I primi tweet sull'election day di martedì si sono registrati intorno alle 5 del mattino, le 11 in Italia, a San Francisco (una delle città dove ha stravinto la candidata democratica Hillary Clinton, 85.3% contro 9.9%, tradotto: 228.221 voti contro 26.461 di Trump). Da lì in poi un crescendo continuo, affermando Twitter come il social per eccellenza quando si tratta di news, attualità e politica.
Dalle 11 del mattino (ora locale) in avanti, soltanto negli Stati Uniti la media è stata di 27 mila tweet al minuto con hashtag relativi all'election day: #electionday, #election2016, #myvote, #electionnight.
Il quartier generale di Twitter, nel frattempo, promuoveva il social attraverso inserzioni, video in diretta Periscope (con BuzzFeed News come partner), card e Momenti, per consolidare la propria posizione come "secondo schermo" da cui seguire il giorno delle elezioni, che di lì a poco avrebbe decretato Donald Trump come 45° Presidente degli Stati Uniti d'America.
L'8 novembre è stato senza ombra di dubbio il giorno in cui Twitter ha registrato il maggior traffico sulla propria piattaforma.
State results are rolling in.
Tune in now to watch #ElectionNight from @BuzzFeedNews LIVE on Twitter.https://t.co/UM9vKC6BQE
— Twitter (@twitter) 9 novembre 2016
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L'intera portata del flusso di interazioni a proposito dell'election day (e di tutta la campagna elettorale) quasi coincide con quella di Twitter, senza prendere in considerazione i vari Snapchat, YouTube, Facebook e Instagram. Nonostante venga deriso da mezzo mondo per i suoi "miseri" 317 milioni di utenti mensili, la piattaforma ha registrato intorno alle 22 di martedì (ora della costa ovest americana, quindi le 4 del mattino del 9 novembre in Italia) più di 40 milioni di tweet negli Stati Uniti, superando i 30 milioni del giorno delle elezioni del 2012.
A livello globale, i tweet sono stati 75 milioni!
Over 75M global Tweets were sent related to #Election2016 through 3am ET when president-elect @realDonaldTrump claimed victory pic.twitter.com/AWDBRJR4Rn
— Twitter Government (@gov) 9 novembre 2016
Ben Thompson, il fondatore di Stratechery, azienda di social media big data analysis, ha affermato al "The Washington Post" che «nonostante i suoi molteplici difetti, Twitter si è imposto come vitale per la campagna elettorale dei candidati, e come strumento per valutare il sentiment degli elettori durante il giorno delle elezioni»
«L'immediatezza e la velocità di Twitter restano impareggiabili per qualsiasi altro social network.»
Twitter ha avuto enorme rilevanza anche al di fuori del suo walled garden, infatti decine di testate editoriali hanno sfruttato il newsfeed del social per una copertura live del sentiment degli elettori e dell'affluenza al voto. Negli Stati Uniti è il caso del “The New York Times”, “The Boston Globe”, “Los Angeles Times”, “The Washington Post”, ma anche di giornali di gossip come “TMZ” e “Perez Hilton”.
Anche sugli altri social network, Twitter è stato al centro del dibatto. Ad esempio, martedì intorno alle 23, ora italiana, uno degli argomenti in trend su Facebook era una foto postata su Twitter dal figlio di Donald Trump, Eric, del proprio voto all'interno dell'urna. Il genio ha poi rimosso il tweet, ma noi ninja sappiamo bene cosa capita in situazioni del genere.
Dal quartier generale di Twitter, tramite un comunicato stampa, hanno fatto sapere che l'impegno dell'azienda, a proposito dell'attività durante la campagna elettorale e poi durante l'election day, era quello di incoraggiare l'affluenza alle urne, il cosiddetto gotv, "get out the vote".
Per Twitter, l'election day potrebbe aver segnato una nuova alba, un nuova rinascita. Dopo le difficoltà oggettive palesate dallo scansarsi di tutti i possibili acquirenti (si vociferava di Google, Salesforce, Disney), e la chiusura di Vine, l'azienda californiana si sta preparando per rilasciare nuove tipologie di inserzioni, e nuovi contenuti editoriali, in collaborazione con testate internazionali, così come successo con BuzzFeed durante il giorno delle elezioni.
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Twitter è strutturalmente differente dagli altri social network. Se su Facebook, Instagram e Snapchat noi seguiamo determinate pagine, utenti e profili, che sono in linea col nostro pensiero, difficilmente potremo ottenere visioni differenti, per poter avere un confronto con idee altre, non in linea con le nostre. Perciò è molto semplice influenzare le persone con un approccio "top-down" su queste piattaforme.
Su Twitter invece, nonostante si seguano account affini ai propri interessi, è possibile (e anche semplice) avere nel proprio newsfeed notizie e impressioni di utenti e account che si discostano dal nostro pensiero, grazie a retweet e menzioni. Insomma, pare che l'unico social che davvero offra una comunicazione senza intermediazioni sia Twitter, mentre gli altri stiano quasi diventando testate editoriali che agglomerano contenuti che vogliamo leggere e condividere.
Guarda ad esempio il progetto visual del Wall Street Journal, “Blue Feed, Red Feed”, dove vengono messe a confronto le timeline di repubblicani e democratici attraverso parole chiave. Lampante la differenza del sentiment tra le due bacheche. Sembra di leggere due "giornali di partito" opposti.
Secondo Edelman, proprio a causa dell'endorsement nei confronti della Clinton da parte delle maggiori testate statunitensi, e della sua comunicazione top-down, l'elettorato di Trump si è rinforzato e ha aumentato la propria coesione, soprattutto su, e grazie a, un social network come Twitter.