È innegabile: la digitalizzazione ha cambiato molti degli aspetti della nostra vita quotidiana. Tutto o quasi, è possibile svolgerlo da un semplice smartphone. Tutto diventa (o è già diventato) più fruibile, di semplice consultazione e di facile utilizzo.
Fortunatamente questo enorme cambiamento tecnologico e sociale ha favorito degli enormi cambiamenti anche in ambito culturale, rendendo gran parte dello scibile umano alla portata di tutti in qualunque momento della giornata.
Una vera e propria rivoluziona culturale (forse la seconda, dopo la diffusione negli anni ’60 di alcuni programmi di alfabetizzazione degli adulti come ad esempio "Non è mai troppo tardi") avvenuta quasi silenziosamente, ma che in realtà ha cambiato quasi integralmente quel rapporto elitista che contraddistingueva la cosiddetta cultura alta.
Difatti oggi, mediante la digitalizzazione e la diffusione della tecnologia è possibile parlare di cultura popolare. Una cultura incrementata dalla nascita e la diffusione di siti web e di applicazioni mobili. Uno scenario inedito che evidenzia come la frizione libera della cultura possa comportare degli evidenti vantaggi culturali e di conseguenza sociali.
La digitalizzazione dell’arte
In questo processo di digitalizzazione e di trasformazione della cultura in un qualcosa di più popolare (inteso nell’accezione più positiva del termine) l’arte non è di certo esclusa.
Sono numerosi i musei che in questi anni hanno già intrapreso il percorso della digitalizzazione come il Museo del Prado di Madrid o il Metropolitan Museum di New York City.
Il Museo del Prado è l’artefice di una grande novità nel settore: ha permesso ai non vendenti di avvicinarsi di toccare con mano le opere d’arte più famose al mondo, attraverso la realizzazione delle repliche di queste mediante una speciale stampa 3D.
Nel Metropolitan Museum invece è stata intrapresa una strada differente: sono stati digitalizzati tantissimi libri d’arte che è possibile consultare gratuitamente.
La situazione è ben differente in Italia dove c’è ancora molto da fare. Forse non siamo ancora pronti ad cogliere tutte le novità che la digitalizzazione comporta, ma siamo (o quasi) che presto le cose cambieranno.
Scenari
Rendere l’arte fruibile a tutti ed in maniera semplice è di certo un altro obiettivo di chi lavora nel mondo del web e della tecnologia.
Tour virtuali, opere a 360 gradi e stampe 3d forse rappresentano realmente il futuro dell’arte di questa nuova era digitale. Ma in realtà molti degli strumenti e delle modalità con le quali oggi è possibile accedere alla cultura e all’arte sono in continua evoluzione.
Un esempio su tutti è certamente Smartify, un’applicazione progettata per il mobile che offre agli utenti uno strumento semplice ed immediato per ottenere maggiori informazioni sull’opera d’arte che in quell’istante stanno ammirando in un museo, in una galleria o in altre situazione similari.
Funziona in maniera molto semplice: basta accedere all’applicazione, puntare la fotocamera del dispositivo verso l’opera d’arte e compariranno tutte le informazioni relative al soggetto inquadrato. Insomma potremmo definire Smartfy come uno "Shazam dell’arte".
Al momento della presentazione, svoltasi qualche girono fa a Londra, l’applicazione risultava fruibile in più di 30 musei in tutto il mondo registrando immediatamente un notevole successo da parte del pubblico e della stampa digitale e non.
A rendere Smartfy un’applicazione sorprendente è certamente il prezzo. Difatti è completamente gratuita (per iOS e Android) e promette grandi novità nei mesi a seguire. Non ci resta che attendere per scoprire tutte le prossime novità di Smartfy e della digitalizzazione culturale.