È ormai lontano il tempo in cui Facebook era una paginetta semplice su cui chattare e condividere fotografie con i nostri amici senza pubblicità. Da quegli anni, abbiamo assistito alla progressiva trasformazione del social network in una sorta di browser e broadcaster, intento a distribuire i contenuti prodotti dai singoli utenti quanto quelli dei brand. E da contenuti statici si è passati ad altri più dinamici, con il proliferare dei video, al punto che possiamo quasi parlare di una Facebook media company.
E fin qui tutto chiaro: non c’è nulla da stupirsi, visto che la fruizione dei contenuti video online è un fenomeno in salita negli ultimi anni e che, secondo eMarketer, è destinato a crescere costantemente nei prossimi anni.
È di ieri l'annuncio di alcune novità per i Facebook video, tra cui ricordiamo ad esempio l'audio automatico nel news feed, il formato verticale e la Facebook video app for TV.
Ma come si vanno a inserire queste specifiche novità all'interno della più ampia strategia che il colosso tech ha in programma per il settore video?
Nel breve periodo, Facebook continuerà a rappresentare una risorsa privilegiata per i video brevi, ma il CEO Mark Zuckerberg ha lasciato intendere agli investitori che si va verso una lenta transizione verso contenuti lunghi. In linea con questa direzione, la piattaforma ha recentemente modificato i propri algoritmi e starebbe virando il focus dai video live a contenuti più complessi e di maggiore qualità, in grado di competere ad esempio con Netflix.
Se in passato Facebook è stato principalmente un mezzo attraverso il quale editori, emittenti e centri media riuscivano a distribuire i propri contenuti ad un’ampia fetta di pubblico non più raggiungibile solamente attraverso i tradizionali mezzi di comunicazione di massa, ora sembrerebbe proprio che la creatura di Zuckerberg stia cercando di trovare, acquistare e forse addirittura creare i contenuti proprietari in stile televisivo.
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Il CEO inoltre ha annunciato che una nuova sezione “video” (già presente sulla piattaforma americana) verrà presto lanciata in tutto il mondo e Facebook incentiverà i creatori di contenuti sia in anticipo, che attraverso uno schema di divisione dei guadagni pubblicitari (che potrebbero anche arrivare da formati mid-roll).
Le implicazioni di un Facebook Media Company
Il passaggio di Facebook da distributore a creatore di contenuti creerebbe di fatto un’entità finora inesistente nella galassia dei mezzi di comunicazione e pertanto non regolamentata aprendo una serie di quesiti sulle responsabilità dei contenuti: il passaggio da mero distributore a committente e creatore di contenuti condivisi sulla piattaforma implicherebbe una maggiore responsabilità da parte di Facebook rispetto ai contenuti live?
La diretta di Facebook, è ben lontana infatti da quella delle trasmissioni televisive, dove comunque si era in un ambiente controllato e professionale, appare quindi evidente come Facebook Live sia al contempo una delle armi più potenti e allo stesso tempo pericolose: editori e marketers hanno discusso sulla possibilità di produrre contenuti di valore in diretta e sono preoccupati delle ricadute sui propri brand di video di bassa qualità.
Qualità dei contenuti e dialogo tra gli utenti, le opportunità per brand ed editori
Non bisogna quindi stupirsi se Facebook sta spostando l’attenzione dai contenuti live ai contenuti lunghi e di qualità durante le contrattazioni con gli editori.
In questa ottica un contenuto lungo intervallato da pubblicità mid-roll potrebbe rappresentare una soluzione più interessante per i marketers, che grazie a questo nuovo “canale” potrebbero evitare il fenomeno del secondo schermo e nel contempo offrire l’opportunità all’audience di commentare e dialogare con gli altri utenti che stanno guardando lo stesso contenuto.
Questo aggiornamento potrebbe rappresentare una particolare opportunità per editori e brand, perché permetterebbe il dialogo con il pubblico/consumatore in tempo reale, aumentandone l’ingaggio e permettendo di raccogliere feedback veloci sia su programmi e contenuti, che sulle pubblicità in esso contenute, e rappresentando pertanto un’importante risorsa in termini di insight.
C’è da sperare che in questa ottica Facebook abbia anche in programma di stabilire metriche di misurazione dell’efficacia dei propri Ads in modo trasparente e condiviso... ma questa è un’altra storia!