto nel modo migliore.
Anzi, prendi questa “sconfitta” come un’opportunità per concentrarti su nuove competenze e informazioni che ti portino a crescere a livello professionale e per entrare nel radar della tua azienda preferita.
Pensa a percorsi alternativi per la meta, si può iniziare da ruoli diversi o correlati, o ancora iniziare a informarsi online o su LinkedIn su di loro, collaboratori compresi, e dimostrarsi interessati ai loro aggiornamenti, impostare Google Alert per sapere quando apriranno delle posizioni vacanti e candidarsi.
Attenzione a farlo solo quando avrai le competenze richieste per non bruciarti le opportunità.
Ok, ci sei, sei alla tua nuova scrivania ed è proprio come te la immaginavi, ma quello che stai facendo e l’ambiente di lavoro in cui ti trovi non è quello che ti aspettavi. Ora che fare?
Prima di cambiare lavoro ci sono una serie di fattori da analizzare, compreso economico e della stabilità delle abitudini, ma quando arriva l’ora non ci si può nascondere.
Come capire che il momento è ora? Con un’analisi precisa di ciò che ci sta capitando e delle sensazioni che questo porta con sé.
In particolare: pensa a come ti senti giorno dopo giorno.
Se dopo aver risposto a tutte le domande sei ancora convinto di voler cambiare, non c’è più niente che ti possa trattenere dal farlo, ma è importante comportarsi in modo corretto sia in termini di preavviso sia in termini di saluti, non è necessario uscire sbattendo la porta.
Il preavviso, oltre che una postilla legislativa, è anche il modo migliore di avvisare l'azienda e i collaboratori che te ne stai andando, ma che sei a disposizione per procedere con i passaggi di consegna il prima possibile; se hai già un altro posto di lavoro tra le mani avvisa anche loro del tempo che ti serve prima di essere operativo.
Gli addii pacifici ti danno la possibilità anche di avere una lettera di raccomandazione o la possibilità di ricevere commenti positivi in caso di eventuale chiamata del tuo nuovo responsabile al vecchio.
In ultimo, ricorda di riconsegnare tutti i beni aziendali.
In assoluto la cosa peggiore del lasciare il tuo lavoro è quella di comunicarlo informalmente al tuo diretto superiore, sia che tu stia lasciando il lavoro dei sogni, sia che stia parlando del lavoro che odi, e questo perché nel primo caso il sentimento del “dispiacere” potrebbe prendere il sopravvento minando la tua decisione, mentre nel secondo caso il rancore potrebbe portare ad una chiusura dei rapporti nella peggior maniera possibile.
Un consiglio? Confrontarsi, se possibile, in modo costante con i propri superiori o il proprio capo per continuare a modulare il percorso per massimizzare le performance lavorative.
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Come in ogni situazione della vita, iniziare con il piede giusto è sempre la cosa migliore, anche il primo giorno di lavoro.
Arrivato il grande giorno è importante essere pronti, come scegliere con accuratezza un look professionale e adatto, ma anche sapere come comportarsi con i nuovi colleghi, con simpatia, ma senza invadenza.
I nuovi colleghi saranno come una nuova famiglia o un nuovo gruppo di amici, con la differenza che il contesto imporrà sempre una base di rapporto formale fatto anche di gerarchie.
Ecco che per inserirsi al meglio bisogna lasciare parlare gli altri, dimostrandosi aperti e disponibili, ma senza assillarli con troppi dettagli personali o della propria carriera pregressa. Guardarsi intorno cercando di capire le dinamiche che intercorrono tra tutti il prima possibile ci eviterà inutili gaffe in merito a considerazioni o commenti inopportuni.
Una volta passato lo scoglio della socializzazione bisogna riuscire ad organizzarsi il lavoro partendo dalla casella mail, alla rubrica degli interni e dei colleghi, rendersi indipendenti nei compiti e nelle mansioni imparando il più possibile dagli altri, ma predisponendo un proprio flusso di lavoro personalizzato ed efficace.
Un luogo di lavoro è un insieme di processi e di rapporti da gestire al meglio entrambi per una crescita professionale, ma anche personale. Importante è, quindi, gestirlo al meglio per non perdere nemmeno un’opportunità, anche la più nascosta.
La filosofia alla base è sempre la stessa, mai smettere di guardare il proprio obiettivo lavorativo, ricordandosi che gli ostacoli nel raggiungerlo potrebbero rappresentare opportunità di crescita a livello personale.