Galeotti furono Facebook e Instagram per aver diffuso il fenomeno culinario più di nicchia, ossia quello Vegan. Non è per niente scollegato, infatti, il rapporto tra l'aumento del numero dei vegani e il proliferare di gruppi, pagine e profili testimonial della tanto paventata dieta cruelty free.
Temutissimo dai carnivori dell'ultima ora che evitano la morale da parte di chi ha sposato la scelta di non consumare alcun cibo o prodotti di origine animale, lo stile di vita Vegan inizia invece a fare presa nella società moderna.
Il vento sta cambiando e con esso la coscienza di molti onnivori sempre più sensibili a tematiche come salute ed ecologia, ma soprattutto, più esposti ai nuovi mezzi di diffusione della cultura Vegan. Chi meglio dei socia media potrebbe in effetti farvi cambiare idea visto l'incommensurabile quantità di tempo che ogni giorno spendete nel consultarli?
Vegani in Italia: dall'1% al 3% in un solo anno
Il termine Veganesimo fa riferimento a una filosofia mossa da motivazioni etiche, con alla base i diritti degli animali, che promuovono il boicottaggio di attività o prodotti specisti che sfruttino o abusino di un essere vivente.
Alla filosofia Vegan, secondo il Rapporto Italia 2017 di Eurispes, aderivano fino all'anno scorso l'1% degli italiani. Ad essere stati "convertiti" non sono solo gli onnivori ma anche i vegetariani che risultano notevolmente diminuiti (-2,5%) in favore della scelta Vegan. Ad oggi i vegani in Italia risultano essere il 3% ossia circa 1,8 milioni di persone.
Come hanno contribuito i social media all'aumento dei vegani? Secondo Ignacio Garcia Zoppi, antropologo digitale e fondatore di Tree Intelligence, sono le emozioni a determinare se una campagna social contro o a favore di un'istituzione o un brand arriverà al punto di svolta. Zoppi ritiene che tali campagne di sensibilizzazione raggiungono il successo virale sui social media grazie a delle precise fasi interconnesse.
Serve un pubblico sensibile: immagini che evochino grande empatia o tenerezza fanno sì che il contagio emozionale sia efficace; in secondo luogo la presenza di una potenziale minaccia e infine un target istituzionale responsabile da prendere di mira. Il tutto condito dall'ingrediente umano di un bravo social media strategist che sappia diffondere il messaggio e renderlo virale.
Le pagine che promuovono l'etica anti specista sono numerose e puntano tutte alla condivisione di video e foto per la sensibilizzazione al concetto di sofferenza animale spesso con immagini forti o anche attraverso campagne divulgative a volte spogliate del temuto senso di colpa.
Ma la diffusione non passa solo per Facebook: l'hashtag #vegan (se ne contano decine di milioni) e gli account che promuovono uno stile di vita salutare e green sono indubbiamente destinati a crescere visto il cambiamento tangibile che sta avvenendo anche all'interno dei supermercati dove iniziano a proliferare prodotti a marchio Vegan.
Food blogging ma in versione Green
Se non vi siete mai addentrati in qualche pagina dalle intenzioni ecologiste, tanto che nemmeno Facebook ha mai osato suggerirvi un like per chi promuove prodotti per vegani, probabilmente vi stiamo raccontando un mondo totalmente sconosciuto. Al contrario dei luoghi comuni diffusi, l'universo Vegan non fa leva solo sul senso di colpa ma anche sul gusto.
Moltissimi i magazine dove si possono trovare ricette, libri e consigli su come "convertirsi" a un nuovo stile di vita e in crescita anche gli influencer vegani che organizzano workshop, pubblicano libri o ricette con l'intento di prendere lo spettatore per la gola. Il tutto senza mai dimenticare di divulgare post di sensibilizzazione.
Vegani: brutte bestie?
L'amara verità è che un vegano viene spesso dipinto dalla massa come un potenziale arrogante, integralista e intollerante, e tutto questo solo perché ha scelto di non seguire più la via maestra della tradizione culinaria nostrana. Molte le testimonianze (superflue) che emergono online in difesa di una scelta di vita non Vegan, forse perché è fisicamente provato che a ogni forza o azione corrisponde una reazione uguale e contraria, o forse perché la "diversità" dai luoghi comuni spaventa sempre un po'.
A smentire le banalità ci pensa Vegan Chronicles, un collettivo di attori e videomaker romani guidati da Claudio Colica dotati (pensate un po') di alti livelli di autoironia. Nei loro video i racconti in chiave comica della dura vita del vegano tra cene in famiglia, festività e amici onnivori. E se a insegnarvi l'ironia e a renderla virale ci riescono anche i vegani, probabilmente non è vero che ad ascoltare la loro versione s'incappi per forza solo in un lavaggio del cervello.
Cambia il mondo, la comunicazione e i suoi mezzi in grado di sconvolgere anche le abitudini più scontate: basti pensare alla massiccia campagna degli ultimi anni contro l'utilizzo dell'olio di palma che ha portato il 59,9% degli italiani a non acquistare più prodotti che lo contenessero.
L'arduo ruolo dei social media è forse diventato quello di ambasciatore di uno stile di vita sano e responsabile? Ci crediamo poco, ma non smettiamo di sperarlo.