Terre incolte dal basso rendimento delle attività agricole e con valori di vendita quasi dimezzati con la crisi economica. Era questo lo scenario di tanti terreni agricoli, soprattutto quelli più piccoli in prossimità dei centri urbani.
Alcuni di questi hanno però ripreso improvvisamente a vivere, a fiorire, ed a generare inaspettatamente profitti grazie agli orti urbani. La vera novità, in questo ciclo della terra, è che la rinascita sia avvenuta per mano di una bizzarra ed eterogenea pletora di commessi, avvocati, manovali, disoccupati, artigiani improvvisamente richiamati dalla terra e da sentimenti bucolici.
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Il concetto di orto urbano
Gli orti urbani sono la perfetta espressione del ritorno alla terra, dettato da ideali (o mode) green anticipate dall’ondata bio, che hanno rivalutato e reso, per la prima volta forse nella storia, accattivante l’agricolo, il fatto in casa, il chilometro zero.
Ma cosa si intende esattamente per orto urbano? Si tratta di terreni agricoli spezzettati in piccoli appezzamenti indipendenti di 80-100 mq, all'interno o in prossimità di centri urbani, ognuno fornito di punti acqua e luce, un mini impianto di irrigazione, un casotto per gli attrezzi, oltre a compostiere e zone comuni. Ogni lotto è un orto a sé, preso in consegna da un affittuario per la coltivazione delle proprie derrate.
La corsa alla terra
Cosa spinge così tante persone a dedicare tempo e sudore alla terra? Necessità economiche di risparmiare sugli acquisti alimentari, desiderio di mangiare cibi sani di provenienza certa, ricerca di una propria dimensione primitiva e ritmi più lenti.
E tutte queste motivazioni, probabilmente, spiegano anche la forte eterogeneità dei fruitori.
Orti urbani: il modello economico
Il modello economico di un orto urbano è in grado di autosostenersi? Sì, a patto di rispettare alcune basilari regole.
Il costo del terreno deve essere proporzionato all’uso, meglio se di proprietà, oppure preso in affitto a canoni agricoli. Infatti spesso trovandosi in zone urbane le richieste possono discostarsi dalla medie agricole per la favorevole ubicazione. Quest’ultima però è importante per il successo dell’orto: le cure devono essere giornaliere e gli utilizzatori non possono compiere lunghi tragitti. Terzo, i costi di gestione devono essere limitati, l’acqua in particolare può risultare un salasso insostenibile in assenza di pozzi, fiumi o altre fonti “gratuite” da cui servirsi. Importantissimo anche il compostaggio in loco, sia per ridurre le quantità di rifiuto conferite al servizio pubblico (ed i relativi costi), sia per produrre compost rivendibile agli stessi coltivatori.
È inoltre necessaria una scala minima di almeno mezzo ettaro di terreno (5.000 mq) per creare una massa critica tale da rendere significativo il reddito, anche considerando che almeno 1.000 mq dovranno essere dedicati a spazi comuni e parcheggio.
Rispettando queste condizioni, si può stimare che un orto urbano possa viaggiare con una marginalità del 30-40%, anche considerando i costi di ammortamento macchinari ed affitto terreno.
Ecco che quei grappoli di pomodori iniziano a mostrare sfumature dorate.