Quando Bloomberg.com lo scorso 5 ottobre ha rilasciato la notizia sul risarcimento che State Street deve a 300 donne e 15 impiegati neri per gender and racial pay gap, il mondo ne è rimasto alquanto sconvolto. State Street, tra le più importanti società americane di servizi finanziari, è stata promotrice della pluripremiata campagna "The Fearless girl" lo scorso marzo ai Cannes Lions, proprio per sostenere il ruolo delle donne in posizione di leadership.
Analizziamo in dettaglio l'accusa verso State Street, la sua reazione e le conseguenze sulla Fearless girl.
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State Street accusata di disparità salariali
Da una verifica del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti (OFCCP), risulta che tra dicembre 2010 e marzo 2017 (stesso mese del debutto di Fearless Girl), 300 dipendenti donne di State Street hanno subito disparità salariali in ruoli senior, come VP (vice president), SVP (senior vice president) e MD (managing director), rispetto alla controparte maschile.
Lo stesso trattamento è stato riservato a 15 dipendenti neri a livello VP. Il Dipartimento del Lavoro ha comunicato quindi a State Street "la necessità di azioni correttive" con un risarcimento di 5 milioni di dollari ai dipendenti coinvolti e una verifica annuale sulle loro retribuzioni per i prossimi 3 anni.
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La reazione di State Street
State Street ufficialmente nega, accordando però il risarcimento di 5 milioni di dollari, di cui 4,5 milioni di arretrati e 500.000 di interessi. Così risponde il portavoce della società: «State Street si impegna costantemente nella parità di trattamento per assicurare che i nostri processi aziendali non siano discriminatori. Anche se non siamo d'accordo con le analisi e le conclusioni di OFCCP, abbiamo collaborato pienamente in modo da risolvere questa controversia e andare avanti».
La società finanziaria quindi nega, ma allo stesso tempo decide di cooperare e risarcire i dipendenti coinvolti, lasciandosi alla spalle questa "piccola" defalliance.
Quindi quella statua non serve più?
Fearless Girl, la famosa statua della bambina che affronta con sguardo di sfida e pugni sui fianchi il Charging Bull di Wall Street di certo è stata soggetta a critiche dopo le accuse a State Street. Fearless girl, lo ricordiamo, è stata creata dall'agenzia McCann New York e finanziata dalla società affiliata State Street Global Advisors, proprio per celebrare la leadership delle donne e incoraggiare le aziende ad includerle in ruoli importanti e strategici. La statua è diventata velocemente il simbolo dell’uguaglianza di genere e ispirazione per battaglie di gender gap.
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Il Direttore Marketing Stephen Tisdalle è stato schietto nel riconoscere che Fearless Girl, o ogni sforzo di marketing che celebra l’impegno per la lotta alla diversità di genere, può essere vulnerabile a giudizi da parte di chi reputa il finanziatore della campagna non in linea con il messaggio, ma allo stesso tempo deve essere un'ispirazione per il cambiamento della società stessa che lo ha creato.
State Street infatti ad oggi è composta da un esecutivo di 82% uomini, la maggior parte bianchi, e continua ad assumere più uomini che donne nonostante le sue dichiarazioni e campagne sostengano la disparità di genere.
Ricordiamo che solo lo scorso gennaio Donald Trump ha bloccato i finanziamenti del governo federale alle organizzazioni non governative internazionali che praticano l'aborto. Fearless Girl sarà quindi un'altra battaglia di faux feminism o il risarcimento di State Street porterà davvero i suoi frutti?