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Juul, la startup americana di sigarette elettronica al centro dell'attenzione per la presunta epidemia legata al vaping, ha annunciato le dimissioni dell'amministratore delegato Kevin Burns, confermando che sarà sostituito da K.C. Crosthwaite.
Secondo il New York Times, Crosthwaite prenderà il comando di Juul dopo un periodo come dirigente presso Altria, la grande azienda di tabacco che detiene una partecipazione del 35% in Juul.
Burns sembra così essere un capro espiatorio perfetto per far fronte alla serie di regolamenti relativi allo svapo che ha colpito Juul in questo mese.
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Secondo il CEO della società di pubbliche relazioni 5WPR, Ronn Torossian, specializzato nella gestione delle crisi, la decisione potrebbe avere effetti negativi sulla startup.
“Juul ha affrontato un disastro dopo l'altro nelle ultime settimane. La rimozione del CEO è, a mio avviso, un passo falso da parte della società", ha dichiarato Torossian a Observer in una nota.
Nonostante la cacciata di Burns, Juul deve ancora affrontare ostacoli maggiori: "La sua rimozione, a differenza della recente rimozione di altri amministratori delegati, non aiuterà a creare fiducia con il pubblico e dimostra che Juul in realtà non sa come uscirne", ha concluso Torossian.
L'annuncio è ufficiale: Philip Morris e Altria hanno interrotto le trattative per la creazione di un gruppo unico da valore di 200 miliardi di dollari.
Le due aziende, che per lungo tempo avevano fatto parte dello stesso gruppo, hanno quindi rinunciato alla fusione, travolti dallo scandalo delle e-cig che, sempre più difficilmente, sembrano attestarsi come alternativa ufficiale alle sigarette tradizionali.
Le azioni di Philip Morris, che possiede anche il marchio di sigarette iQOS, sono aumentate del 6% a seguito dell'annuncio, mentre quelle di Altria hanno perso oltre un punto percentuale.
Entrambe le aziende produttrici di tabacco sono alle prese con una nuova sfida: rinvigorire le vendite dei loro prodotti in un momento in cui un numero sempre crescente di fumatori sta smettendo a causa dei ben documentati effetti collaterali come malattie cardiovascolari e cancro.
La speranza era che la fusione avrebbe portato un aumento delle vendite combinando i due diversi prodotti: Philip Morris ha infatti affermato la volontà di non vendere più sigarette tradizionali in futuro, affidandosi alla tecnologia senza fumo.
A seguito delle recenti polemica sui rischi dello svapo, la scorsa settimana Walmart ha annunciato che avrebbe smesso di vendere sigarette elettroniche.
Le due aziende hanno rinunciato alla fusione travolti dallo scandalo delle e-cig che, sempre più difficilmente, sembrano attestarsi come alternativa ufficiale alle sigarette tradizionali.
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Eliana Glielmi
Consulente per le aziende alimentari e istituzioni. Fondatrice e CEO di Cibus Academy |
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