WhatsApp ha da poco annunciato di aver raggiunto la soglia di 1 miliardo di utenti attivi: un traguardo che ci ricorda come questa applicazione di messaggistica non sia più soltanto un canale di conversazione one-to-one ma un potente strumento di comunicazione a livello mondiale.
WhatsApp nel 2015 e anche in questo inizio 2016 si è rivelato uno straordinario luogo dove le persone di tutto il mondo possono mettersi in contatto: le più importanti breaking news degli ultimi mesi hanno viaggiato attraverso questa app! Sto parlando di eventi di rilevanza mondiale come quello che è accaduto in Tunisia, in India, a Parigi.
Ripercorro qui parte di quelle occasioni dove WhatsApp è stata in prima linea nella diffusione delle notizie: non saranno soltanto brutti ricordi, ma anche occasioni in cui WhatsApp è stato ambasciatore di nuove speranze.
In Tunisia: "C'è un uomo armato in spiaggia"
Il 26 giugno 2015 un attacco terrorista uccide 38 persone che si trovavano nella spiaggia di Sousse, in Tunisia.
Sono state uccise da un uomo appartenente alle frange estremiste islamiche: il killer aveva nascosto una pistola sotto l'ombrellone.
Un testimone oculare, Anthony Ryan, si mise in contatto via WhatsApp con la Bbc per raccontare la strage a cui stava assistendo dal balcone dell'hotel dove alloggiava.
Quel venerdì notte a Parigi
La Bbc usa frequentemente WhatsApp per raccogliere testimonianze e notizie in anteprima. Sulla notte della strage al Bataclan a Parigi, venerdì 13 novembre 2015, la Bbc ricevette molti messaggi: tra questi anche quello di Simon Philips.
Philips, doppia cittadinanza franco-britannica, era seduto con la sua ragazza fuori La Belle Equipe, il bar in Rue de Charonne nel 11 ° distretto contro cui due uomini hanno aperto il fuoco quella tragica notte.
Questa una parte della sua descrizione:
"È stato il caos completo e assoluto. Il rumore dei proiettili superavano quello delle urla e delle sirene in seguito".
Il racconto di Philips sarà solo uno dei tanti ricevuti da molte testate giornalistiche attraverso canali come WhatsApp; ma l'applicazione aiuterà in quella notte anche molti turisti e cittadini di Parigi ad informare i propri cari sul loro stato di salute, sulla loro posizione e su quello che stava accadendo.
In aiuto dell'India
Nel dicembre 2015 forti alluvioni hanno messo in ginocchio l'India, in particolare la città di Chennai, nel versante orientale del Paese. La National Disaster Response Force (NDRF), la polizia indiana specializzata nell'intervento durante i disastri di questa portata, ha raccolto oltre mille informazioni vitali su quanto stava accadendo nel paese grazie ai social media, tweet e WhatsApp. In questo modo si è cercato di intervenire nelle zone segnalate il prima possibile, inviando aiuti o informazioni utili.
Un gruppo di supporto sul virus Zika
Dal 2015 il Brasile combatte la sua guerra contro il virus Zika: è un virus che esiste da decenni in questo paese, ma nell'ultimo anno si è registrato un aggravarsi dell'incidenza dei malati e ad oggi si teme l'epidemia anche al di fuori del Brasile. Nei casi di donne in gravidanza colpite dal virus, il nascituro ha presentato in alcuni casi malformazioni e microcefalia.
La brasiliana Viviane Lima ha due figlie adolescenti che vivono in una condizione di microcefalia dovuta appunto al virus:
questa mamma ha scelto di creare un gruppo di sostegno su WhatsApp per condividere le informazioni utili che ha appreso nel corso degli anni sul virus e sulla prevenzione.
Il racconto dei rifugiati siriani via WhatsApp
Il 6 dicembre 2015 BuzzFeed ha raccontato la storia di Abdul, un diciannovenne proveniente dalla Siria, che ha documentato via WhatsApp la traversata del Mar Egeo da Izmir, in Turchia, alla costa greca. Abdul è uno dei tanti giovani che affronta la pericolosa traversata in barca che conta ad oggi centinaia di morti, compreso il caso del piccolo di tre anni Aylan Kurdi, il cui annegamento ha scosso la coscienza del mondo.
Abdul non ha raggiunto la costa greca: ha raccontato che nel corso della traversata la barca è affondata e i superstiti come lui hanno dovuto far ritorno a nuoto in Turchia: ha raccontato la stanchezza, i morti, la paura via WhatsApp. Secondo i suoi messaggi a BuzzFeed, oggi continua a lavorare in Siria per raccogliere nuovamente i soldi necessari per fare un'altra traversata: nonostante tutto spera ancora di raggiungere l'Europa e un giorno trasferirsi in Inghilterra.
WhatsApp ha dato la parola a Abdul e a molti altri testimoni nel mondo di vicende che altrimenti ci sembrerebbe lontane e incomprensibili. È questo forse il vero potere delle app?
Credits Photo Cover: AFP/Louisa Gouiliamaki