Social Media, big data, responsive design e mobile sono tematiche nate ed evolutesi negli ultimi anni. I Chief Marketing Officer (CMO) ovvero responsabili Marketing anni fa avevano tutt'altri argomenti di cui occuparsi.
A seconda della grandezza dell’azienda, compiti e responsabilità sono variati notevolmente. E parlando del famoso livello C (CTO, CEO ecc.) sono proprio i CMO quelli che più spesso rappresentano l’azienda. Curando la strategia globale dell’azienda, di riflesso ne beneficia anche la loro immagine personale.
Per questo motivo vi presentiamo alcuni account social dei primi quattro CMO della classifica di Business Insider dei 50 CMO più innovativi al mondo.
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Gli account social dei TOP quattro CMO da seguire
1. Lorraine Twohill, CMO Google
Prima di Google ha lavorato come Head of Marketing da Opodo e da Dreamticket.com.
Qui trovate il suo profilo Google +
2. Kelly Bennett, CMO Netflix
Kelly Bennett ha ricoperto diverse posizioni da Warner Bros per poi passare a Netflix nell’agosto del 2012.
Ecco il suo account LinkedIn!
3. Deborah Wahl, CMO McDonald's
Deborah Wahl prima di diventare CMO presso McDonald's è stata CMO di Chrysler e Corporate Manager di Toyota.
https://twitter.com/DeborahWahl/status/847196160725012480
Qui trovate il suo account LinkedIn
4. Craig Inglis, Customer director John Lewis
Prima CMO, poi a settembre del 2015 è diventato Customer director.
Il suo account LinkedIn lo trovate qui.
Gli ostacoli per il personal branding dei CMO
Il Web è diventato uno strumento efficace per mettere in mostra se stessi. Tuttavia se avete visitato gli account social dei CMO menzionati qui sopra, forse avrete notato che non tutti postano regolarmente. Seguire i loro profili significa comunque avere informazioni di prima mano, ispirazione e qualche lezione sulla gestione dei profili personali sui social.
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In un articolo pubblicato su Forbes qualche anno fa, The CMO's Short Guide to Personal Branding, venivano individuati quattro ostacoli principali che i CMO spesso incontrano nel seguire una strategia di personal branding sui social.
- Mancanza di tempo durante il lavoro
- Conflitto d'interesse: il tempo speso nel personal branding potrebbe essere interpretato come fine a stesso, più che un valore aggiunto per l'azienda che rappresentano.
- Molti CMO sentono il dovere di curare il profilo del CEO dell'azienda prima del proprio profilo.
- Viste le problematiche precedentemente menzionate, molti CMO si sentono sopraffatti e non sanno da dovere iniziare a creare il proprio personal brand.
E voi quali CMO seguite sui social?