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  • Dopo Starbucks, anche Uniqlo vuole aprire a Milano (e sfidare Zara e H&M)

    Il colosso giapponese di abbigliamento low cost, il terzo dopo Zara e H&M, aprirà il primo store italiano il prossimo autunno in piazza Cordusio a Milano

    26 Novembre 2018

    E’ considerato il terzo colosso dell’abbigliamento low cost, davanti ha Zara ed H&M per capirsi. Si chiama Uniqlo, viene dal Giappone, e ora vuole prendersi Milano (in Francia ci sono già 26 store, in Russia 32), dove per il prossimo autunno ha intenzione di aprire un megastore da 1600 metri quadrati su tre piani, in piazza Cordusio (proprio come Starbucks). LEGGI ANCHE: Starbucks vuole conquistare Milano e apre altre 3 caffetterie in un mese

    Un po’ di numeri

    Uniqlo è una big da 16 miliardi di euro di fatturato (la cifra si riferisce alla capogruppo fast Retailing, di cui Uniqlo è il brand di punta e che comprende anche marchi come Comptoirs des Cotonniers) che già nel 2018 si è avvicinato a Occidente, con store inaugurati ad Amsterdam e Stoccolma.
    uniqlo
    Tadashi Yanai, fondatore e presidente di UNIQLO e Presidente e CEO di Fast Retailing – credits www.fastretailing.com

    Tadashi Yanai

    Uniqlo è guidato dal founder e amministratore delegato del gruppo, Tadashi Yanai. Partito da una piccola sartoria a conduzione familiare in provincia, Laureato in economia e scienze politiche, Yanai ha vissuto a New York e Londra,  ha lanciato il primo negozio Uniqlo nel 1984 a Hiroshima e ora marcia al ritmo di 300 aperture l’anno: oggi il suo modello di business è un mito in Giappone. “Siamo estremamente onorati e orgogliosi di entrare nel mercato italiano nel 2019. Milano è una delle capitali della moda più importanti e rispettate internazionalmente, nota per la sua cultura artigianale storica e per un design sofisticato ed elegante – ha detto Yanahi – la spettacolare posizione del negozio e il nostro concetto LifeWear, basato sulla creazione di abiti che soddisfino le esigenze dello stile di vita di tutti, ci fa sperare che il pubblico di Milano e dei suoi visitatori accolga Uniqlo e lo faccia diventare parte integrante del suo quotidiano”.