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  • L’antenato di Pantone, in un libro dell’800

    Già nel XIX secolo naturalisti come Charles Darwin e altri studiosi utilizzavano una speciale categorizzazione dei colori

    28 Febbraio 2018

    Anche se i campioni e le palette colori sembrerebbero un’invenzione moderna (pensiamo alla notorietà di Pantone), già nell’Ottocento, quando ancora non esisteva nemmeno l’arte della fotografia, si catalogava la gamma dei colori presenti in natura grazie ad approfonditi studi del mondo esterno da parte di naturalisti, geologi e antropologi. Tra questi spicca un’opera pubblicata all’inizio del XIX secolo, in grado di classificare in modo molto puntuale i colori presenti in natura, utilizzata anche dal celebre naturalista Charles Darwin. Si tratta della Nomenclatura dei colori di Werner, un piccolo tomo che si può considerare come la prima standardizzazione di colori esistente. Nomenclatura dei colori Gialli (1)

    Nomenclatura dei colori Gialli (2)
    Tutte le foto – archive.org

    Così Darwin descriveva i colori

    Alla fine del 1831 Charles Darwin salpò dal porto inglese di Plymouth a bordo del brigantino da guerra HMS Beagle, riconvertito in quegli anni in una nave da esplorazione, per una spedizione che avrebbe completamente cambiato la nostra visione del mondo. Il viaggio durò più di cinque anni, che Darwin passò a osservare, catalogare e appuntare ogni dettaglio della natura dell’emisfero australe, portandolo alla scrittura del libro Viaggio di un naturalista intorno al mondo. La nave circumnavigò l’America del Sud per poi arrivare in Nuova Zelanda, Australia, attraversare l’Oceano Indiano, superare il continente africano e ritornare in patria. Nelle numerosissime osservazioni di flora e fauna incontrate durante questo viaggio, ciò che si nota nel libro di Darwin non sono solo le sue ottime qualità da scrittore, ma soprattutto le sue precise e puntuali descrizioni dei colori. Ad esempio la sua descrizione dell’Oceano Indiano: “I had been struck by the beautiful color of the sea when seen through the chinks of a straw hat […] It was according to Werner nomenclature ‘Indigo with a little azure blue’ [and] the sky at the time was ‘Berlin [blue]’ with a little Ultramarine” – “Ero stato colpito dal bellissimo colore del mare attraverso le fessure di un cappello di paglia […] Secondo la nomenclatura di Werner, era ‘Indaco con un poco di azzurro’ [e] il cielo in quel momento era ‘Berlino [blu]’ con un pizzico di Ultramarino”. Indicazioni come queste, però, si trovano anche in altri trattati di quel periodo, che descrivevano in modo esaustivo le tinte di piante, animali o minerali. Nomenclatura dei colori Verdi (1) Nomenclatura dei colori Verdi (2)

    Il colore e la natura

    D’altronde, la relazione che c’è tra natura e colori è qualcosa di indescrivibile. Ogni sasso, pietra, minerale, pianta o fiore offre una varietà di sfumature infinita. Come fecero Darwin e molti altri autori ottocenteschi a fornire indicazioni così precise riguardo alle varie colorazioni, senza che la fotografia non fosse ancora stata inventata? Si parlava, infatti, di tonalità come grigio francese, bianco latte-scremato, blu scozzese, blu Berlino, viola campanula, verde montagna, verde anatra, giallo del re, rosso sangue arterioso. La risposta sta nell’impresa di un geologo tedesco, Abraham Gottlob Werner, conosciuto per famose ricerche sui minerali e sulla stratificazione della crosta terrestre. Insieme al pittore scozzese Patrick Syme, infatti, fece uno studio approfondito su molti aspetti del mondo naturale che sfociò in quella che conosciamo oggi, appunto, come Nomenclatura dei colori di Werner. Nomenclatura dei colori Rossi (2) Nomenclatura dei colori Rossi (1) LEGGI ANCHE: Pantone annuncia tutti i colori che indosseremo nella primavera 2018

    Il catalogo dei colori prima di Pantone

    Pubblicata nel 1814, questo “catalogo dei colori” consiste in una guida in grado di illustrare i colori visibili in natura, suddividendoli in numerose tonalità, ciascuna rappresentata da un piccolo riquadro. Da qui nascono i nomi fantasiosi assegnati a ogni colore, a cui vengono affiancati anche un numero preciso e una descrizione quasi poetica, scritta a mano. Questi vennero elaborati da Syme, che utilizzò gli studi di Werner per fornire anche degli esempi su come trovare ogni colore in natura nei tre regni animale, vegetale e minerale. Alcuni esempi? il Verde Mela, oltre che sul frutto di cui porta il nome, può essere ammirato anche sulla “parte inferiore delle ali della falena Green Broom”, o  il Blu di Prussia, il colore di una “macchia di bellezza” sull’ala dell’anatra selvatica. Tutte queste annotazioni rappresentavano una catalogazione utilissima non solo a naturalisti, ma anche a pittori o antropologi dell’epoca. La Nomenclatura di Werner racchiude un totale di 110 colori, che sembrano pochi se si pensa alle palette oggi a nostra disposizione. Tuttavia, contando che la prima pubblicazione di questa guida risale a più di 200 anni fa e considerando le preziose descrizioni fornite per ogni tonalità, questo documento è più attuale che mai, se si pensa a cosa può nascere dall’osservazione del mondo attorno a noi. Ecco che un catalogo del 1814 diventa estremamente attuale, talmente attuale che la casa editrice Smithsonian Book ha deciso proprio a febbraio 2018 di ripubblicarlo. Nomenclatura dei colori pantone