Quella sera ho capito che volevo fare qualcosa perché situazioni come questa non si ripetessero. Se quel passante non fosse intervenuto, ce la saremmo vista brutta. È così che è nata l'idea di SheCall
"Estate 2013, sera. Un ragazzo e una ragazza passeggiano tranquillamente per le strade di una piccola cittadina della provincia di Brescia. Un'auto inizia a ronzargli intorno. A bordo ci sono 4 uomini. Gli passano accanto una volta, due, tre, alla quarta si fermano. Si apre il finestrino e un uomo invita la ragazza a salire in macchina. Lei si rifiuta, ma lui insiste. Il ragazzo prova ad intervenire pacificamente, ma gli uomini scendono dall'auto e accerchiano la coppia. La situazione si fa critica ma, improvvisamente, un passante che ha assistito alla scena interviene, minacciando di chiamare la polizia. Altre persone si avvicinano. I tizi ci ripensano e scappano via."
A raccontarmi la sua storia, è Daniele Treccani, founder & CEO di Dares Technologies s.r.l., un giovane perito elettronico ed informatico che ha deciso di reagire in maniera creativa alla sua disavventura. Scopriamo in questa intervista cosa ha inventato!
Che cos'è SheCall?
SheCall è un bracciale elettronico pensato per la sicurezza, soprattutto delle donne. È un dispositivo in grado di rilevare le variazioni che avvengono nel nostro corpo quando ci troviamo in una situazione di pericolo, primo fra tutti il battito cardiaco. Quando i valori superano una certa soglia, scatta l'allarme.
Cosa succede una volta innescato?
Il bracciale è collegato via Bluetooth 4.1 allo smartphone della persona che lo indossa ed è gestibile attraverso un'app dedicata. Al momento dell'installazione, l'utente può scegliere dei numeri di telefono dalla propria rubrica e indicarli come numeri di soccorso. Al momento del bisogno, il bracciale raccoglierà tutte le informazioni riguardanti la posizione dell'utente e li invierà tramite SMS ai numeri selezionati. A questo punto, si possono configurare due situazioni: se la persona che riceve il messaggio ha installato la nostra App, allora questa convertirà automaticamente i dati contenuti nel messaggio e permetterà di visualizzare su una mappa la posizione della persona in pericolo e raggiungerla tramite un software di navigazione. In caso contrario, il soccorritore troverà nell'SMS indicazioni riguardo la persona che chiede aiuto e le sue coordinate GPS, potendo quindi, in ogni caso, essere messo a conoscenza del problema. È possibile anche chiamare direttamente la persona.
E in caso di falso allarme?
Appena registrata un'anomalia, il dispositivo emette una serie di vibrazioni e fa partire un countdown di 30 secondi sullo schermo dello smartphone, interrompibile mediante l'inserimento di un codice pin personale. Allo scadere del conto alla rovescia, l'allarme si innesca, una luce led si accende sul dispositivo, lo smartphone emette una suoneria di allarme simile ad una sirena e procede all'invio degli sms di emergenza.
Quando lo vedremo sul mercato?
Molto presto. Al momento abbiamo prodotto una preserie di 100 dispositivi, i quali serviranno ad effettuare le ultime verifiche e miglioramenti, sia per quanto riguarda il design (le immagini dell'articolo riguardano dei prototipi, ndr) che per quanto riguarda l'App. Dal 2013 ad oggi abbiamo fatto molta strada, grazie anche al supporto di numerose aziende e privati (medici, importanti società e molte donne), che hanno sostenuto il progetto perché condividevano il nostro scopo. Dopo più di 8500 ore di prova effettuate possiamo ritenerci abbastanza soddisfatti e pronti ad arrivare sul mercato con i primi 1000 pezzi entro Febbraio 2017.
Dove possiamo seguirvi per conoscere i prossimi sviluppi?
Abbiamo online il nostro sito, dove potete trovare tutte le informazioni sul prodotto. Abbiamo anche una pagina Facebook, costantemente aggiornata. Teniamo molto al concetto di comunità e immaginiamo un giorno in cui l'unione farà la forza anche sotto l'aspetto della sicurezza personale. In questo modo potremmo essere davvero più sicuri, perché ci sarà sempre qualcuno nei dintorni che potrà darci una mano preziosa.
Io lo spero tanto. Voi non vi sentite già un po' più sicuri?