Si dice spesso che la vera tecnologia è quella in grado di migliorare gli aspetti quotidiani della vita, applicandosi agli aspetti più comuni del nostro vivere. Le innovazioni legate al mondo web non sempre riescono a dare questa sensazione, troppo legate al semplice (ma limitato) esempio dato dai social. Ma non di solo Facebook prosperano web e startup.
E se ti dicessi per esempio che l'Internet of Things potrebbe salvare la vita ai vigili del fuoco durante i propri interventi? No, non sto affatto scherzando. Esperti del National Institute of Standards and Technology e della Fire Protection Research Foundation hanno avviato ricerche in questo senso, certi che l'uso delle nuove tecnologie possa essere un aiuto fondamentale per gli uomini sul campo, un aiuto in grado di limitare rischi e perdite. Strumenti e dati per integrare esperienza e capacità umana.
Tecnologia e Big Data, un aiuto per la sicurezza
Troppo spesso i professionisti si lasciano guidare esclusivamente dal proprio background, senza avere nessun altro tipo di appoggio per valutare il da farsi. Intendiamoci, un'esperienza sul campo dall'indiscusso valore, ma che in molti casi non basta per limitare al minimo i possibili rischi e realizzare al meglio l'intervento. È qui che arrivano i big data e le conclusioni della relazione congiunta "Research Roadmap for Smart Fire Fighting". Il documento propone infatti alcuni esempi di come una migliore raccolta dei dati sulla scena, l'elaborazione degli stessi e la fruizione "live" da parte dei vigili del fuoco in azione. Una proposta che punta a combinare i punti di forza del cosiddetto Internet of Things con le grandi analisi legate ai dati. Ma come?
Per esempio, una volta sul posto una serie di sensori avrà il compito di raccogliere dati ambientali e distribuirli agli uomini tramite rete wireless, così da informarli in modo completo e rapido sulla situazione in essere. Sensori incorporati nei dispositivi di protezione individuale potrebbero tenere traccia della posizione dei diversi professionisti e della loro condizione di salute. Ma non solo. Avere a disposizione al volo le immagini delle telecamere di sorveglianza nel luogo dell'incendio per capire le persone coinvolte o i dati raccolti dai sistemi di ventilazione per capire la situazione all'interno dell'edificio.
"Oggi vi è una significativa varietà di informazioni accessibili dai vigili del fuoco e un grande potenziale come l'Internet of things continua a proliferare" dice Casey Grant, direttore esecutivo della Fire Protection Research Foundation, "le informazioni in tempo reale saranno di grande aiuto in situazioni di emergenza, dando maggior consapevolezza, elemento particolarmente critico durante un evento in cui il tempo è prezioso. "
Anche i droni potrebbero avere un ruolo chiave. Oggi sono giù usati per monitorare gli incendi in luoghi aperti, ma un domani potrebbero anche essere impiegati per quelli negli edifici. La vasta gamma di sensori e telecamere raccoglierebbe dati in ambienti a rischio, pericolosi per gli uomini.
L'unico problema? Il fattore normativo (anche da loro esiste la burocrazia) e procedurale che non procede velocemente quanto quello tecnologico. Nuove prassi necessitano infatti di una adeguata formazione, soprattutto in casi in cui nulla può essere lasciato al caso. L'altra possibile, ma concreta criticità, è il rischio di sovraccarico informativo. I vigili del fuoco, già messi alla prova dall'alto stress della situazione che stanno vivendo, potrebbero non essere in grado di gestire una mole tanto vasta di dati, con il rischio che questi diventino più un peso che una risorsa. Una problematica reale e che necessità di una preparazione adeguata per essere bloccata sul nascere.
Tecnologie di alto livello che nella maggior parte dei casi significa anche costose. Basteranno i fondi a disposizione di queste realtà per rendere accessibile tutto questo? Solo il tempo potrà dircelo.