Facebook ha dichiarato di voler aiutare la sua comunità di utenti a mantenersi ben informata e ad avere una esperienza positiva nell'uso della piattaforma, perciò ha studiato un modo per capire quali sono i post da considerare fuorvianti, sensazionalistici e spam.
Dal 10 maggio scorso, la piattaforma di Zuckerberg ha lanciato un aggiornamento globale per far sì che nel newsfeed di ciascun utente compaiano meno notizie di bassa qualità e più notizie che mantengano l’esperienza d’uso della piattaforma positiva.
L’aggiornamento punta quindi a togliere ogni incentivo, anche economico, a chi pubblica post col solo fine di generare traffico verso siti contenenti pubblicità inadeguate, eccessive, fraudolente o che generino spam.
L’uso della IA
Greg Marra, Product Manager di Facebook, ha dichiarato:
“abbiamo visionato centinaia di migliaia di pagine Web e selezionato quelle che avevano la caratteristica di avere poco o nessun contenuto sostanziale e molte pubblicità scioccanti, perturbanti, fuorvianti”.
Per ottenere questo risultato, Facebook ha infatti prima identificato e selezionato migliaia di pagine con il contenuto incriminato, individuato secondo queste caratteristiche:
- scarso contenuto testuale
- con contenuto non pertinente
- con un eccessivo numero di inserzioni pubblicitarie
- con inserzioni pubblicitarie scioccanti, fuorvianti o ingannevoli.
Con le tecniche del machine learning Facebook ha poi usato le liste per addestrare i programmi di IA a riconoscere gli schemi che caratterizzano una pagina di bassa qualità, includendo quindi anche il riconoscimento di immagini per tenere sotto controllo il revenge porn.
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Non è possibile, proprio per le tecniche usate, definire una lista precisa di caratteristiche che faccia rientrare una determinata pagina tra quelle da penalizzare.
Si potrebbe citare il famoso detto del giudice che doveva pronunciarsi in una causa in cui un proprietario di cinema (Nico Jacobellis) era accusato di diffondere materiale pornografico, per avere proiettato un film di Louis Malle con una scena di meno di un minuto di sesso esplicito. Il giudice della corte suprema disse infatti: “Non riesco a definire la pornografia, ma la riconosco quando la vedo”.
Su Facebook è disponibile una piccola guida che può però servire come orientamento. Una immagine vale più di mille parole, si dice, e sono presenti quindi anche esempi di siti che saranno penalizzati dal nuovo algoritmo.
Le conseguenze
L’algoritmo sarà implementato gradualmente nei prossimi mesi. Gli editori che non hanno contenuti simili a quelli descritti nei loro siti, non solo non ne risentiranno, ma potrebbero addirittura essere premiati con un lieve incremento di traffico, gli altri lo vedranno ridursi.
Per decidere quali siano le notizie da mostrare nel newsfeed degli utenti, questo non è l’unico segnale che l’algoritmo di Facebook analizza, e perciò Facebook stesso nel suo comunicato stampa, incoraggia tutti coloro che hanno una pagina a continuare a pubblicare le notizie che il pubblico gradisce.
Oltre ad un minor traffico derivante dai link pubblicati sulla propria pagina Facebook, non ci saranno altri modi per scoprire se il proprio sito è stato penalizzato.
Greg Marra ha inoltre spiegato che non ci saranno strumenti di alcun genere a disposizione degli amministratori per controllare il “ranking” delle loro pagine relativamente a questi criteri.
In questo modo non sarà possibile trovare il modo per aggirare l’ostacolo.
Il futuro per i gestori di pagine
Non è certo una novità la battaglia di Facebook contro i link di bassa qualità, il click baiting e le fake news, ma con quest'ultima novità la gestione di una pagina Facebook diventerà sempre più una scienza complessa da maneggiare con cura e capacità specifiche. Non solo per creare contenuti accattivanti che creino engagement, raccolgano like e generino condivisioni, ma anche per ottimizzarli in modo da evitare penalizzazioni.
Potrebbe sembrare esagerato parlare di FEO (Facebook Engine Optimization: qualcuno può suggerire un acronimo migliore sulla nostra pagina Facebook?) ma forse il momento è arrivato: Facebook infatti ha iniziato a penalizzare le pagine che pubblicano link come quelli di cui abbiamo parlato in questo post, ma da molto tempo già lo fa per i link con un alto grado di bounce rate, oppure che registrano una grande disparità tra il numero di clic dati e like ricevuti, commenti lasciati, condivisioni ottenute.
Alla necessità di ottimizzare i propri contenuti per soddisfare i criteri SEO e ottenere traffico, sarà dunque necessario preoccuparsi anche di ottimizzarli per evitare le penalizzazioni di Facebook?
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