Se dico Sicilia cosa pensate? Sono sicura che sole, caldo e mare saranno le prime parole che vi verranno in mente, ma vi posso assicurare da ragazza nata e cresciuta nell’entroterra siculo che a volte di sole, caldo e mare potreste non vederne neanche l’ombra!
C’è però qualcosa che è impossibile non trovare in ogni angolo di quella meravigliosa isola a tre punte: è il calore, quello dei suoi abitanti, il calore della tradizione, lo stesso che accende la passione per la propria terra e fa sì che grandi menti e progetti nascano in un luogo spesso ritenuto tanto infausto ma che chissà come spesso genera grandi eccellenze.
Come Tarì rural design, il nuovo progetto fashion di Ezio Lauricella e Angelo Ferrera. Il primo è un giovane agrigentino che già col marchio Cum Laude aveva fatto parlare di sé, in Italia e all’estero, e che oggi ritorna con un’altra grande sfida nel campo degli accessori moda. Il secondo, Angelo Ferrera, è User Experience Designer e Product Manager, figura ibrida del mondo digitale e uno startupper seriale. Dopo l’esperienza lavorativa maturata all’estero presso grandi multinazionali, decide che è arrivato il momento di mettersi in proprio, e per farlo sceglie di ripartire dalla sua terra, la Sicilia.
Il ritorno di entrambi è segnato da una nuova collezione di borse, che oltre a celebrare il valore artigiano si ripropone di rilanciare la cultura locale, spesso relegata tra le viuzze dei piccoli centri e delle campagne.
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Il giovane Ezio, selezionato nel 2014 tra i manager under 35 più promettenti d’Italia e candidato al “Wired Audi Innovation Award 2014”, ha una visione: produrre le collezioni Tarì nella propria terra d’origine e farlo riscoprendo la tradizione artigiana siciliana e instaurando un dialogo con le aziende agricole dell’isola.
Proprio queste ultime hanno ricevuto in dono varie forniture di sacchi di canapa per la raccolta delle olive, i quali sono poi tornati al mittente a fine raccolto per essere utilizzati come materiali della nuova collezione Tarì.
Come Vucciria, una delle borse della collezione che proprio dalla canapa prende vita e si sviluppa con una commistione di eleganza e tradizione dall’essenza italiana in ogni dettaglio e dall’animo verace siculo come il luogo al quale si ispira, il celebre mercato palermitano della Vucciria.
Tradizione artigianale ed handmade italiano, dunque, ma anche una produzione green che dal ri-utilizzo dei materiali alla valorizzazione di elementi glocal vuole rendere Tarì “un linguaggio che si sostituisce alla comunicazione verbale, scrigno del nostro passato e luogo identitario del futuro”.