Le ultime rivelazioni di WikiLeaks sulle tecnologie attraverso le quali l'Intelligence americana può spiare le persone in tutto il mondo, hanno generato imbarazzo e dilemmi etici, non da ultime nelle grandi tech company americane.
WikiLeaks per la sicurezza
Durante la recente conferenza stampa via Facebook, il fondatore di WikiLeaks ha affermato che non intende dare completa diffusione ai materiali hackerati alla CIA, poiché tra di essi vi sono tool in grado di penetrare nei device di tutto il mondo, tra cui iPhone e Smart TV Samsung.
Edward Snowden, nome di primo piano nel campo della divulgazione di dati secretati, ha commentato l'accaduto affermando che l’Intelligence americana ha perso il controllo, poiché le vulnerabilità informatiche sfruttate da Wikileaks per attuare l’operazione Vault 7 sono già state scoperte da altri hacker.
Julian Assange intende tuttavia fugare ogni dubbio sulla natura delle sue azioni, improntate alla divulgazione e all'aumento della sicurezza. Ha infatti dichiarato la sua intenzione di dare accesso ai dettagli delle informazioni recentemente divulgate alle aziende produttrici di tecnologia.
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In questo modo, intende permettere loro di trovare i difetti dei propri software e correggerli.
Considerando quello che pensiamo sia il modo migliore di procedere, nonché gli inviti che ci hanno rivolto alcune tech company, abbiamo deciso di dar loro esclusivo accesso ad alcuni dettagli tecnici: in questo modo gli aggiornamenti potranno essere sviluppati e diffusi, a beneficio della sicurezza degli utenti finali.
Una volta che i prodotti a rischio saranno stati aggiornati, Wikileaks diffonderà per intero i dati in suo possesso, inclusi quelli relativi agli hacking tool, che diverranno quindi obsoleti.
Il dilemma delle tech company
La CIA non si è espressa in merito all’autenticità delle informazioni diffuse, e in risposta alla conferenza stampa di Assange, il portavoce Heather Fritz Horniak ha dichiarato:
Come abbiamo detto in precedenza, Julian Assange non è esattamente un bastione di verità e integrità. Nonostante gli sforzi di Assange e la sua gente, la CIA continua a raccogliere in modo sollecito informazioni sulle intelligence straniere, allo scopo di proteggere l'America da terroristi, nazioni ostili e altri avversari.
Le tech company non si sono per ora esposte. Microsoft ha dichiarato che prenderà in considerazione le segnalazioni inviate tramite i canali predisposti, primo fra tutti l’indirizzo secure@microsoft.com.
Apple afferma che molte delle problematiche in questione sono state risolte dai recenti aggiornamenti dei loro sistemi. I dati trafugati, infatti, sembra diano vecchi di due anni, durante i quali le misure di sicurezza potrebbero essersi messe al passo.
Apple, Google, Microsoft, Samsung e altri grandi attori del mercato tecnologico potrebbero comunque trovarsi a collaborare, nonostante non corra buon sangue né tra loro né con Wikileaks, con cui hanno già avuto screzi in passato.
Cosa riserveranno le future rivelazioni promesse da WikiLeaks?